Martedì 27 e mercoledì 28 agosto il secondo giro di consultazioni al Quirinale da Sergio Mattarella. Convocati al Colle tutti gli schieramenti politici, ma arrivano importanti aggiornamenti sulla trattativa tra M5s e Pd per la formazione del nuovo Governo: secondo quanto riportano i colleghi di Sky Tg 24, domani potrebbe svolgersi il primo incontro tra le due delegazioni. Per i dem potrebbero sedersi al tavolo i due capigruppo Marcucci e Delrio, accompagnati dai vicesegretari De Micheli e Orlando, ma non sono giunte conferme al riguardo. Fiducioso il segretario Nicola Zingaretti: «Dalle proposte e dai principi da noi illustrati al Capo dello Stato e dalle parole e dai punti programmatici esposti da Di Maio, emerge un quadro su cui si può sicuramente iniziare a lavorare». Il tempo dei tatticismi è finito secondo Liberi e Uguali, ecco il commento in una nota del capogruppo alla Camera, Federico Fornaro: «I numeri ci sono e quindi occorre avviare al più presto, senza veti e pregiudiziali, il confronto programmatico per dare vita a un governo di svolta di cui il Paese ha assoluto bisogno». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MATTARELLA: “NUOVO GOVERNO, TEMPO FINO A MARTEDI'”
Il Presidente della Repubblica ha concesso 4 giorni di tempo ai partiti che tratteranno per un nuovo Governo – M5s, Pd e anche Lega – e dopo convocherà nuove consultazioni (con sole le forze politiche che hanno trattato, ndr): se non vi sarà un accordo chiaro con una maggioranza stabile in Parlamento, l’esito non potrà essere che le elezioni anticipate. «Le dimissioni del Presidente Conte che ringrazio hanno aperto la crisi di Governo, con rottura polemica tra Lega e M5s: la crisi va risolta all’insegna di decisioni chiare e con tempi brevi, l’esigenza di Governo di un Paese come il nostro chiede ruolo chiave in Europa». Il Capo dello Stato ha spiegato al termine delle consultazioni «Sono possibili solo governi che ottengono la fiducia del Parlamento con accordi dei gruppi su un programma per governare il Paese. In mancanza di queste condizioni la strada è quella delle elezioni». Ancora Mattarella lancia messaggio chiaro a tutti i partiti: «per delle iniziative per un’intesa in parlamento per un nuovo governo necessitano di tempo come mi hanno chiesto alcune forze politiche: anche altre forze politiche mi hanno chiesto altro tempo per altre verifiche. io ho il dovere però di richiedere decisioni sollecite, farò nuove consultazioni martedì prossimo per trarre conclusioni e assumere decisioni necessarie in tempi molto brevi». In conclusione, sempre il Capo dello Stato ha spiegato come «Il ricorso agli elettori è necessario se il Parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza di governo. Mi è comunicato che sono state avviate iniziative tra partiti. Ho il dovere di richiedere decisioni sollecite».
DOMANI INCONTRO DELEGAZIONI PD-M5S
Poco prima del discorso di Mattarella al termine delle consultazioni la novità più importante è arrivata dalla riunione unitaria di tutti i parlamentari M5s: «L’assemblea dei gruppi M5s ha dato mandato per acclamazione al capo politico Luigi Di Maio e ai capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva a incontrare la delegazione del Pd», e già domani dovrebbe essere il primo incontro in una sorta di “terzo atto” dopo gli streaming Bersani-Crimi nel 2013 e Renzi-Grillo nel 2014, con esiti entrambi negativi. Parla il capogruppo Patuanelli: «Per noi il taglio dei parlamentari si deve fare ora, non fra 10 anni come chiede qualcuno. È una riforma fondamentale per il futuro del Paese con cui gli italiani risparmieranno mezzo miliardo di euro». Sempre parlando dopo l’acclamazione degli altri parlamentari, all’Ansa Patuanelli conferma «Oggi abbiamo presentato 10 punti per noi imprescindibili e, non a caso, il taglio dei 345 parlamentari e’ stato fissato come primo punto sia in virtu’ dell’importanza che gli attribuiamo sia in virtu’ del fatto che manca solo un voto e dunque due ore di lavoro della Camera per portarlo a compimento»; da ultimo, conclude il capogruppo M5s «il taglio dei parlamentari e’ il presupposto per il prosieguo della legislatura e per darle solidita’. A tal proposito, visto che oggi abbiamo letto dichiarazioni piuttosto vaghe al riguardo e visto che la Lega continua ad essere il partito del boh, vi chiediamo mandato per incontrare la delegazione del Pd».
