Milano non è solo oramai uno dei biglietti da visita dell’Italia nel mondo ma pure una delle città dello stivale ma anche tra quelle più ricche di storia nonostante sia da sempre aperta alle nuove mode e possa essere considerata, anche più di Roma, una finestra sul Paese: tuttavia anche il capoluogo meneghino custodisce delle piccole chicche che al turista distratto spesso sfuggono oltre a dei luoghi di cui non sempre gli stessi milanesi conoscono la storia o, in taluni casi, che non sanno dove si trovano. Ecco dunque di seguito una breve guida alla scoperta di quelli che sono 10 luoghi segreti di Milano da visitare assolutamente, dove con “segreti” non si intende un angolo di cui solo pochi eletti conoscono l’esistenza ma un edificio, una chiesetta, una bottega, un parchetto o un mini-quartiere che spesso sono sotto gli occhi di tutti ma di cui non si conosce l’origine (anche dello stesso nome o della storia che vi è dietro) o di cui non si è voluta mai varcare quella porta che consente di entrare in un piccolo mondo magico contenuto in quel grande raccoglitore urbano di storie che è Milano. Andiamo a scoprirli.
I 10 LUOGHI SEGRETI DI MILANO
In questa guida ai 10 luoghi segreti di Milano, e lontani dalla classica immagine della metropoli trendy e che si “svolge” interamente tra Navigli, Brera e il cosiddetto quadrilatero della moda, un ideale tour cittadino potrebbe cominciare da Villa Invernizzi, ben nota ai milanesi stessi anche se molti non hanno mai approfittato per apprezzarne il suo scorcio. Incastonata nel cuore cittadino vicino a Corso Venezia vede un palazzo in stile liberty affacciarsi su un magico giardino con tanto di laghetto e nientemeno che dei fenicotteri rosa: non essendo visitabile la peculiarità è quella di sbirciare tra le inferriate la rara specie cilena che negli Anni Settanta qui importò l’imprenditore Romeo Invernizzi. Un altro “mondo a parte” custodito segretamente da Milano è l’Albergo Diurno Venezia (in piazza Oberdan), una struttura sotterranea che è il trionfo dell’Art Decò: aperto tutti i giorni grazie al FAI, basta scendere le scale e si viene catapultati in atmosfere da Anni Venti che spiegano come mai un tempo l’Albergo Metropolitano (che in realtà ospitava dei bagni pubblici e servizi per la persona) fosse “il salotto cittadino”. Di tutt’altro tenore è invece l’atmosfera cupa ma altrettanto suggestiva della Chiesa e Ossario di San Bernardino alle Ossa (in Piazza Santo Stefano): di origine antichissima venne qui affiancato un cimitero che secondo una leggenda raccoglieva le ossa dei milanesi che combatterono l’eresia ariana quando visse Sant’Ambrogio; la peculiarità che non tutti sanno è che in una delle chiesette più piccole del complesso e parzialmente nascoste si trova un ossario con teschi e ossa umane a decorare le pareti e che affascina ancora oggi non solo per la scelta macabra ma perché il motivo di tale scelta si perde nella notte dei tempi. Passando a un luogo molto più “solare” ma altrettanto snobbato dalle tradizionali direttrici turistiche, ecco il Giardino della Guastalla, un parco nei pressi dell’Università Statale che è tra i più antichi parchi cittadini: tra laghetto, architetture in stile barocco, una vasca peschiera e pure un tempio neoclassico, è l’ideale per cercare un angolo di pace per grandi e piccini proprio nel cuore della città.
DAL “BACK DOOR 43” ALLA “PICCOLA NOTTING HILL”
Il prossimo luogo segreto è invece tra i più recenti e, pur trovandosi in una zona molto frequentata, è conosciuto solo grazie al passaparola: si tratta del “Back Door 43”, all’omonimo numero di Ripa di Porta Ticinese, ovvero il più piccolo bar al mondo che in una manciata i metri quadrati con vasta selezione di liquori in cui però occorre prenotare per vivere due ore all’insegna delle sorprese che qui non vi anticipiamo; la piccola chicca è che per chi optasse per i cocktail d’asporto il servizio è offerto da un cameriere con la maschera di V per Vendetta. Facendo un salto indietro nel tempo, ancora meno sanno che Leonardo da Vinci possedeva a Milano una vigna che oggi può essere visitata a Piazza di Santa Maria delle Grazie (vicino all’omonima Basilica dove si trova il suo “Cenacolo”): donata all’artista nel 1498 da Lodovico il Moro per farlo sentire come a casa, l’area oggi è stata recuperata e prospera nell’orto/giardino della casa degli Atellani che si può vistare attraverso un percorso guidato. Dal Rinascimento all’archeologia industriale con la Fornace Curti (in via Walter Tobagi), lo storico forno e oggi ultimo forno a produrre cotti artistici oltre a formelle e mattoni: visitarla è come fare un salto indietro nel tempo tra le piante in giardino, l’esposizione di oggetti di antiquariato e magari un pomeriggio all’insegna del relax dal caos cittadino. Il nostro tour idealmente prosegue in due zone all’interno delle quali non sembra nemmeno di essere più a Milano: quella che è conosciuta come “Milano ad acquarello”, ovvero una via di pochi numeri civici tra Via Franklin e Via Lincoln in Zona Risorgimento dove chi la visita racconta di rivedere Notting Hill tra colori pastello e atmosfere bohémienne; il quartiere della Maggiolina, invece, nella zona nord-est è un complesso residenziale dove si possono trovare delle simil-case degli gnoni con tanto di tetto in stile igloo; il nome deriva da quello di una antica cascina e qui a farla da padrona è la stravaganza con villette, casette a schiera ed edifici d’epoca tipici di ben altre città europee. Infine, il breve tour si chiude con una altro mistero: la colonna imperiale di epoca romana o “del Diavolo” in Piazza Sant’Ambrogio, nei pressi della Basilica, porta con sé una remota superstizione per via dei due fori su di essa (forse causati dalle corna di Satana) e dai quali proverrebbe il ronzio proveniente dagli Inferi e il rumore del fiume Stige…