Il Milan del derby di Serie A è parsa una squadra con la coperta corta. I casciavit sono partiti con Suso al centro che, quando la palla era nel possesso dei bauscia, si portava su Brozovic limitandone le iniziative. Però sulle fasce i rossoneri facevano acqua: i nerazzurri avevano già colpito un palo, errore di d’Ambrosio che ha mandato sul palo una palla che avrebbe buttato in rete anche il più giovane fra gli spettatori presenti, e costretto Donnarumma a essere il miglior milanista in campo. Allora Giampaolo, uno che il panettone sotto la Madunina non lo mangerà mai, ha portato Suso sulla destra, la sua posizione naturale. Senza controllo ad uomo, Brozovic ha cominciato a distribuire palloni come sa: palleggi, passaggi che attraversavano tutto il campo e, alla prima occasione, splendido diagonale e rete.
Troppa la differenza fra le due squadre per pensare ad una reazione milanista. La partita di Serie A è continuata in attesa del raddoppio interista arrivato fin troppo tardi: cross di Barella e crapata in rete di Lukaku. Nel totale gli interisti hanno colpito tre pali contro uno – esterno – degli altri: fra inter e Milan c’è una differenza pari a quella fra Juve e Toro nel derby della Mole. Negli ultimi anni i derby in campionato li vincono sempre i nerazzurri e, se non ci fosse Renzi a inventare qualcosa, accordo Pd/M5S o un partito nuovo, le settimane precedenti il derby trascorrerebbero troppo monotone. Ora arriverà la tassa sulle merendine; e se tutti, come ai miei tempi, tornassero a mangiare pane e cioccolato? O pane e cacao con lo zucchero? Sarebbe una bella fregatura per l’erario!
La Juve vincerà anche questo campionato di Serie A. Con il lato B infinito che possiede non può perdere: il Verona per segnare un gol ha dovuto sparare prima due colpi sulla traversa; affinchè i gobbi potessero vincere ci ha dovuto pensare quel pollo di Gunter, pseudo difensore gialloblù, prima deviando in rete un tiro di Ramsey, poi provocando un rigore, inutilissimo, su Cuadrado. I veneti hanno avuto almeno cinque occasioni per pareggiare; Sarri si è esercitato in approfondite spiegazioni sul non gioco della squadra. Sarà meglio prenda atto che a Torino ha a disposizione trenta ottimi giocatori che non vanno imbrigliati in schemi che lui definisce asimmetrici, ma lasciati giocare. Non è a Empoli o Napoli dove poteva insegnare calcio a una ventina di ragazzotti con buone prospettive; oggi la Juve pare più una squadra pronta per arrivare alla finale di Champions, non più in là, che da Serie A.
Rapida chiusura della pratica Lecce da parte del Napoli: il Lecce ha molte cose da mettere in sesto se vuol rimanere in Serie A, a Liverani non può bastare la fortunosa vittoria contro il Toro.
Buono il gioco del Napoli che comincia ad avere in Llorente un goleador seriale. Per il momento riesce a tenere il passo di chi spera nella caduta juventina. A Bologna, dopo un primo tempo dimesso e nettamente sotto le aspettative, alla ripresa magnifica punizione di Kolarov con la quale la Maggica ha ottenuto il vantaggio. Subito dopo però è stato ancora il goleador a provocare uno stupido rigore che ha permesso ai rossoblu di pareggiare; le reti hanno svegliato i calciatori che hanno cominciato a correre rendendo piacevole l’incontro per una mezz’ora. Poi l’espulsione di Mancini ha fatto sì che la Roma preferisse non rischiare più del dovuto, finchè all’ultimo respiro il Bologna ha sottovalutato la voglia di vittoria dei giallorossi. I felsinei si sono attardati a reclamare per una punizione fischiata contro di loro, i romani sono partiti rapidamente, cross di Pellegrini e capocciata in rete di Dzeko: 1-2 per i capitolini. Poco altro da dire se non che la mostra mondiale della macchina utensile, tenutasi in Germania, ha confermato il momento di debolezza dell’economia mondiale. Necessitano provvedimenti espansivi condivisi da tutta l’Europa affinché essa possa presentarsi ai tavoli delle decisioni mondiali compatta e capace di far sentire la propria voce.