Sono trascorse solo poche ore dall’inizio del nuovo Governo M5s-Pd, ma il clima è già rovente. Le due nuove forze di maggioranza subito in sintonia per quanto riguarda il capitolo migranti, basti pensare allo stop alla legge del Friuli, un po’ meno per ciò che concerne le Grandi opere. E molti esponenti grillini non si fanno problemi ad esternare il proprio disagio per l’accordo con i dem, i nemici giurati di un tempo. Qualcosa bolle in casa Movimento 5 Stelle, come conferma l’indiscrezione lanciata da Repubblica: domani, sabato 7 settembre 2019, è in programma un incontro a Bologna per discutere e riflettere «sull’inciucio» con il Partito Democratico. Dissidenti e scontenti a raccolta, a partire dal consigliere regionale del Lazio Davide Barillari, che ha sottolineato di «non voler morire piddino». Sgombrato il campo da possibili scissioni o correnti, il summit rappresenta comunque un primo, preoccupante, mal di pancia…
CAOS M5S, NEL MIRINO L’ACCORDO COL PD E IL LEADER DI MAIO
A meno di 24 ore di distanza dal giuramento e dal primo Consiglio dei ministri, in casa M5s non tutti palesano lo stesso entusiasmo. La storica dissidente Elena Fattori ha messo nel mirino il leader Luigi Di Maio: «Chi fa il capo politico non deve avere ruoli di Governo. Ho visto bene Zingaretti fuori da questo esecutivo, avrei voluto vedere fuori anche Di Maio: se tu sei capo politico, devi dedicarti giorno e notte all’organizzazione del movimento», le sue parole a Radio Cusano Campus. E anche l’europarlamentare Piernicola Pedicini è tutt’altro che soddisfatto della trattativa tra Pd e M5s sulla nascita del Conte-bis: «Siamo costretti ad assistere inermi alla consegna dell’Italia al Pd in Europa, alla consegna dell’Italia ai signori dell’austerità, ai signori dei meccanismi europei che hanno strangolato le nostre attività produttive, le nostre piccole e medie imprese, e il Sud». Per Ignazio Corrao, invece, l’esecutivo giallorosso ha il compito di «far scomparire l’identità grillina».