Il ministro Gualtieri è appena tornato dall’Ecofin informale che si è tenuto in Finlandia giusto con qualche promessa riguardo la possibilità di esentare gli investimenti green dal calcolo del deficit. Intanto, sul tema importante della modifica del patto di stabilità, il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire ha dichiarato di essere “molto prudente sull’idea di modifica delle regole”. Una prima doccia fredda per l’obbiettivo di ottenervi dei cambiamenti, espresso solennemente da Giuseppe Conte nel suo discorso per la fiducia. Il nuovo governo, che si è presentato con annunci roboanti del tutto sconditi di numeri, ha però un problema, come ci ricorda Mario Baldassarri, ex viceministro dell’Economia e presidente del centro studi EconomiaReale: i numeri andranno portati a breve in parlamento.
Cominciamo dalla manovra. Secondo lei, il governo riuscirà a non far scattare le clausole di salvaguardia?
Questo non è il problema di partenza per una finanziaria seria. Il ragionamento va sgombrato da un solo grande equivoco, ovvero pensare che le risorse disponibili sono legate a quanta flessibilità ci potrà garantire l’Europa. Flessibilità però vuol dire permesso a fare più debito, debiti che alla fine sono nostri.
La stagnazione italiana non è una novità, anche se ora la crescita zero è confermata. Ma adesso che anche i tedeschi hanno difficoltà l’Europa sarà più generosa verso di noi?
Anche questo fa parte del grande equivoco. L’Europa la flessibilità continuerà a darcela, ma sarà sempre nell’ordine di uno zero virgola, mezzo punto in più di deficit. Non serve il deficit, quello che dobbiamo considerare è che il bilancio pubblico italiano ha 900 miliardi di spesa e 855 miliardi di entrate. Guardando alla spesa, gli investimenti sono il 2%, il restante 98% è spesa corrente. E sulle entrate l’85% sono tasse sul lavoro, famiglie, pensionati e imprese. Con quel livello di spesa ed entrate il bilancio pubblico è un freno su crescita e occupazione. Il punto è fare una manovra quantitativamente rilevante, quindi occorre una manovra da 70-80 miliardi di euro senza un euro in più di deficit e spostando risorse dalla spesa corrente agli investimenti, con un abbassamento delle tax expenditures e il recupero dell’evasione.
Come?
In un mio recente libro mi sono detto: adesso faccio la spending review in tre pagine. Guardando tra le 7-8 grandi voci, ne ho individuate 3 specifiche che sono sospettabili di sprechi, malversazioni e ruberie: acquisti di beni e servizi, fondi perduti e tax expenditures. Tutti i commissari alla spending review hanno detto le stesse cose e sono stati cacciati via in malo modo: perché è una scelta politica.
Gualtieri ha fatto capire che la flat tax non verrà fatta. Si potrà intervenire sul taglio del cuneo fiscale?
Se parliamo di poche risorse comunque non servirà a nulla. 5 miliardi sul cuneo fiscale non avranno alcun effetto. Se spendiamo 23 miliardi per l’Iva, e poi facciamo un po’ di spesa per cuneo fiscale e Irpef arriveremmo a 35 miliardi, come sento dire in giro: non avremmo ottenuto nulla. Sarà come spingere un po’ sull’acceleratore col freno a mano tirato, che è la struttura della spesa e delle tasse. Non fare l’aumento dell’Iva poi vuol dire trovare risorse per coprire buchi degli anni passati, non dare uno stimolo aggiuntivo all’economia.
Gualtieri ha detto che non è credibile fare privatizzazioni per 18 miliardi di euro entro fine anno, come invece lo scorso governo prometteva di fare.
Io l’avevo detto che i 18 miliardi non ci sarebbero stati, l’avevo già detto 8 mesi fa. Gualtieri, persona onesta, ne ha solo preso atto. Questo mancato incasso da privatizzazioni vale l’1% di Pil in più di debito pubblico. Guardi: le privatizzazioni, la spending review e le tax expenditures sono i mantra su cui inutilmente e in modo illusorio sono campati tutti i governi degli ultimi 10 anni. I numeri invece dicono questo: negli ultimi 10 anni abbiamo alzato la spesa corrente e le tasse a chi già ne pagava troppe, mentre abbiamo tagliato della metà gli investimenti pubblici. Questa politica di bilancio frena l’economia.
