Tim Gajser campione del mondo di motocross. Il pilota sloveno della Honda ha fatto il bis iridato nella MXGP in casa del rivale Antonio Cairoli. È bastato il quinto posto nella prima manche del GP di Imola per succedere nell’albo d’oro a Cairoli. L’italiano, presente solo come spettatore, dovrà provare a prendersi la rivincita il prossimo anno. Si tratta del terzo titolo per Tim Gasjer: il pilota motociclistico sloveno si è laureato campione del mondo MX2 nella stagione 2015 e campione del mondo MXGP 2016. Gajser ha cominciato a correre sin da piccolo con le moto da cross. Nel 2007 ha vinto il campionato europeo 65 cc, poi ha replicato questo successo nel 2009 ma in sella alla 85 cc. Nel 2012 ha conquistato il titolo europeo 125 cc con una KTM del team Silver Action. In quello stesso anno ha esordito nel Mondiale nella categoria MX2 con lo stesso team, gareggiando a fine stagione nel trofeo delle nazioni con la Slovenia. Nel 2013 ha corso in pianta stabile con la KTM, supportata stavolta dal team Marchetti Racing.
TIM GAJSER, CHI È CAMPIONE DEL MONDO MOTOCROSS
La prima svolta nel 2014, con il passaggio alla Honda Gariboldi. Chiuse la stagione al quinti posto, ma nell’anno successivo si laureò campione del mondo MX2. Nel 2016 il passaggio alla classe regina, con la vittoria del titolo mondiale nella prima stagione. Oggi tutto è avvenuto secondo copione: serviva arrivare tra i primi otto della prima manche a Imola per centrare l’obiettivo. L’alfiere della Honda è riuscito a concretizzare la chance giungendo quinto al termine di una manche dalle mille emozioni. Ma nn è stato facile per lo sloveno, che era caduto a metà della prima manche. I suoi supporter, pronti a festeggiare la vittoria iridata, hanno avuto paura, ma Gajser non si è fatto prendere dallo sconforto, quindi è riuscito a risalire la china, raggiungendo un piazzamento sufficiente per chiudere definitivamente il discorso mondiale. La stagione comunque è stata fortemente condizionata dagli infortuni dei grossi calibri: Jeffrey Herlings e Antonio Cairoli, su tutti, costretti a essere spettatori del successo del loro rivale.