MATTARELLA DECIDE SULLA CRISI DI GOVERNO
È l’ora della verità: dopo che l’8 agosto Salvini ha aperto la crisi di Governo, dopo le ore 20 di questa sera in un modo o nell’altro una parola “fine” sarà messa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Da più parti al Quirinale si tende a confermare che il Capo dello Stato darà una soluzione in tempi rapidi e dunque tutto fa pensare che nel discorso-comunicazioni ormai imminenti non vi saranno “rinvii” ai prossimi giorni bensì un esito immediato. Governo forte in questo parlamento – Pd-M5s come ipotesi più probabile, riedizione Lega-M5s come secondo scenario da non scartare sentendo quando detto da Salvini durante le consultazioni – oppure subito al voto in autunno. Mattarella ora ha su di sé, come un anno e mezzo fa, il peso del destino politico di questo Paese e dopo un prevedibile “ragguaglio” su quanto uscito dalle consultazioni di questi due giorni, il Presidente darà un suo responso per concludere al più breve tempo possibile la crisi di Governo. Tra le ultimissime trame tra i partiti che attendono il responso del Colle, il M5s fa sapere con Di Stefano «Salvini si è dimostrato inaffidabile e non credibile. Ci sono 10 punti di programma, chi li sposa può fare un accordo con noi». Lega in religioso silenzio mentre dagli altri gruppi “satelliti” al Centrosinistra, Pietro Grasso avanza «I 5 punti della relazione di Zingaretti e i 10 punti elencati da Luigi Di Maio al termine delle consultazioni sono una buona e condivisibile base di lavoro. Se la volontà di trovare un’intesa per il bene del Paese è reale, è possibile dare vita a un Governo politico e di legislatura che possa migliorare la vita dei cittadini e garantire stabilità e sicurezza. Confido nella responsabilità delle parti politiche per avviare un percorso rapido».
DI MAIO “IL VOTO ORA SAREBBE FUGA DAI PROBLEMI”
Due colpi di scena in queste ultime consultazioni di Lega e M5s al Colle: se Salvini aveva riaperto poco fa, come alternativa alle Elezioni, per un Governo con i 5Stelle “di rimpasto”, Di Maio rilancia ancora e presenta 10 punti programmatici per “far ripartire l’Italia” con un nuovo Governo prossimo (senza dire se si tratti di Lega o Partito Democratico). «Come prima cosa ringraziamo il Presidente Mattarella, punto di riferimento di questa delicata fase creata con la crisi di Governo: il Consiglio dei Ministri non riesce ad approvare le leggi per salvare il voto su Whirlpool, ex Ilva, Alcoa in Sardegna proprio per questa crisi. Quota 100 e Reddito di Cittadinanza rischiano di saltare perché potremmo non avere governo prima degli inizi di dicembre», inizia a parlare Di Maio ed è un fiume in piena che di fatto sancisce un Movimento 5Stelle contrario al voto, esattamente come Pd e Sinistre (e questo è già un indizio, ndr), «Rischi per l’economia con Iva e Manovra sono altissimi; si rischia di portare il Paese in una crisi come quella del 2008, non è giusta che a pagare siano i cittadini italiani. Il M5s ha la maggioranza relativa in Parlamento: per questo abbiamo dato i nostri obiettivi, sono 10 impegni di cose da fare».
