Il pianeta terra è spacciato, o almeno l’umanità: moriremo presto tutti avvelenati dall’aria e dall’acqua e soffocati dalla plastica. Ne ho avuto la certezza quando ho appreso di due recenti fatti: l’intervento della ragazzina Greta Thunberg all’Onu (“Non vi perdoneremo mai” ha gridato corrucciata ai potenti della Terra, “ci avete rubato il futuro”) e l’approvazione del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti agli eventuali “scioperi” degli studenti a favore del clima del pianeta, giunta fino a spingere le scuole a considerare giustificate in anticipo le assenze dovute a questo motivo. Aggiungerei il mega stanziamento finanziario annunciato dal cancelliere tedesco Angela Merkel a favore di una politica più “green”, come si dice oggi, che è chiaramente una mossa per togliere supporto al partito verde, in Germania più che altrove politicamente montante. Sono in definitiva tutti segnali chiari di un movimento in atto: il potere si sta appropriando della rivoluzione attualmente più importante (oddio, ce ne sarebbero da fare anche altre, contro le guerre assurde che continuano a scoppiare o contro la miseria materiale di milioni di persone, ma tant’è…), quella ecologista, per renderla innocua e continuare a fare i propri affari (altamente inquinanti).
Vediamo la povera Greta: molto si è detto dell’opportunità poco onesta di eleggere a simbolo di questa battaglia una minorenne, probabilmente affetta da sindrome di Asperger. Il fatto è che dal punto di vista dell’immagine è una cosa che funziona splendidamente. In tutta la vicenda infatti bisogna sempre ricordare che lo strumento che oggigiorno il potere usa per mettere la sordina alle opposizioni e alle vere rivolte è la società dello spettacolo, la fabbrica delle immagini che, oltre al cinema e alla tivù, può contare ormai su strumenti tecnologici e social che ci raggiungono anche in camera da letto. Non sto dicendo novità, eppure ci sono davvero milioni di persone che prendono per buona la scena dei potenti (all’Onu durante l’arringa di Greta si è seduto ad applaudire anche Trump) che ascoltano compìti e pentiti una ragazzina strillare due frasi scritte per lei da un entourage complice. Mamma mia, chissà che cambiamenti di stile di vita ci aspettano…
Assistendo a queste scenette mi sono venute in mente scene paradossali: lo Zar di tutte le Russie che si reca nel 1917 a un discorso di Lenin al Soviet della rivoluzione ed applaude compiaciuto; Luigi XVI re di Francia che firma la giustificazione agli insorti dopo la presa della Bastiglia. Anche il ministro Fioramonti, infatti, è stupefacente: prima la tassa sulle merendine, per cui ci attendiamo presto una manifestazione dei bambini delle elementari tenuti per la manina dalle mammine (sembra una battuta ma davvero negli anni passati durante le occupazioni dei licei molti genitori, sessantottini nostalgici e commossi nel vedere i figlioli rivoluzionari, portavano loro la merenda a scuola; adesso siamo addirittura alla buffonata che le occupazioni sono sancite per legge!), poi l’affermazione che la scuola deve “essere divertente”, e gli insegnanti, suppongo, dei pagliacci, infine questa giustificazione in anticipo di manifestazioni non ancora accadute. Un modo efficace per spingere anche gli studenti italiani a manifestare, quegli stessi che si sono mostrati finora piuttosto freddini rispetto ai colleghi internazionali, o magari più furbi, scafati e meno schiavi del potere dell’immagine; ma un giorno in cui si buca la scuola, si sa, va sempre colto al volo.
Insomma, il potere sta già inglobando le sacrosante aspirazioni, non solo dei giovani, a non far morire il pianeta terra, inventando manifestazioni di facciata per continuare a fare i suoi sporchi comodi – in tutti i sensi. Anni di programmazione didattica che doveva sviluppare “il senso critico” nei nostri ragazzi affondano miseramente di fronte alle scene di questi giorni. Facciamo esempi concreti: mentre Trump applaude Greta, annuncia di schierare forze militari in Arabia Saudita. Non occorre un master in politologia per capire che la mossa serve a proteggere il maggior produttore di petrolio al mondo, un paese governato da una setta islamica violentissima e oscurantista, che col commercio del petrolio sostiene la sua scandalosa ricchezza e gli integralisti in mezzo mondo, e stronca ogni minima forma di libertà con i lager e la pena di morte, né più né meno della Germania nazista, con cui l’America non era però alleata; paese guerrafondaio che sta attuando un olocausto in Yemen, con le armi comprate da noi italiani, inglesi, francesi, americani, tedeschi usando i soldi che noi spendiamo per comprare il loro petrolio.
Capito? Questo non interessa a nessuno, eppure, cari ragazzi, proprio per questo bisognerebbe manifestare! E noi adulti civili ed ecologici? Perché non riusciamo ad obbligare noi stessi e i giovani a una condotta di vita più sobria, davvero “green”? Bisognerebbe dir loro, ad esempio, che essere diuturnamente al cellulare, dovendolo quindi continuamente ricaricare, provoca un consumo di energia (in gran parte prodotta coi combustibili, ricordiamolo) che contribuisce molto all’inquinamento; che fare una doccia di trenta minuti, anziché di tre come basterebbe, spreca una tale quantità d’acqua da permettere di vivere a molte persone nelle zone desertiche; che camminare o andare in bicicletta anziché in automobile tutte le volte che è possibile – che so, per andare al lavoro, a scuola o ritrovarsi con gli amici – sarebbe una buona abitudine “ecologica”; e così via.
Dall’inizio della storia dell’umanità, infatti, la vera rivoluzione è quella che cambia la persona nel cuore e nella vita; esattamente ciò che non vuole chiunque debba venderci qualcosa, possibilmente di plastica o benzina. Un potere incosciente preferisce il gioco della rivoluzione, lo spettacolo costruito ad hoc dell’impegno sociale per illudere soprattutto i cittadini futuri (e i loro tonti genitori) che qualcosa cambierà e continuare intanto a soffocarci pian piano.