Non vi è alcun dubbio che il sistema di difesa israeliano Iron Dome sia stato, e sia, in grado di fermare l’offensiva missilistica proveniente da Gaza nonostante questa si faccia sempre più sofisticata e quindi pericolosa ai confini sud di Israele. Inoltre non dobbiamo mai dimenticare che a nord del paese Hezbollah possiede un numero considerevole di missili. Proprio per questo da parte di Israele diventa necessario una costante vigilanza.
Tuttavia il vero nemico di Israele è rappresentato dall’Iran, che viene considerato dal Mossad l’avversario più pericoloso e insidioso. Infatti l’Iran sta ponendo in essere strategie sempre più diversificate per radicarsi sui confini di Israele e sta sostenendo sul piano economico e sul piano militare Hamas e la Jihad islamica nel sud e Hezbollah nel nord. Inoltre la sua presenza in Libano e il tentativo di utilizzare la Siria, l’Iraq e il suo sostegno agli Houthi in Yemen contro l’Arabia Saudita sono strategie volte da un lato a destabilizzare e nel contempo a portare in essere il suo progetto di islam globale teorizzato dalla dottrina messianica sciita, che interpreta il mondo in un’ottica dualistica in base alla quale l’Occidente con i suoi valori rappresenta e incarna il male.
Ebbene, al di là dei tentativi promossi da Macron e da Trump e al di là della vuota retorica sulla possibilità di stabilizzare l’area, Israele e l’Iran si considerano nemici irriducibili e assoluti. Infatti nessuno dei due giocatori intende conseguire una pace intesa come mediazione, soprattutto perché vi sono più interessi a mantenere la scacchiera mediorientale in una permanente instabilità piuttosto che a trovare una soluzione politica di medio-lungo termine.
Escludendo che si possa quindi raggiungere un compromesso credibile e duraturo nel tempo, due sono gli scenari possibili: o una guerra analoga a quella del 2006 o una conflittualità permanente tra Iran ed Israele che non si traduca in una guerra aperta.