ECCO I 10 PUNTI PROPOSTI DA DI MAIO A MATTARELLA
Ed ecco che a metà discorso post-consultazioni, Di Maio specifica punto su punto quali sono i 10 nodi programmatici in “risposta” (senza bocciarli, ndr) ai 5 lanciati da Zingaretti questo pomeriggio. «1, taglio parlamentari; 2, manovra economica equa che impedisca l’Iva, taglio cuneo fiscale e sostegno a famiglie e nascite; 3, cambio di paradigma sull’ambiente, portare l’Italia verso fonti rinnovabili di energia. No Trivelle e inceneritori; 4, legge su conflitto d’interesse e riforma della Rai (su modello BBC inglese); 5, dimezzare tempi della giustizia e riforma del Csm». Ancora Di Maio fuori dallo Studio alla Vetrata «6, autonomia differenzia e riforma degli enti locali, va completato il processo di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna; 7, legalità con carcere ai grandi evasori e lotta alle mafie ma anche contrasto all’immigrazione clandestina e al traffico nel Mediterraneo; 8, piano di investimenti per il Sud con banca pubblica per gli investimenti che colmi divario territoriale; 9, riforma sistema bancario per separare banche di investimento da banche commerciali; 10, tutela dei beni comuni, come la scuola pubblica, l’acqua pubblica, la sanità nella difesa al merito e contro la privatizzazione, togliere concessioni ad Autostrade». In chiusura, Di Maio annuncia di aver iniziato le trattative per un Governo di legislatura, senza dire se con Lega o con Pd ma la seconda opzione sembra ormai assai più “interessata” per i grillini: «avviate intelocuzioni per individuare maggioranza solida su questi 10 punti che ho espresso poco fa: la crisi non la devono pagare gli italiani», quando poco prima aveva anche sostenuto «voto non ci intimorisce affatto, ma il voto non può essere la fuga dalle promesse fatte dagli italiani. Il Governo ha segnato il M5s: ci siamo impegnati a governo del cambiamento con il contratto tra due forze politiche leali. Questa lealtà è stata minata dalla crisi di Governo e dalla mozione di fiducia; noi abbiamo perso e non ci converrebbe andare al voto, ma è vero che i cittadini ci hanno votato per cambiare l’Italia e non per cambiare il Movimento 5 Stelle. Coraggio non è di chi scappa ma di chi prova a cambiare le cose, senza mollare mai provando a fare qualcosa». Alle ore 20 il Capo dello Stato Mattarella terrà le sue comunicazioni ufficiali alla Nazione al termine di questa due giorni di Consultazioni.
SALVINI RIAPRE AL GOVERNO CON M5S “NOI CI SIAMO..”
