Non pare l’abbiano presa benissimo in Cina la nomina di Ministro degli Esteri dell’ex titolare di Lavoro e Mise nonché vicepremier dello scorso governo Conte: Luigi Di Maio in Cina, nonostante l’accordo stipulato nella scorsa primavera tra Il Premier Conte e il Presidente Xi Jinping sulla “Via della Seta”, non viene visto di buon occhio e lo dimostrerebbe il primo commento dell’agenzia ufficiale di regime, la Xinhua. Per l’organo controllato direttamente dal consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha dedicato un breve articolo con ritratto di tutti i principali Ministri del Governo Conte-bis e sul nuovo titolare della Farnesina non ci sono andati certo “leggeri”: «Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, è una scelta insolita come ministro degli Esteri. Il 33enne Di Maio – già vicepresidente del primo governo Conte – non è laureato, ha una scarsa conoscenza delle lingue straniere, e nella sua vita pubblica ha finora mostrato poco interesse nelle questioni globali». Come dire, una bocciatura al 100% per chi dovrà d’ora in poi raggiungere diplomaticamente le sedi e ambasciate di tutto il mondo rappresentando il nome del nostro Paese e incarnando la nota disponibilità “dialogante” che l’Italia ha sempre mantenuto all’estero.
DI MAIO, LA CINA E LA VENDETTA DI XI JINPING
Dall’aver confuso il Cile con il Venezuela (nella famose gaffe su Pinochet nato a Caracas, ndr) fino alle non perfette performance in lingua inglese, il curriculum all’estero del nuovo Ministro giallorosso non sembra far partire nel modo giusto la carica di Luigi Di Maio. Non solo, con l’appoggio totale (poi rimangiato, ndr) con tanto di foto con i leader dei Gilet Gialli nel pieno delle contestazioni anti-Macron si è anche guadagnato il forte disappunto del partner europeo per eccellenza, la Francia. Insomma, strada in salita con quest’ultima “mazzata” dalla Cina che può suonare anche come una “vendetta” contro chi solo qualche mese fa aveva erroneamente chiamato il Presidente della Cina “Ping”: «Il nuovo governo italiano ritiene che il rapporto con la Cina sia fondamentale» aveva spiegato Di Maio a Shanghai durante la China International Import Expo, peccato che nel discorso ufficiale l’allora vicepremier definì “Ping” invece Xi Jinping il leader cinese, causando notevole imbarazzo per la delegazione italiana e costringendo il traduttore a correggere subito la gaffe del nuovo Ministro degli Esteri del Governo Conte-bis.