Anno sabbatico per Sandro Piccinini, che dopo aver commentato la finale dei mondiali di calcio del 2018, si è messo in stand-by inattesa di una nuova proposta, che per ora non è ancora arrivata: “Io e Mediaset ci siamo lasciati dopo 30 anni di matrimonio felice – racconta lo storico cronista della tv del biscione ai microfoni de La Verità – difficile tornare assieme dopo una separazione consensuale. Il vero motivo della separazione? Quando ci si separa dopo 30 anni non è elegante svelare il motivo. Anche le coppie migliori hanno voglia di cambiare. Ripensamenti? Tutto è possibile ma li ritengo improbabili”. Per ora non sembrano esservi sbocchi per il buon Piccinini, divenuto famoso sia per le sue ottime telecronache quanto per le sue famose frasi entrate nell’immaginario collettivo come “proprio lui”, “incredibile”, e “sciabolata morbida”, giusto per citare le più note: “La Rai non può assumere esterni da un giorno all’altro, Sky ha quasi più telecronisti che partite e Dazn è una realtà appena nata. Inoltre io sono una figura ingombrante il cui innesto può provocare malumori che non sempre i direttori subiscono volentieri. Credo bisognerà attendere il nuovo contratto dei diritti quando qualche nuovo marchio di streaming potrebbe ricorrere alle prestazioni di un telecronista sufficientemente popolare”.
SANDRO PICCININI E GLI ANEDDOTI SULLA SUA CARRIERA
Piccinini, che all’attivo ha più di 2000 telecronache, racconta poi un aneddoto assurdo, riguardante una delle prime telecronache fatte in carriera: “La più avventurosa? Bisogna tornare ai tempi delle tv locali quando feci la cronaca di una partita senza vederla. Lavoravo a Teleregione, un’emittente romana. A Firenze c’era Fiorentina-Lazio e a quei tempi radio e tv non erano ammessi in tribuna stampa con i telefoni fissi, i cellulari non esistevano. Facemmo un sopralluogo e trovammo un telefono a gettoni nel bar della tribuna centrale, ma da quel telefono si vedevano solo le nuche. Inventammo il nostro sistema: ci munimmo di un sacchetto con 400 gettoni e di tanti foglietti da compilare con scritto “tiro di”, “fallo di”, “dribbling di”. Pellegrino guardava la partita, aggiungeva i nomi dei calciatori e mi portava dieci foglietti alla volta, intanto io facevo la mia cronaca di fantasia aggiungendo le note dei foglietti. In pratica facevo una cronaca con uno o due minuti di ritardo. Alla fine della partita mi ritrovai con una manciata di gettoni e un mal di testa feroce”. Pochi dubbi invece sulla telecronaca più stressante: “Juventus-Milan, finale di Champions League del 2003, 20 milioni di telespettatori su Canale 5. I calci di rigore fecero l’80% di share. Noi eravamo la televisione del Milan ma non arrivò mezza telefonata di protesta”. La più emozionante resta invece l’ultima: “Francia-Croazia del Mondiale 2018”.