Colpo di scena alle consultazioni con il discorso della Lega al Presidente Mattarella con Salvini che di fatto riapre la porta ad un Governo Carroccio-M5s: «Bella discussione con Mattarella: sono contento di rappresentare una forza politica compatta che con i suoi gruppi in Parlamento ha preso e prenderà decisioni per l’interesse del Paese e non per i propri. Portiamo i problemi in uscita e non li chiudiamo nelle stanze: non nascondiamo i litigi che ci sono stati al Governo come invece hanno fatto altri prima di noi. L’Italia non può perdere tempo e non può avere un Governo che litiga». La prima parte dell’intervento Salvini ha di fatto spiegato come le Elezioni siano la via maestra: «I troppi No hanno portato alla crisi di Governo, lo abbiamo ribadito a Mattarella: tante cose buone abbiamo fatto insieme, io l’ho sostenuto maggiormente, ma oggi la via maestra non sono i giochini di palazzo o Governi contro, bensì le Elezioni. La sovranità appartiene al popolo». Ancora attacchi al Pd nella fase di mezzo del discorso, «in questi giorni abbiamo letto la qualunque, ipotesi di Governi non per far qualcosa ma per andare contro qualcuno, Salvini e la Lega. Il collante è tenere fuori dai giochi la Lega, a costo di cancellare i Decreti Sicurezza o riaprire i porti, fare accordi con il partito di Bibbiano oppure tornare indietro dal taglio dei parlamentari», ma è qui che arriva la sorpresa. «La via maestra sono le Elezioni, nessuno abbia paura del giudizio del popolo. Aver aperto la crisi di Governo è servito per fare vedere cosa stavano tramando dietro: mi hanno insultato tutti, ma sono contento che sia uscita la verità»; per la Lega l’accordo Pd-M5s sarebbe la vecchia politica, ovvero un Governo “contro” Dl Sicurezza, Flat Tax, porti chiusi, insomma contro Salvini e la Lega. Ma, conclude il vicepremier «Se qualcuno mi dice miglioriamo squadra, i No diventano Si, non contro ma per, allora io sono uomo concreto e disposto a ripartire. Ma senza il Pd e la vecchia politica. Di Maio ha lavorato bene per questo Paese, ma non rispondo agli insulti di altri: l’importante è un Governo che faccia ma con onore ma senza accordi contro».
I PUNTI “SEGRETI” DI ZINGARETTI A MATTARELLA
La delegazione della Lega è entrata a colloquio con Mattarella iniziando la terza e ultima fase delle consultazioni prima che poco dopo le 17 Di Maio, Patuanelli e D’Uva concludano il percorso dei partiti al Colle per questa infinita crisi di Governo. Ma ad agitare queste ultime ore di diretta dal Colle è il Partito Democratico dopo che una “velina” dal Nazareno ha fatto uscire tre punti “segreti” che Zingaretti avrebbe presentato a Mattarella in aggiunta a quelli approvati in maggioranza unanime durante la Direzione Nazionale Pd. «Abolizione totale dei due decreti sicurezza; accordo di massima, prima della formazione del governo, sulle misure della manovra economica; no alla legge della riforma sul taglio dei parlamentari come è stata scritta e votata fino a oggi»: se così fosse confermato, si metterebbe in chiaro una frattura netta tra la corrente maggioritaria e quella di Renzi, che infatti ha reagito con una ulteriore “velina” «Se di fronte al rischio della destra, con Salvini e Meloni in primissima linea, qualcuno nel Pd pensa di far saltare il banco se ne assumerà la responsabilità», spiega Anna Ascani. Paragone commenta subito «nel Pd la solita spocchia», mentre Orfini richiama all’ordine i suoi compagni di partito «Lo dico a tutto il Pd: a consultazioni aperte non ci si parla con veline e contro veline. Non si fanno esegesi anonime. Non si gioca con le dichiarazioni fatte da ‘fonti vicine a’. Si va al Quirinale e si parla lì. Per rispetto al Capo dello Stato, al Paese. E anche a se stessi». Inoltre vi sarebbe, secondo l’Ansa, una fetta del M5s intenta ad andare al voto e per nulla disposta ad accettare i “punti segreti” lanciati da Zingaretti al Capo dello Stato.
