Oltre alla moglie Mariella Cavanna, ha parlato di Gaetano Scirea anche il figlio Riccardo. A trent’anni dalla morte del padre, quando lui aveva solo 12 anni, lo ricorda nell’intervista rilasciata a Repubblica. Seppe della morte del padre dalla tv. «Io ero al mare con i nonni. Lo disse Sandro Ciotti alla Domenica Sportiva e io lo seppi così, dalla televisione». La madre era invece con Anna, moglie di Dino Zoff. I due negli anni ’90 hanno poi venduto la loro casa di Torino, ma ne hanno comprato un’altra a cui erano legati, quella che era stata di Zoff. Il portiere è rimasto al loro fianco dopo la tragedia. «Con mamma decidemmo di comprare questa casa quando Dino e Anna andarono a Roma, fu quasi come perdere due papà e un’altra mamma in una manciata di mesi». Scendeva spesso a Roma da Zoff, che lo portava all’allenamento della Lazio. «Ricordo Paul Gascoigne che scherzava con me». (agg. di Silvana Palazzo)
GAETANO SCIREA, 30 ANNI FA LA MORTE: PARLA LA MOGLIE MARIELLA CAVANNA
A 30 anni dalla morte di Gaetano Scirea, la moglie Mariella Cavanna racconta il loro amore come se lui le fosse ancora accanto. La Juventus ha avuto un ruolo molto importante per far sì che la donna non soccombesse al dolore. «Ha fatto moltissimo per me. Non mi ha mai abbandonata», ha raccontato nell’intervista concessa al Corriere della Sera. Quando il marito morì, la donna aveva 40 anni, ma non ha mai pensato di rifarsi una vita. «Gaetano è rimasto sempre con me e non ha lasciato vuoti. Non ho desiderato altri anche perché avrei fatto sempre paragoni e mi sarebbe mancato ancora di più». In questi trent’anni gli ha sempre parlato, è sempre andata a trovarlo nel piccolo cimitero di Morsasco. «Il rito allevia il distacco». Ma Gaetano Scirea non è rimasto solo nel cuore di Mariella Cavanna e di suo figlio Riccardo, ma in quello di tutti. E questo per una ragione molto semplice, secondo la vedova. «Univa la grandezza d’animo all’essere campione. Era un uomo speciale e allo stesso tempo normalissimo».
GAETANO SCIREA E QUELLA 131 COLOR ROSA…
Guai a pensare che Mariella Cavanna abbia idealizzato il marito Gaetano Scirea dopo la sua morte. «Non è una favola. Oggi i calciatori fanno i divi, si atteggiano da grandi e gratta gratta sotto non c’è niente». Anche Cesare Romiti, all’epoca della tragedia presidente della Fiat, le raccontò di quanto fosse diverso il marito rispetto agli altri e del suo altruismo quando andava da lui a parlare a nome della squadra. «Non chiedeva nulla per sé ma sosteneva gli interessi dei compagni». Nell’intervista al Corriere della Sera ha spiegato che solo una volta accettò un regalo: una 131 color rosa definita «orribile» dalla donna. «Non gli interessavano le Ferrari. Era un uomo essenziale. Finsi di arrabbiarmi, ma come non potevi prenderla almeno di un colore diverso? Salire su quell’auto era altro spunto di allegria». Oggi tra l’altro verrà lanciata in radio (piattaforma streaming e digital download) la canzone “Mi chiamo Gaetano” del compositore Giuseppe Fulcheri. Metà dei proventi sono destinati alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro e devoluti all’istituto Candiolo.