La Via Matildica del Volto Santo è a detta di molti uno dei percorsi più belli fra quelli che attraversano la nostra penisola e che, partendo dalla Lombardia (dalla città di Mantova, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO), conduce fino a Lucca, in Toscana, attraversano scenari suggestivi quali la Pianura Padana, alcuni scorci incontaminati e da sogno dell’Appennino Tosco-Emiliano, le valli della Garfagnana e ovviamente i luoghi in cui visse Matilde da Canosa, da cui tra l’altro prende il nome. È lunga circa 300 chilometri (284 per la precisione) quella Via che si articola in 11 tappe e che viene percorsa di solito non solo a piedi ma pure in bicicletta e che, da Nord a Sud, rappresenta uno dei più antichi cammini di pellegrinaggio che tra l’altro si collega anche alla più celebre Via Franchigena. Ma cosa ha di suggestivo questo percorso e quali sono le storie che custodiscono le terre in cui visse la potente Grancontessa Matilde (1046-1115) che tra le altre cose fu anche vice regina d’Italia? Andiamo a scoprirlo.
LA STORIA DI MATILDE DA CANOSSA
La Via Matildica del Volto Santo, come accennato, prende il nome da uno dei personaggi femminili (e in quell’epoca non erano moltissimi, vista la posizione subordinata della donna) che riuscì a ritagliarsi un ruolo di primo piano sulla scena politica della penisola dopo l’anno Mille: Matilde di Canossa -il piccolo centro oggi in provincia di Reggio Emilia dove andò in scena nel 1077, proprio davanti al Castello Matildico, la famosa umiliazione dell’imperatore Enrico IV in favore del pontefice Gregorio VII- non fu infatti solo duchessa e vicaria imperiale, nonché fervente sostenitrice della causa del Papa, ma anche una donna di polso e grazie al suo piglio riuscì ad estendere come mai prima i possedimenti dei Canossa, ovvero in una zona che comprendeva Toscana, Lombardia e parte dell’Emilia-Romagna, pur suscitando grande ammirazione negli ambienti ecclesiastici nonostante la sua vocazione per il comando. E sulle tracce di una delle donne più importanti dell’Età Medievale si sviluppa questo percorso che attraversa borghi lontani dalle tradizionali direttrici turistiche, castelli conservatisi sino ai giorni nostri e anche le colline del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano: come è noto, la Via Matildica può pure essere affrontata non per tutti i suoi 284 chilometri ma anche per dei singoli tratti e che rappresentano una buona opzione per chi non può affrontare l’intero cammino o predilige sentieri meno impegnativi.
LUNGO LA VIA MATILDICA
La Via Matildica, ramo della Francigena e come visto importante direttrice medievale, si compone in totale in 11 tappe che possono essere “articolate” in tre diversi itinerari storici, ovvero la Via del Preziosissimo Sangue (3 tappe da Mantova a Reggio Emilia), il Cammino del Pellegrino (5 tappe da Reggio a San Pellegrino in Alpe) e poi la vera e propria Via del Volto del Santo (3 tappe da San Pellegrino a Lucca), dove ogni tappa misura circa 17 chilometri. Tra l’altro i luoghi che costituivano il feudo della Granduchessa Matilde e che toccano itinerari religiosi dalla tradizione molto antica sono stati inseriti nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia, una vera e propria rete di itinerari “green e slow” che rappresenta una vera e propria infrastruttura parallela grazie all’immenso patrimonio storico, naturale e religioso della Penisola. E proprio la lentezza, il prendersi del tempo per gustare il viaggio, assieme alla scoperta di borghi in pietra e castelli medievali rappresentano i punti di forza della Via Matildica, lungo la quale è presente una segnaletica approntata ad hoc con cartelli bianco-rossi e frecce che indicano le diverse mete intermedie e di tappa, senza dimenticare le aree di sosta e ristoro allestite nel corso del cammino. Infine, per avere maggiori informazioni sulla Via Matildica e su tutto quanto concerne questo affascinante percorso si può consultare il sito web www.viamatildica.it e i canali social ad esso collegati.