Sono durissime le accuse nei confronti della nota azienda americana, Johnson & Johnson, condannata ad una multa da 572 milioni di dollari, per aver favorito la diffusione degli oppiacei. La sentenza, immediatamente impugnata dai legali della stessa multinazionale, giunge dallo stato dell’Oklahoma, e secondo Mike Hunter, procuratore generale, l’azienda farmaceutica, famosa in Italia soprattutto per il borotalco, avrebbe avuto un ruolo attivo nello spingere i medici a superare la loro riluttanza nel prescrivere gli oppioidi. “Johnson & Johnson – spiega Hunter – ha messo in atto una frode di marketing guidata dal desiderio di realizzare miliardi di profitti e lo ha fatto sviluppando e realizzando un piano per influenzare direttamente e convincere i medici a prescrivere sempre più oppioidi”, nonostante fosse a conoscenza dei rischi. Sulla stessa linea di pensiero Brad Beckworth, il legale che ha rappresentato lo stato dell’Oklahoma durante il processo “Abbiamo mostrato che Johnson & Johnson è alla radice della crisi degli oppiacei, che ha realizzato miliardi di dollari in un arco temporale di 20 anni. Hanno sempre negato la responsabilità anche se allo stesso tempo hanno affermato di voler fare la differenza nel risolvere il problema”. Rimanda al mittente ogni accusa la stessa azienda, secondo cui la diffusione degli oppioidi non è colpa dei loro prodotti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
JOHNSON & JOHNSON: MULTA DA 572 MLN DI DOLLARI
Bufera sulla Johnson & Johnson, la nota multinazionale farmaceutica statunitense, condannata a pagare una multa superiore ai 500 milioni di dollari. Secondo quanto riferito dall’edizione online di Repubblica, un giudice dell’Oklahoma ha condannato la stessa azienda perché ritenuta responsabile dello sviluppo della crisi degli oppioidi nello stesso stato a partire dagli anni ’90. Thad Balkman, giudice distrettuale della Cleveland County, ha quindi imposto una pena pari a 572 milioni di euro, ritenendo la Johnson & Johnson collegata alle oltre 400.000 persone che sono morte di overdose di antidolorifici, ma anche eroina e Fentanyl negli Stati Uniti, cifre citate dall’autorevole Washington Post. “La crisi degli oppiacei – le parole dello stesso Balkman – ha devastato lo stato dell’Oklahoma e deve essere immediatamente stroncata. Ritengo che le azioni degli imputati abbiano causato danni, e quei danni sono tra quelli riconosciuti dalla legge statale perché tali azioni provocavano nocumento, lesioni o mettevano in pericolo il benessere, il riposo, la salute o la sicurezza dei cittadini dell’Oklahoma”.
JOHNSON & JOHNSON, MULTA DA 572 MLN DI DOLLARI
Il procuratore generale dell’Oklahoma, Mike Hunter, aveva chiesto alla J&J danni per ben 17 miliardi di dollari, ma il giudice ha utilizzato la “carota”, optando per soli 570 mln. Johnson & Johnson ha immediatamente annunciato il ricorso in appello, e di conseguenza il contenzioso non è ancora finito. Quello portato avanti nello stato degli Usa è soltanto uno dei moltissimi casi fra i centinaia di ricorsi che erano stati presentati dalle autorità pubbliche negli ultimi anni nei confronti delle case farmaceutiche, nonché verso i distributori di antidolorifici per la crisi degli oppiacei. In passato la Purdue Pharma e Teva, erano giunte ad un patteggiamento con lo stato, pagando una multa rispettivamente da 270 e 85 milioni di dollari a testa. Solamente in Oklahoma sarebbero circa 6mila le persone decedute per overdose da calmanti e antidolorifici.