La morte di Nadia Toffa ha sconvolto tutto il mondo dello spettacolo, ma ovviamente la scomparsa della conduttrice delle Iene ha toccato in maniera particolare chi ha avuto modo di collaborare da vicino con lei nel corso degli anni. Ad esempio Gabriele Corsi, oggi conduttore di successo ma all’epoca collega alle “Iene” della Toffa, di cui ha sempre ammirato la grande determinazione. In un’intervista a “La Repubblica” Corsi ha spiegato: “Ha saputo farsi strada in un mondo prettamente maschile perché era un’integralista delle sue idee, credeva profondamente in ciò che faceva e questa era una caratteristica che accomunava chi lavorava alle Iene. A volte pensavo fosse un po’ matta, ma una meravigliosa matta, capace di andare dritta per la propria strada di fronte alle difficoltà. Anche nella malattia ha mantenuto la sua identità, pur essendo consapevole di cosa stava affrontando, restava positiva e col sorriso sulle labbra e questo ci faceva pensare che avrebbe potuto farcela.”
“SOLO SPEGNERSI E’ PEGGIO DI MORIRE”
Secondo Gabriele Corsi, la vicenda di Nadia Toffa ha regalato grandi insegnamenti, ma ora comporta un grande fardello da sopportare per chi era abituato a starle vicino. “Proprio questo suo essere solare e disponibile farà pesare terribilmente la sua assenza. Nonostante le difficoltà, anche nell’ultimo periodo, Nadia c’era sempre, non si è mai tirata indietro e questo farà sentire la differenza, un terribile vuoto ora che non c’è più. Era una vera “capatosta”, difficile ma estremamente stimolante discutere con lei, proprio per quella scintilla di follia che era una marcia in più sul lavoro e nella vita. E il fatto che sia rimasta fedele a sé stessa fino alla fine è importantissimo, secondo me peggio della morte c’è solo spegnersi lentamente, perdere l’essenza di ciò che si è prima ancora di morire, e questo con lei non è assolutamente avvenuto. D’altronde senza questa determinazione non avrebbe potuto imporsi nel gruppo delle Iene, inizialmente restammo gli stessi 13 inviati per 8 anni consecutivi, un gruppo nel quale era impossibile entrare senza avere qualcosa di speciale.“