Lo hanno definito “Yellowhammer”, che in italiano si traduce “zigolo giallo”, dal nome in inglese di un uccello. Ma la poesia finisce qui perché il piano svelato dal Sunday Times su una Brexit in caso di No Deal è tale da far tremare i polsi anche a quanti delle trattative con Bruxelles ne hanno abbastanza. Quando un paio di giorni fa il tabloid aveva portato alla luce l’esistenza di alcuni documenti governativi top secret che definivano lo scenario peggiore in caso di mancato accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Ue, Michael Gove, il ministro delle preparazioni al No Deal, aveva bollato il tutto come “documenti vecchi”. Peccato però che una legge approvata in extremis dalle opposizioni prima della sospensione del Parlamento voluta da Johnson – giudicata illegale da un tribunale scozzese in attesa che martedì arrivi il pronunciamento inappellabile della Corte Suprema – abbia costretto l’esecutivo alla pubblicazione del Yellowhammer. Risultato? Si è scoperto che lo scenario varato dal governo era datato soltanto 4 agosto: quando a Downing Street era già arrivato Boris Johnson, fermo sostenitore del No Deal, nonostante lo zigolo giallo…
BREXIT, SVELATO PIANO “APOCALITTICO” YELLOWHAMMER IN CASO DI NO DEAL
Ma cosa c’è scritto nelle 5 pagine di documenti che stanno facendo discutere il Regno Unito. Il piano Yellowhammer tratteggia problemi di ordine quotidiano che potrebbero far rimpiangere a tanti il voto favorevole alla Brexit. Intanto si afferma che i mezzi pesanti potrebbero aspettare fino a due giorni e mezzo per attraversare la Manica, con disagi che potrebbero risolversi non prima di 3 mesi. Le code influirebbero sulle consegne di carburante e gli acquisti in preda al panico potrebbero sortire carenze in varie zone del Paese. Come riportato da Euronews, ad essere interrotte potrebbero essere anche le catene che assicurano le forniture di medicinali del Regno Unito. Per qualcuno è allarmismo? No se si pensa che 3 quarti di quei farmaci passano proprio per il Canale della Manica. Nel documento si asserisce che uno stop della fornitura di medicinali per uso veterinario potrebbe “ridurre la capacità di prevenire e controllare i focolai di malattie”, il che potrebbe avere “un impatto negativo sulla salute e il benessere degli animali, sull’ambiente e sulla sicurezza alimentare”, impattando di conseguenza anche sulla salute umana. Pure i cibi freschi diminuiranno e gli acquisti in momenti di panico potranno “causare o aggravare l’interruzione dell’approvvigionamento alimentare”. Come conseguenza di questa situazione, si legge nel Yellowhammer non è da escludere che alla fine aumentino anche i disordini e le proteste e a quel punto immaginare una rivolta non sarebbe neanche così azzardato.