Sarà possibile far partire dei cantieri anche se i cinque stelle restano in maggioranza, visto che il Pd ha il ministero delle Infrastrutture?
L’alta velocità, dopo che è stata respinta la mozione dei Cinque Stelle, dal punto di vista parlamentare dovrebbe avere il via libera. Per gli altri cantieri siamo ancora fermi. Da un lato abbiamo il Pd che si è sempre dimostrato favorevole alle infrastrutture, dall’altro i Cinque Stelle che coerentemente si sono sempre detti contrari, considerandoli uno spreco di risorse. La loro analisi costi benefici sul Tav grida vendetta.
Perché? Doveva essere una scelta politica?
Nella costi benefici hanno addirittura messo fra i costi i mancati pedaggi autostradali, che era l’obbiettivo della misura. I Cinque Stelle dovevano ammettere di non volerla fare, non nascondersi dietro la foglia di fico dell’analisi costi benefici, un testo pseudo tecnico del tutto non credibile.
Gualtieri ha detto che l’Ue potrebbe farci togliere gli investimenti green dal calcolo del deficit. Cosa ne pensa?
Su questo punto chiedo: quali sono gli investimenti green? Quanti soldi potrebbero essere? Non si è ancora parlato di quanti soldi e per fare cosa, per ora stiamo parlando del nulla.
Pensa che Gentiloni potrà avere un ruolo positivo per noi in Europa? O sarà controllato da Dombrovskis?
Non mi interessa come vengono disposte le figurine, è un problema di sostanza. E questa dice che le regole europee sono sempre le stesse.
Il nuovo governo ha concrete possibilità di modificare il patto di stabilità?
Serve un nuovo trattato o una sua nuova interpretazione, è positivo che se ne parli, che anche la Germania ora sia pronta a discuterne. Sono trent’anni che spingo per la distinzione tra spesa corrente e investimenti pubblici. Ma qualunque persona di buonsenso sa che cambiare questo processo richiederà se tutto va bene 3-4 anni, mentre la manovra va presentata tra 3-4 settimane.
Lo spread è basso. I mercati hanno apprezzato la stabilità o fa tutto parte della dinamica dei mercati finanziari che spinge verso tassi negativi?
È una notizia molto positiva che dice con chiarezza che quando lo spread raggiunse 300 punti base il motivo era per metà relativo al rischio cambio, visto che alcuni politici in maggioranza paventavano l’uscita dall’Euro. L’altra metà – circa 150 punti – è legata al rischio Italia, ovvero al debito pubblico, infatti paghiamo ancora interessi sul debito più alti di Spagna e Portogallo.
Alla Lega è convenuto stare all’opposizione in questa manovra?
Se si farà una finanziaria quantitativamente rilevante allora il governo avrà dato la svolta e legittimerà la sua durata. Altrimenti i problemi riemergeranno e questo sarà un enorme assist ai sovranisti nazionali. E lo stesso vale per l’Europa, i sovranisti sono stati frenati a maggio, ma ora sta alla Commissione dare una prospettiva di crescita, altrimenti si riprenderanno. Con il nuovo governo abbiamo frenato il sovranismo nazionale, ma se i giallo-rossi sbagliano questo sarà altra benzina per i sovranisti. Che io non condivido perché essere nazionalisti e sovranisti oggi, nel mondo globale, vuol dire esserlo negli Stati Uniti d’Europa. Politica estera, difesa, sicurezza e immigrazione, infrastrutture, ormai si possono fare solo a livello europeo.
I punti del nuovo governo sull’economia sono piuttosto vaghi…
Tutti i programmi di governo degli ultimi 15 anni sono stati più o meno vaghi, delle liste della spesa senza coperture, senza numeri. Questo governo ha la sfortuna che, appena presentato il programma, dovrà presentare in Parlamento la legge di bilancio, e lì i numeri vanno scritti entro due settimane.
(Lucio Valentini)