L’ora della resa è mezzogiorno di lunedì 2 settembre, quando le agenzie di stampa battono una dichiarazione dell’on. Andrea Crippa, trentaduenne e fascinoso vice di Matteo Salvini alla guida della Lega, il vero delfino balzato da guida dei giovani a numero due del partito: “nove senatori Cinquestelle sono venuti a bussare alle nostre porte chiedendo un collegio sicuro in cambio del no alla fiducia al governo”. Eccallà, hanno gridato in sala stampa due colleghi romanacci e scafati come me: Crippa butta le mani avanti, rivela quello che si diceva da giorni, e cioè che Salvini ha in mano il Senato con una decina di pentastellati in sonno e pronti a tradire in cambio della candidatura.
E invece no. Invece l’outing di Crippa è il bollettino della resa: la trattativa c’è stata, è stata serrata, seduttiva, lusingante e provvista perfino della firma notarile di un patto di ricandidatura. Ma la sporca dozzina di senatori non ha abboccato: “hanno fatto due conti” – spiega un senatore leghista sotto anonimato – “ognuno di loro ha davanti tre anni e mezzo di legislatura, a cui dovrebbero rinunciare per la promessa di candidatura di Salvini che gli offrirebbe alla fine un anno e mezzo in più, ammesso che mantenga l’impegno e che la prossima legislatura duri cinque anni”. Eh no che non gli è convenuto, saranno populisti ma due conti i senatori grillini li sanno fare, e dunque sfileranno compatti al Senato a dire di sì al governo Conte e ad altri 36 mesi di stipendioni parlamentari.
E allora perché Crippa si è affrettato a fare quella dichiarazione? Anzitutto perché la resa era avvenuta, e quindi tanto valeva provare a cambiare le carte in tavola, a dire che erano gli altri a bussare a casa leghista. Eppoi c’è una terribile angoscia, un’altra in più, a turbare le notti insonni del Capitano e del suo baldo delfino: e se i senatori, come è uso fare tra i pentastellati, hanno registrato tutto?E se all’improvviso quei file audio ce li ritroviamo su qualche rotocalco antileghista? Ad aumentare il terrore c’è la circostanza che due senatori in questione sono napoletani, e la loro registrazione finirebbe per competenza sulla scrivania della procura di Napoli, proprio quella che ha ottenuto già sentenze favorevoli sui casi storici di compravendita di senatori.
Insomma, una grana in più per il Capitano sceso da cavallo. Ecco perché in un mezzogiorno già di fuoco il prode e fedele Crippa ha provato a sminarla con qualche lancio di agenzia.