Interviene anche Rosita Celentano dopo la decisione dell’Inter di rinunciare all’inno “Pazza Inter amala“, apprezzatissimo dai tifosi di fede interista Nel 4-0 d’esordio in campionato contro il Lecce a San Siro, infatti, prima e dopo la gara ha risuonato il brano “C’è solo l’Inter”, composto da Elio e Graziano Romani. Una scelta seguita cronologicamente alle parole del nuovo allenatore, Antonio Conte, che fin dal video di presentazione aveva chiarito:”Basta parlare di pazzia, l’Inter sarà regolare e forte”. Rosita Celentano, che “Pazza Inter” l’ha prodotta, su Instagram ha lamentato:”Apprendo con grande dispiacere la decisione della società dell’Inter di non utilizzare più Pazza Inter come inno ufficiale della squadra. Senza nulla togliere alla memoria di Peppino Prisco e agli stimatissimi Elio e le Storie Tese, io ascolterei maggiormente i tifosi. A me piace pensare che Pazza Inter abbia rappresentato così bene lo spirito folle e innamorato dell’interista tifoso, calciatore e dirigente, da sostenere quella speciale magica alchimia da vittorie e scudetti”.
INNO “PAZZA INTER AMALA” SOSTITUITO
Rosita Celentano continua nella sua difesa di “Pazza Inter”:”Quando ho deciso di produrlo scelsi un brano allegro ed entusiasta. Chiesi agli autori di immedesimarsi nella squadra e nei tifosi e sopratutto partimmo da una richiesta precisa dell’allora Presidente Massimo Moratti: “Usate le parole Pazza Inter e Amala, perché raccontano come si sente un interista”. Gli interisti sono un po’ folli e amano alla follia! Pazza Inter è così tanto amata perché rappresenta l’identità di chi la canta. È un inno alla gioia, da la carica, unisce ai colori della maglia ed ha un sapore scanzonato e grintoso allo stesso tempo. Incisa dagli allora membri della squadra, fa sentire il calciatore un tifoso, e il tifoso un calciatore, a cui sembra di esseri lì, anche lui, in campo a toccare la palla col piede prima che entri in rete! Pazza Inter oltre a essere un inno è energia sonora interista. È un peccato se allo stadio non vibrasse più il suo eco in così tanti cuori. Chissà forse anche Prisco la penserebbe nel mio stesso modo”.