Matteo Renzi ha lasciato il Pd e Nicola Zingaretti non pare averla presa benissimo, nonostante – dice nella lunga intervista a Maria Teresa Meli oggi sul Corriere della Sera – «un po’ me l’aspettavo». La nascita di Italia Viva e la scissione dal Pd rimette inevitabilmente al centro le difficoltà di correnti interne ai dem, in un momento già delicato per la partenza del Governo Conte-bis assieme agli ex rivali M5s; «il Pd può ricostruire una speranza per l’Italia», spiega Zingaretti dopo lo choc della scissione, e ribadisce come sia proprio il programma da rilanciare il modo giusto per superare le crisi interne. «Riaccendere l’economia italiana, promuovere davvero la rivoluzione verde nel Paese, tornare a creare lavoro, lottare contro le diseguaglianze, investire per innovare nelle imprese, nelle infrastrutture, e nella conoscenza e semplificare l’Italia per intercettare davvero il grande consenso delle destre»; proprio l’attacco a Salvini ad oggi resta l’unico vero collante reale in attesa che possa decollare l’asse giallorossa, anche verso le prossime Elezioni. Spiega ancora Zingaretti «Grazie al confronto, infatti, abbiamo rotto la saldatura tra l’elettorato della destra di Salvini e quello del Movimento 5 Stelle in cui convivono pulsioni diverse».
ZINGARETTI VS RENZI “NON L’HO CAPITO MA ME L’ASPETTAVO”
Per il Segretario del Pd l’errore del Conte-1 è stato tenere distanti Lega e M5s come differenze, «Questo ha generato mesi di ritardi, incomprensioni e litigi, provocando un danno immenso pagato dall’Italia e dagli italiani. Noi ora dobbiamo fare l’opposto. Cioè maturare un processo politico di confronto, di dialogo e di avvicinamento che porti a dei risultati molto concreti». Dunque, alleanza con M5s alle Regionali e chissà, forse anche alle prossime Elezioni Politiche «Credo che sia segno di grande maturità non rinunciare alle proprie idee ma al contempo non avere paura di confrontarsi e fare altri passi insieme». Inutile però far finta che il vero problema, ieri come oggi (e forse anche domani) per Zingaretti si chiama Matteo Renzi: «Io un po’ me lo aspettavo per l’atteggiamento di vicinanza ma non partecipazione alla vita del partito che non ho mai compreso fino in fondo. Mi dispiace, e penso che sia un errore dividere il Pd, ma al tempo stesso credo che ora il nostro compito sia molto chiaro: è quello di portare nel futuro il Pd». L’addio di Renzi potrebbe indebolire il Governo? Forse no, forse sì, qui Zingaretti al CorSera si fa interlocutorio «Mi auguro di no e faremo di tutto perché non sia così. Certo, è un rischio, perché con una nuova sigla politica cambia il quadro di governo e io mi appello al senso di responsabilità di tutti». In conclusione, il Governatore del Lazio riflette sugli errori da non commettere nel Pd e nel M5s, «eccessiva cristallizzazione, una degenerazione correntizia contro la quale combatto da sempre, rischiano di isolarci dal Paese. Quindi noi apriremo una stagione nuova che, rispetto al partito che ho trovato, deve mettere in soffitta il criterio della fedeltà e rimettere al centro il merito, la lealtà e soprattutto una nuova democrazia interna. Così si può coinvolgere una nuova generazione che riprenda a guardare a noi con interesse».