Secondo uno studio reso pubblico da Geoverdose.it, piattaforma digitale che collabora con la Società italiana delle tossicodipendenze, in Italia si assiste a un ritorno dell’uso dell’eroina come non succedeva da tempo. Non solo: i dati resi noti ci dicono che a farne uso sono soprattutto persone non giovanissime ma di età intorno ai 40 anni, soprattutto uomini e non sposati, cioè single. Inoltre veniamo a sapere che il fenomeno si sta diffondendo particolarmente nel nord est del paese, quell’area, crisi a parte, considerata la più ricca d’Italia, come il Veneto, la regione che è al primo posto nell’uso di eroina e purtroppo anche dei decessi, 25 nel solo 2019. Scarso invece il fenomeno nel Meridione e nelle isole. Fenomeno confermato anche dalle forze dell’ordine, come ha sottolineato il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto in una intervista al Corriere della sera: “lo scenario, in base ai sequestri da noi effettuati, è peggiore di quello degli anni 80 e il numero dei morti rischia di essere più alto”. Ne abbiamo parlato con il dottor Antonio Boschini, responsabile terapeutico della comunità di recupero di San Patrignano: “L’eroina di fatto non è mai scomparsa” ci ha detto “ma è vero che sta tornando in auge. Negli anni 70 e 80 il cento per cento delle persone che si recavano in cura avevano dipendenza dall’eroina, negli ultimi anni tale percentuale è andata scendendo sempre di più mentre aumentava la dipendenza dalla cocaina”. Spiega Boschini che San Patrignano non può essere considerato uno specchio completo della realtà nazionale sull’uso delle droghe, in quanto da loro si reca chi vuole farsi curare, ma comunque presso le loro strutture “c’è un livellamento pari al 60% delle persone che entrano che ha fatto uso di eroina, del 40% invece di cocaina. Molto spesso le due droghe si sovrappongono”.
IL FENOMENO DEI PAINKILLER OPPIOIDI
Ci dice però che ancora “più che un ritorno dell’eroina vediamo un ritorno dell’uso della siringa che era quasi del tutto scomparsa. Una delle ipotesi per questo è che come avviene già in diversi altri paesi si sta diffondendo un taglio dell’eroina, il Fentanyl, particolarmente letale che è quello che sembra sia responsabile anche della morte del cuoco italiano che lavorava a New York (Andrea Zamperoni, ndr). L’uso subdolo di questa sostanza da taglio che è più potente dell’eroina produce un cocktail mortale”. Boschini ci spiega poi che oggi, a differenza del passato, il percorso che portava all’eroina, passando prima dalla cannabis, poi dalle droghe cosiddette chimiche e sintetiche e infine all’eroina, oggi si è drammaticamente ridotto: “Si passa direttamente dalla cannabis all’eroina. Questo succede probabilmente per meccanismi di mercato, cioè marijuana mischiata con l’eroina, forse perché costa poco, ma la cosa certa è che l’assunzione di eroina avviene tramite siringa cosa che era diventata piuttosto rara e oggi è di nuovo massiccia”. I dati parlano di persone di mezza età che vivono nelle regioni economicamente meglio messe d’Italia, come mai? “Questo potrebbe essere un fenomeno che assomiglia a quanto avviene da tempo nel mondo anglosassone e che forse comincia a prendere piede anche qui, non lo posso escludere”. Quale? “In America si è arrivati a prescrivere anche per una sciocchezza come il mal di testa, un dolore a una caviglia, degli anti dolorifici, i cosiddetti painkiller, a base di oppiacei che creano dipendenza. Così si è assistito allo svilupparsi di una dipendenza dall’eroina in persone di mezza età. Non escluderei che la stessa cosa stia cominciando a succedere anche da noi. Io vedo che spesso mando ragazzi di San Patrignano al pronto soccorso publico e vengono loro prescritti anti dolorifici a base di oppiacei. Questo è scandaloso e gravissimo. Penso ci sarà presto, temo una problematica come quella americana se i nostri medici non comprendono la gravità del fenomeno”.