L’ultima immagine che avevamo di Kim Clijsters su un campo da tennis risale agli Us Open 2012: sconfitta con due tie break dalla rampante e diciottenne Laura Robson (sulla quale si potrebbe aprire un capitolo a parte, ma non è questa la sede), abbandonò la scena per la seconda volta e in maniera definitiva. Fino a oggi: con un annuncio a sorpresa, la belga ha comunicato che dal 2020 tornerà a competere nel circuito Wta. “Cosa voglio davvero dalla vita?” ha detto in un video pubblicato sui social network. “Negli ultimi sette anni sono stata una mamma a tempo pieno, ed è una cosa che adoro. Ma ho anche amato essere una tennista professionista e, sinceramente, quella sensazione mi manca. Perciò… se provassi a fare entrambe le cose?” Così la Clijsters torna alla ribalta: senza troppe pretese, senza l’assillo del risultato a ogni costo, senza dover dimostrare qualcosa a chiunque. Perchè dovrebbe, poi? Kim Clijsters ha vinto quattro Slam, è stata numero 1 al mondo, è stata la prima belga in era Open a giocare la finale di un Major, ha vinto le Wta Finals senza perdere set, ha eguagliato il primato di Monica Seles riuscendo a chiudere un anno solare con almeno la semifinale raggiunta in ogni singolo torneo. Da due anni è nella Hall of Fame del tennis: insomma, davanti a una così bisognerebbe solo inchinarsi e applaudirne la scelta. Vai tu però a spiegare che, se Kim Clijsters torna a giocare, è inevitabile anche solo sperare che vinca qualcosa; non era successo lo stesso con Bjorn Borg? Sappiamo come andarono le cose: tornò dieci anni dopo con la racchetta di legno, quando tutti avevano operato la transizione, perse sempre e se ne andò senza fare troppo clamore – a differenza di quanto accaduto nel 1981, in quello stesso Flushing Meadows teatro dell’addio della Clijsters. Noi ci limitiamo a dire che siamo contenti di rivedere Kim nel circuito Wta, che sotto sotto non ci aspettiamo niente ma che sarebbe una bella favola se si qualificasse per le Olimpiadi (al termine del Roland Garros dovrebbe essere nelle 60 Wta: più facile pensarlo che farlo davvero).
KIM CLIJSTERS TORNA A GIOCARE
In quel settembre 2012, a distanza di pochi giorni, il tennis aveva salutato due ex numeri 1: oltre a Kim Clijsters aveva abbandonato anche Andy Roddick, protagonista di un emozionale discorso di commiato con l’Arthur Ashe in lacrime e il solito, meraviglioso gesto di sportività di Juan Martin Del Potro. Per la belga si trattava però del secondo ritiro: cinque anni prima, a soli 24 anni, aveva scioccato il mondo annunciando la volontà di smettere subito di giocare. La motivazione era ferrea: il matrimonio con Brian Lynch, ex giocatore di basket. Nel 2009 la Clijsters era tornata: all’epoca le sorelle Williams facevano il bello e cattivo tempo, Maria Sharapova aveva iniziato a vincere, all’orizzonte si affacciavano altre potenziali campionesse. “Non durerà”, dissero tutti: andò a finire che nelle prime due stagioni Kim vinse clamorosamente due Us Open in serie, il primo dei quali rimasto celebre per le scorribande sul centrale della figlia Jada, la primogenita nata l’anno prima (oggi la Clijsters ha tre figli). Nel 2011 vinse anche gli Australian Open, di cui aveva perso la finale sette stagioni prima contro la connazionale Justine Henin; la quale era più rivale che amica, e che nel periodo pre-ritiro le aveva già tolto la possibilità di vincere altri tre Slam (uno, al Roland Garros, con 12-10 nel set decisivo). Kim Clijsters, che oggi ha 36 anni e abbiamo continuato a vedere nei tornei delle leggende, ha 41 trofei in carriera: ha vinto due volte a Indian Wells, ha centrato il Sunshine Double, in tre occasioni ha trionfato alle Finals. No, onestamente non deve dimostrarci niente. Da appassionati, da chi l’ha ammirata nei due momenti topici della carriera accompagnando le sue bordate da fondo campo e vedendola difendere tutto (disse la Sharapova: “Bisogna aspettarsi che rimandi indietro ogni palla”) ci basta l’emozione di tornare a vederla giocare. Se poi sarà solo una vuota passerella, non sarà un nostro problema: bentornata Kim Clijsters, a dirla tutta ci eri mancata.