SALVINI LE PROVA TUTTE CONTRO GOVERNO M5S-PD
Si entra nel vivo delle consultazioni e dalle 16 si aprono le danze al Quirinale con gli ex alleati di Governo Lega e M5s che sfileranno per mostrare a Mattarella le proprie opzioni in campo: se gli occhi sono tutti puntati su Di Maio e la delegazione a 5Stelle per capire tempi, modi e possibilità di un’alleanza con il Partito Democratico, la Lega non sta a guardare e con Salvini le prova tutte per scongiurare il più possibile “l’inciucio” grillino-dem che agita i pensieri del leader del Carroccio. Come anticipa un retroscena de “Il Messaggero”, Salvini alle consultazioni pare non si opporrà ad un’ipotetico governo di transizione per varare la Legge di Bilancio e non solo: «Se dovesse ripartire ipotesi molto remota – l’alleanza giallo-verde ritornerebbe a trattare con Di Maio, a patto che non ci sia più Conte a palazzo Chigi. Insomma Matteo Salvini oggi alle consultazioni al Quirinale non indicherà al Capo dello Stato solo l’opzione delle elezioni anticipate». Insomma porte aperte a tutto per evitare il Governo Zingaretti-Grillo con la “benedizione” di Matteo Renzi: tra quasi un’oretta nello studio del Capo dello Stato Salvini, Romeo e Molinari indicheranno le proprie intenzioni a Mattarella, in attesa di capire cosa dirà Di Maio dopo le ore 17.
BERLUSCONI “GOVERNO DI CENTRODESTRA O SUBITO ELEZIONI”
Un lungo messaggio letto da Silvio Berlusconi all’uscita dell’ultima fase di consultazioni della mattinata ha consegnato a Mattarella la linea di Forza Italia in merito alla crisi di Governo: sebbene abbia sottolineato diversi passaggi in cui la Lega viene citata indirettamente come “problematica” (conti a rischio, mercati in subbuglio per dichiarazioni No Euro e situazione economica preoccupante per le imprese) l’ex Premier torna a proporre lo schema del Centrodestra “vecchio stampo” tanto per un possibile Governo immediato quanto invece per un ritorno alle urne, caldeggiato da Forza Italia. «L’esperienza appena conclusa dimostra che i progetti di governo si fanno con i tempi e con le idee compatibili, non dopo il voto ma prima. Quindi un governo non può nascere in laboratorio, se basato solo su un contratto. Forza Italia ha condotto un’opposizione seria e coerente, oggi mettiamo in guardia da un governo frutto di una maggioranza tra diversi e improvvisata», spiega l’ex Cav fuori dalle consultazioni al Colle ribadendo che non vi è la volontà di entrare in un “Governissimo”. Per Berlusconi ad oggi un Governo Pd-M5s sarebbe «troppo sbilanciato a sinistra e sarebbe pericoloso per le imprese, lo sviluppo, la sicurezza col rischio che, messo di fronte alle difficoltà, ricorra ad una patrimoniale che comprometterebbe definitivamente le prospettive di crescita». Per questo motivo, concluse il leader di Forza Italia accompagnato da Bernini, Gelmini e Tajani «Serve un governo europeista. Noi di Forza Italia proponiamo il modello di centrodestra che governa in moltissimi comuni e nella maggioranza delle regioni italiane e che è oggi la maggioranza naturale degli italiani. Qualora non fosse realizzabile, la strada maestra è il voto anticipata». Continua il pressing del Pd al M5s che però tramite Paola Taverna (presente giorni fa nel vertice di Bibbona con Grillo, Di Maio e Casaleggio) fa sapere «i 5 punti sono molto vaghi, potevano inserire anche la pace nel mondo Non mi dicono nulla di particolare. Gli scenari ora sono quelli previsti in una Repubblica parlamentare, e bisogna attendere le consultazioni al Quirinale».
