Lo scandalo abusi travolge il Vaticano sconvolgendo uno dei luoghi più sacri e inviolabili della cristianità: la Basilica di San Pietro. Proprio all’interno della sacrestia, secondo quanto riportato da “Il Messaggero”, si sarebbero verificati degli abusi sessuali tra due ragazzi entrambi ex studenti al pio collegio Opera di Don Folci, il pre-seminario vaticano situato a pochi metri da Santa Marta, oggetto di due differenti inchieste, una vaticana e l’altra della Procura di Roma. Secondo le informazioni in possesso dei magistrati italiani, si sarebbero verificati reati continuati relativi a violenze in un lungo arco di tempo mediante imposizioni, abuso d’autorità, costrizioni e sudditanza psicologica tali da rendere la vittima – L.G. – impossibilitata a reagire con forza e autonomia. Il giovane si sarebbe trovato a vivere in una condizione di libertà limitata dal momento che risiedeva all’interno della struttura educativa, una sorta di convitto in cui diverse famiglie (in particolare del Nord Italia) mandano i propri figli in modo che possano frequentare gratuitamente il San Pio X, uno dei licei privati più prestigiosi di Roma. Gli studenti ogni mattina escono per le lezioni e rientrano di pomeriggio varcando il confine di Stato – scrive “Il Messaggero” – “per studiare, partecipare alle funzioni liturgiche del Papa e coltivare la eventuale futura vocazione sacerdotale”.
ABUSI NELLA SACRESTIA DI SAN PIETRO
In questo contesto, secondo gli inquirenti, sono andate sviluppandosi amicizie morbose, legami malati e quasi patologici senza che gli educatori riuscissero a porvi rimedio. Ecco perché l’allora rettore del pre seminario, monsignor Enrico Radice, viene ritenuto responsabile di omissioni proprio per non aver fermato quelle violenze. Quattro giorni fa il tribunale vaticano, oltre che per don Radice, ha chiesto il rinvio a giudizio di don Gabriele Martinelli, all’epoca studente e presunto abusatore, oggi sacerdote ammesso ai sacri ordini e consacrato dalle autorità ecclesiali. I due erano stati ascoltati nei giorni scorsi. Una settimana fa, invece, erano stati i magistrati italiani a compiere una perquisizione nella casa di don Martinelli, in un paesino del comasco, prelevando messaggi e conversazioni, file audio, video, e documenti cartacei utili al caso, dai quali sembra evidente che si siano verificati rapporti completi. La Procura di Roma ha inoltrato la domanda di rogatoria internazionale in Vaticano ai fini di un processo in Italia. I reati contestati, scrive ancora “Il Messaggero”, sono violenza continuata e abuso di autorità nel periodo in cui Martinelli è maggiorenne: gli altri episodi relativi a quando era minorenne sono stati stralciati e inviati alla Procura dei minori.