Luchino Visconti è stato uno dei sceneggiatori e registi più importanti nel panorama cinematografico italiano. Considerato da sempre uno degli uomini più importanti nell’ambito culturale, Luchino con la sua arte ha raccontato il neorealismo italiano dirigendo alcune pellicole considerate ancora oggi del cult del cinema mondiale. Un regista e sceneggiatore simbolo ed ispirazione per tantissimi registi, Luchino è nato il 2 novembre del 1906 a Milano da una famiglia numerosa composta da tre fratelli e tre sorelle. Una famiglia nobile, visto che il padre era il duca Giuseppe Visconti, mentre la madre Carla Erba era proprietaria di una case farmaceutiche. Cresce con la passione per i cavalli al punto da trovarsi a soli 26 alla guida di una scuderia di proprietà della sua famiglia con cui vince Gran Premio di Milano San Siro. L’adolescenza di Luchino è però segnata anche dall’incontro con personaggi di spicco della cultura italiana che abitualmente frequentano il salotto di casa come Arturo Toscanini.
Luchino Visconti: il debutto nel mondo del cinema
Uno dei posti a cui è rimasto sempre molto legato è stata Villa Erba, una villa sul lago di Como dove Luchino Visconti trascorreva abitualmente le vacanze estive con la famiglia. Il debutto nel mondo del cinema arriva nel 1936 a Parigi dove comincia a muovere i primi passi come assistente alla regia e ai costumi. Proprio in quell’occasione incontra Coco Chanel di cui si innamora perdutamente. Dopo la morte della madre, uno dei momenti più difficili della sua vita, Luchino lascia Los Angeles e si trasferisce a Roma dove comincia a collaborare alla rivista Cinema ed entra nelle file del Partito Comunista Italiano. La reale condizione di vita del popolo italiano lo spinge a realizzare il primo film. Si tratta di “Ossessione” con cui Visconti si fa portavoce di un nuovo nuovo filone cinematografico: il Neorealismo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Visconti torna dietro la camera da presa per il film “La classe trema” ispirato al romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga. Seguono una serie di pellicole: “Bellissima” con Anna Magnani e Walter Chiari, “Siamo donne” con Anna Magnani, Alida Valli, Ingrid Bergman e Isa Miranda.
Luchino Visconti, film: da “Senso” a “Il Gattopardo”
Nel 1954 esce “Senso“, il primo film a colori con Alida Valli e Farley Granger. Si tratta di un film destino a segnare una svolta nell’arte di Visconti visto che la critica lo definisce come un tradimento del neorealismo. Due anni dopo torna al cinema con “Le notti bianche” con cui vince il Leone d’Argento A Venezia, mentre nel 1960 racconta in “Rocco e i suoi fratelli”, la storia di una famiglia della Basilicata che lascia il Sud per trasferirsi a Milano. Un film raccontato con i toni della tragedia greca che divide l’opinione pubblica, ma trionfa nuovamente a Venezia dove riceve il Gran Premio della Giuria. La fama di Visconti è oramai sulla bocca di tutti: l’anno dopo realizza con Vittorio De Sica, Federico Fellini e Mario Monicelli il film a episodi Boccaccio ’70. La definitiva consacrazione arriva con “Il Gattopardo”, pecchia tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa con cui vince la Palma d’oro. Alcuni anni dopo, nel 1972 viene colpito da un ictus cerebrale che lo paralizza nella parte sinistra del corpo, ma nonostante ciò continua a fare cinema. Quattro anni dopo esce “L’innocente” con Giancarlo Giannini., ma poco tempo dopo il regista muore colpito da una grave forma di trombosi.