PD “GOVERNO FORTE CON M5S, SE NO VOTO”
Silvio Berlusconi, Antonio Tajani, Maria Stella Gelmini e Annamaria Bernini sono a colloquio nello Studio alla Vetrata con il Capo dello Stato per le consultazioni che in maniera rapida stanno avvenendo in modo da presentare una possibilità concreta a Mattarella che dovrebbe forse già stasera annunciare le sue decisioni in merito rispetto alla crisi di Governo attualizzata. I colloqui sono stati decisamente più brevi del previsto, compreso il Partito Democratico che era il secondo più atteso della giornata dopo i suoi possibili alleati futuri del M5s: «Il Pd ritiene utile provare a costituire un governo di svolta», ha spiegato il Segretario Zingaretti accompagnato da Marcucci-Delrio (i capigruppo) e i membri della Segreteria Gentiloni e De Micheli, «Abbiamo espresso al presidente della Repubblica la volontà di formare una diversa maggioranza con l’avvio di una fase politica nuova, per dare vita a un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica». Per il Pd quello che serve al Paese non è un Governo “ad ogni costo”, ma «un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, con una ampia base parlamentare, che possa dare speranza agli italiani». Se però l’accordo con i 5Stelle non dovesse avvenire per svariati motivi, «lo sbocco naturale sono nuove elezioni anticipate per le quali il Pd è pronto». Infine chiosa ancora Zingaretti «Per noi è una scelta non facile a causa dell’eredità pesante del precedente governo e della distanza politica con alcune forze, in particolare il M5s, protagoniste del governo Conte»; durante le consultazioni, il Pd ha aggiornato a Mattarella «i primi, non negoziabili, principi cui un nuovo governo dovrebbe rifarsi», ovvero i 5 punti decisi ieri in Direzione Nazionale con l’approvazione all’unanimità.
MELONI DA MATTARELLA: “SUBITO ELEZIONI, NO GOVERNICCHI”
Giorgia Meloni ha dimostrato quello che ha sempre sostenuto in questi mesi: «l’Italia ha bisogno di nuove elezioni per far dare al popolo quello che ormai è palese a tutti. Lega e Fratelli d’Italia sono gli unici partiti che crescono in tutte le ultime elezioni locali». Primo partito di questa seconda giornata di consultazioni è proprio Fratelli d’Italia che ha illustrato come Mattarellla abbia solo due opzioni e che non per forza la via “costituzionale” è solo quella di un nuovo Governo con accordo tra Pd e M5s: «Le elezioni per Fratelli d’Italia sono l’unico esito possibile. Avremo voluto prendere atto della crisi qualche mese fa», spiega la Meloni che poi aggiunge davanti allo studio alla Vetrata del Quirinale «L’unico modo che abbiamo per un governo stabile è andare a votare: tutto il resto durerà solo qualche mese: gente che fino a ieri si insultava oggi non può andare d’accordo». Poi la leader FdI annuncia «Ho sentito Salvini e penso che se si andasse al voto ci sarebbe sicuramente una compagine formata da Fratelli d’Italia e Lega, vedremo cosa farà Forza Italia, e sicuramente sarebbe già una forza maggioritaria». Entrati da Mattarella ora Zingaretti, Gentiloni, De Micheli, Delrio e Marcucci: il Pd sarà molto interessante vedere che tipo di proposta farà, anche se partirà come noto dai 5 punti espressi ieri in Direzione Nazionale.
INIZIANO LE CONSULTAZIONI: IN MATTINA FDI, PD E FI
Si apre ufficialmente (dalle ore 10:00 in poi) la seconda e decisiva giornata di consultazioni al Quirinale. Dopo che ieri hanno sfilato al Colle i partiti di “seconda fascia”, oggi sono attesi i big della politica italiana, a cominciare dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, passando per il Partito Democratico e Forza Italia, arrivando fino a Fratelli d’Italia. Una volta ascoltato il pensiero dei vari gruppi, toccherà al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, indicare la retta via tra Elezioni subito o Governo di legislatura “forte” presumibilmente tra Pd, LeU e Movimento 5Stelle. Il primo partito sarà quello di Giorgia Meloni, quindi i Dem di Zingaretti alle ore 11:00 e i forzisti di Berlusconi a mezzogiorno. I colloqui riprenderanno a inizio serata, con la Lega di Salvini alle ore 16:00 e in chiusura il Movimento 5 Stelle di Di Maio alle 17:00. Quest’ultimo, subito dopo aver parlato con il capo dello stato, convocherà i gruppi cinquestelle di Camera e Senato per fare il punto della situazione e programmare le prossime mosse. L’esito dei colloqui potrebbe essere comunicato nella serata di domani. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SECONDA GIORNATA DI CONSULTAZIONI
