Nel giorno in cui si celebra il funerale di Nadia Toffa e il mondo dello spettacolo, e non solo, dà l’ultimo saluto alla Iena e giornalista stroncata dopo una lunga lotta contro un cancro al cervello, a intervenire sulle colonne di Libero Quotidiano è Melania Rizzoli, medico nonché politica italiana. Dato che negli ultimi giorni questa forma di tumore è sulla bocca di tutti e più di qualcuno è rimasto impressionato da questa patologia che non ha dato speranze di salvezze alla Toffa, la Rizzoli ha deciso di scrivere di suo pugno un lungo articolo che è apparso sul quotidiano diretto da Pietro Senaldi, spiegando quali sono le prospettive di guarigione, perché non ci si debba fare impressionare e soprattutto chiarendo come mai nel caso della Iena si trattasse di una forma di cancro per il quale la scienza non ha ancora trovato delle cure certe. “Cari malati di cancro al cervello, voi lo sapete bene, il tumore dell’encefalo è una malattia serissima” esordisce la politica e scrittrice nel suo lungo intervento, spiegando come spesso si mascheri e si faccia scambiare per altri disturbi quali l’emicrania, una cefalea o una semplice sindrome da stress. “Tuttavia quando viene scovata si ribella, resiste alle terapie e a volte si rafforza pure invadendo il terreno limitrofo” continua la Rizzoli che tuttavia di fronte questo scenario poco rassicurante contrappone un “ma” nella sua argomentazione.
MELANIA RIZZOLI PARLA DEL TUMORE DI NADIA TOFFA
Infatti Melania Rizzoli rivela come Nadia Toffa fosse affetta da una forma tumorale non solo per la quale non ci sono cure vincenti ancora ma che la diagnosi è arrivata solamente quando il male era oramai radicato nel suo cervello. “Era una forma ad alta malignità e non ha mai lasciato, nemmeno per un momento, delle speranze di vita: va comunque ricordato che non esiste un solo tipo di tumore cerebrale dato che le neoplasie che si sviluppano lì sono diverse istologicamente e anche differenze in base alla locazione e alla crescita” continua il medico che poi snocciola alcuni dati relativi alle percentuali di incidenza. “Però riconoscerli allo stadio iniziale può migliorare la probabilità di guarigione e sopravvivenza e quando si è in presenza di uno di questi sintomi non bisogna subito pensare al peggio” aggiunge la Rizzoli, facendo un po’ di chiarezza su una così varia sintomatologia. Ma quale è la terapia più adeguata per il tumore cerebrale? In realtà a suo dire dipende dalla neoplasia, ma pure dall’età e pure dallo stato di salute del paziente, ma in generale si parla dell’intervento chirurgico a cui si associano cicli di radio e chemioterapia. E poi la Rizzoli conclude: “Ogni paziente ha una propria prognosi, e nessuno è uguale a un altro, perché il destino e la progressione della malattia dipende da molti fattori” aggiungendo comunque che “il tumore al cervello è fra i primi 5 tipi di cancro prima dei 50 anni ma si registrano sempre più risultati incoraggianti anche grazie all’immunoterapia” e ricordando che l’arma più efficace è sempre la prevenzione.