Sfera Ebbasta nel mirino dei parenti delle vittime della tragedia nella discoteca di Corinaldo. A poche ore dal suo debutto nella tredicesima edizione di X Factor in qualità di giudice, il 26enne trapper milanese è stato duramente criticato da Francesco Vitali, fratello della piccola Benedetta, la 15enne che perse la vita in quella drammatica serata al “Lanterna Azzurra”. Commentando l’approdo dell’artista nel parterre di giudici del talent show targato Sky, Vitali ha parlato alla stampa di “trovata pubblicitaria”, preannunciando anche che si rifiuterà di guardarlo. “Non sono mai stato un fanatico di X Factor ma ora che hanno messo lui come giudice mi interessa ancora meno” ha detto Francesco, accennando con una punta di giustificato veleno pure al fatto che visto che dopo l’8 dicembre se ne è parlato tanto, qualcuno nel programma pensa che “più se ne parla e più si fa pubblicità”. E a proposito dello stesso Sfera Ebbasta, Vitali ha ribadito quanto sottolineato dalle famiglie degli altri giovani che si trovavano in discoteca quella sera: “Non si è fatto mai sentire e l’11 dicembre, tre giorni dopo, ci ha fatto avere una lettera in cui scriveva che gli avrebbe fatto piacere incontrarci ma invano… Sarebbe stato meglio se non l’avesse mai scritta” chiosa amaramente il fratello di Benedetta.
CORINALDO, I PARENTI DELLE VITTIME CONTRO SFERA EBBASTA
La scelta di Sfera Ebbasta quale nuovo giudice di X Factor a dire il vero aveva già scatenato delle polemiche a inizio estate, quando erano state le famiglie di alcune delle vittime minorenni (tra cui Benedetta Vitali, Mattia Orlandi e Asia Nasoni) ad attaccare l’artista di Sesto San Giovanni, sostenendo che il diretto interessato ha a cuore solo i soldi e che lui, pur essendosi tatuato sulla testa sei stelline per ricordare quel luttuoso evento, forse “dei nomi delle persone morte non se ne ricorda nemmeno uno”. Dal canto suo, Gionata Boschetti (il nome di battesimo di uno dei rapper più in voga tra i giovanissimi), presentando la sua nuova avventura a X Factor, ha spiegato che anche a distanza di quasi dieci mesi “quello che è successo a Corinaldo è una tragedia che ha segnato me e tutti, non è una cosa che passa”: in conferenza stampa, anzi, a suo dire ha rivelato che per lui tornare a lavorare non è stato facile e quello che lo sconforta è che “non c’è un momento in cui questa situazione cambierà o le emozioni che provo cambieranno”.