Il primo giorno di consultazioni al Colle con il Presidente Mattarella ha fatto emergere una netta “prevalenza” in merito alla crisi di Governo aperta dopo le dimissioni del Premier Conte: il partito del “non voto” è vivissimo e non intende arrendersi ad abbandonare la legislatura tanto facilmente, anche se i paletti paletti sono svariati. Oggi però è il vero giorno della verità con la salita al Quirinale dei partiti più importanti con attesi tutti i leader principali che si contenderanno la sfida nella sfida: Governo subito in autunno (come scelto da Lega, Fratelli d’Italia e in parte da Forza Italia) o ipotesi di Governo di legislatura da trovare subito in aula con i voti di Pd, M5s, LeU e gruppi Autonomie-Misto. Le alternative oggi verranno presentate ulteriormente ai gruppi presenti per le consultazioni e forse già in serata Mattarella darà il suo ufficiale responso in quella che appare la decisione più delicata e tesa dell’intera storia recente della Repubblica italiana. Specie da LeU e dal Gruppo Misto ieri l’indicazione arrivata al Colle è stata abbastanza chiara: «Governo di legislatura, i numeri ci sono. Ora sta a Pd e M5s trovare l’asse comune», ha spiegato l’ex Presidente del Senato Pietro Grasso (tra l’altro identificato, assieme a Roberto Fico, come i possibili nomi per un Premier del Governo anti-Salvini). Il calendario delle consultazioni di questa seconda e ultima giornata – sempre con diretta streaming video dal canale YouTube del Quirinale – prevede i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia (ore 10.00), Partito Democratico (ore 11.00), Forza Italia (ore 12.00), Lega Salvini (ore 16.00) e Movimento 5 Stelle (17.00).
CONSULTAZIONI MATTARELLA: VOTO O GOVERNO PD-M5S?
Le fonti del Colle hanno fatto trapelare ieri la forte intenzione di Mattarella di evitare il più possibile la messa a rischio dei conti italiani e il rischio di aumento Iva, da qui vengono gli inviti del Pd ieri in Direzione Nazionale a dialogare con i 5Stelle, ferma restando la discontinuità rispetto al passato (5 punti programmatici molto “ampi” nei quali può nascere un asse con i grillini). Di contro, Salvini assieme al Centrodestra proseguono negli attacchi a dem-5Stelle con l’accusa di inciuci e «paura di andare al voto per dare la parola agli italiani». «La Lega è già tutta al lavoro per costruire l’Italia dei SÌ – hanno spiegato i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari -, fondata su un taglio di tasse per 10 milioni di cittadini, investimenti pubblici, infrastrutture, processi giusti e veloci, certezza della pena e bambini che tornano a nascere. Altri stanno pensando al governo dei NO e delle poltrone? Andiamo a elezioni e facciamo scegliere gli Italiani! Chi scappa dalle urne ha la coscienza sporca». Zingaretti ha ottenuto pieno mandato dal suo partito, compreso Renzi, per andare a dialogare con il M5s per evitare le urne subito e relegare così la “pazzia” di Salvini nell’aprire la crisi di Governo. In un duro comunicato ieri sera, il Movimento 5 Stelle ha fatto sapere «Luigi Di Maio ha incontrato i capi commissione del MoVimento 5 Stelle. È stata fatta una ricognizione di tutte le proposte che si stavano per approvare prima della follia di Salvini di far saltare il Governo. Chi ha aperto questa crisi buttando tutto all’aria pagherà un caro prezzo, ne siamo certi!». Il livello dello scontro è molto forte e le strade che separano la decisione del Presidente della Repubblica dall’annuncio all’intera nazione – se Elezioni in autunno o Governo di legislatura tra Pd, M5s e Sinistre – passano tutte dalle consultazioni che si terranno nelle prossime ore al Quirinale.