Architetto campione di motonautica, Fabio Buzzi ha lasciato un grande vuoto. Il 76enne fondatore della FB Design è morto ieri sera in un tragico incidente a Venezia e c’è grande sgomento nella sua Lecco, dove era da tutti stimato e apprezzato. Patrizio Sidoti, sindaco di Annone Brianza, ha elogiato la FB Design – ribattezzata la Formula Uno del mare – spiegando ai microfoni di Lecco Notizie: «Ricordo Fabio come un ottimo imprenditore, col suo bel caratterino, ma una persona a modo e disponibile. Ha seguito da vicino tutte le fasi di ricostruzione del Ponte di Annone e proprio insieme avevamo un progetto per renderlo più bello con i ragazzi delle scuole. Sono davvero scioccato dalla sua scomparsa, le mie più sentite condoglianze alla moglie e alle due figlie». «Era un grande uomo», il ricordo unanime di Fabio Buzzi, che ha lasciato un segno nel mondo della motonautica ma non solo. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FABIO BUZZI, LA DINAMICA DELL’INCIDENTE
Fabio Buzzi era considerato un vero e proprio “guru” della motonautica italiana. terribile l’incidente in barca dello scorso martedì nel quale è rimasto ucciso insieme ad altri due compagni di equipaggio mentre il quarto, Mario Invernizzi, si è miracolosamente salvato. A spiegare l’errore fatale commesso dal campione è stato Maurizio Darai, come riferisce Gazzetta.it: “Li abbiamo visti arrivare e la traiettoria era leggermente verso terra, forse hanno confuso le luci dell’ingresso del porto e si sono trovati di fronte la lunata, prendendola in pieno e saltandola. Pazzesco”. All’età di 20 anni Buzzi iniziò a collezionare i primi successi, conquistando il primo titolo italiano e nel 1974 fonda la FB Design con la quale in oltre 30 anni di attività vince 52 titoli mondiali stabilendo anche 40 record di velocità in tutte le classi e conquistando sette volte l’Harmsworth Trophy. La sua caratteristica principale resta l’ecletticità, avendo vinto non solo tanto ma soprattutto nelle acque più diverse. Sebbene fosse stimato in tutto il mondo, non tutti lo amavano, sopratutto nel mondo della nautica considerato più un bastian contrario che un genio. Da qui anche le sue esternazioni critiche: “Le barche di oggi? Inutilmente alte e pericolose, per non parlare poi di quelle così stupide da avere la prua all’incontrario”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ADDIO ALLA LEGGENDA DELLA MOTONAUTICA
Fabio Buzzi aveva 76 anni, era originario di Lecco (Lombardia), ed era un espertissimo pilota di motonautica nonché proprietario di cantieri e fornitore di imbarcazioni per molti eserciti del mondo. Difficile capire come mai la sua imbarcazione sia finita contro una diga artificiale, nonostante i sofisticati sistemi di cui era dotato lo stesso natante per la navigazione in notturna. Il 12 luglio del 2016 Buzzi aveva stabilito il nuovo primato sulla tratta Montecarlo-Venezia con il tempo di 22 ore, 5 minuti e 42 secondi, e il precedente primato era stato invece stabilito assieme a Mario Invernizzi (rimasto ferito dopo l’incidente di ieri), nel 2011 con l’imbarcazione Kerakoll (22 ore, 13 minuti e 17 secondi). La Montecarlo-Venezia era una tratta che Buzzi utilizzava anche per collaudare i suoi prodotti nautici, oltre che uno spettacolo adrenalinico. La passione per le barche era nata negli anni ’60, e precisamente durante la corsa Pavia-Venezia del 1960. Buzzi è stato campione del mondo per dieci volte, e ha vinto ben 55 titoli mondiali come progettista: una vera e propria leggenda della motonautica. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FABIO BUZZI È MORTO, INCIDENTE A VENEZIA IN OFFSHORE
E’ confermata la morte del pilota e campione di motonautica, Fabio Buzzi. Giampaolo Montavici, campione del mondo e presidente nazionale della Commissione offshore ed endurance della Federazione Italiana Motonautica, oltre che della federazione motonautica di Venezia, ha pubblicato un post su Facebook in cui ha scritto: “La barca di Fabio Buzzi, all’arrivo del tentativo di record Montecarlo Venezia, si è schiantata contro la diga al Lido di Venezia. Buzzi è morto, insieme a due piloti inglesi. Ferito Mario Invernizzi. R.I.P.”. Si sta cercando di ricostruire con esattezza quanto accaduto, visto che l’offshore di Buzzi è andato a schiantarsi contro una diga, un impatto violentissimo che ha fatto impennare il mezzo acquatico, facendolo poi precipitare dall’altra parte. Buzzi stava cercando di battere il record della traversata Montecarlo-Venezia che lo stesso aveva tra l’altro registrato a marzo di un anno fa, e durante il quale aveva toccato in tre punti diversi la velocità sorprendente di 150 nodi, circa 277 chilometri all’ora. L’unica nota “positiva” di questa immane tragedia è che il quarto componente dell’equipaggio del mezzo, ieri rimasto gravemente ferito, è stato considerato fuori pericolo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FABIO BUZZI MORTO A VENEZIA
Una barca offshore si è schiantata a Venezia contro la diga di San Nicoletto e nell’incidente nautico sono morti tre uomini, mente un quarto è rimasto gravemente ferito. I dettagli arrivano in questi minuti, mentre l’incidente si è verificato attorno alle 21 proprio all’ingresso della laguna di Venezia. Secondo le ultime notizie il gravissimo incidente è avvenuto intorno alle 21 appena fuori dalla bocca di porto tra Punta Sabbioni e il Lido. Il potente mezzo offshore pare fosse guidato da Fabio Buzzi, rimasto ucciso nell’incidente, pilota esperto, di grande capacità nel guidare questo tipo di mezzi molto potenti e veloci (quanto spesso tristemente noti alle cronache per la loro pericolosità). Buzzi stava tentando il record della Venezia-Montecarlo. La potente imbarcazione offshore, lunga 20 metri e con motori che consentono di arrivare a velocità massime di circa 130 km/h, era partita da Montecarlo ieri mattina e stava appunto tentando di battere il record della traversata quando si è schiantata ormai nei pressi del traguardo, al Lido.
I DETTAGLI DELL’INCIDENTE DELLA BARCA OFFSHORE DI FABIO BUZZI
Gli altri due uomini morti nell’incidente sono due piloti inglesi la cui identità non è stata ancora resa nota, mentre un altro pilota italiano, Mario Invernizzi è rimasto ferito nello schianto ed è stato trasportato in gravi condizioni in ospedale. L’oscurità calata nella laguna ha reso difficili le operazioni di soccorso, e nelle prime fasi delle manovre d’emergenza uno dei tre morti era risultato disperso, ma i vigili del fuoco l’hanno trovato poco dopo, purtroppo appunto privo di vita. Il luogo dell’incidente sarebbe avvenuto davanti alla diga artificiale fatta di grossi massi calati sul fondo a protezione delle opere del Mose, a sud, appunto della diga di San Nicoletto del Lido.