LA PROPOSTA DI PAMMOLLI
In vista della Legge di bilancio si parla anche delle possibili mosse in tema di riforma pensioni del Governo. Fabio Pammolli, in un intervento pubblicato su L’Economia, supplemento settimanale del Corriere della Sera, avanza però una proposta di più ampio respiro. “Serve guardare al futuro. Prevedendo, ad esempio, che nei prossimi anni, per tutti i nati dopo il primo gennaio del 2010 e indipendentemente dalle forme contrattuali, l’ingresso sul mercato del lavoro avvenga con una contribuzione al primo pilastro pensionistico più bassa per tutta la vita lavorativa, almeno quindici punti percentuali rispetto al livello attuale, facilitando nel contempo l’accesso ai fondi di capitalizzazione”, scrive il Professore di Economia e Management del Politecnico di Milano. “L’impatto sui conti dell’Inps sarebbe inizialmente molto limitato e poi graduale, specie se quello sui tassi di occupazione si rivelasse, come è lecito attendersi, positivo”, aggiunge Pammolli, secondo cui si darebbe anche un segnale positivo per le imprese e i giovani.
LE PAROLE DI LANDINI E BARBAGALLO
In tema di riforma pensioni, Domenico Proietti aveva chiesto al Governo di esprimersi sulla proposta di istituire un fondo di previdenza integrativa per i giovani gestito dall’Inps, e il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha spiegato che questo intervento è allo studio essendo nel programma di governo. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, Carmelo Barbagallo ha ribadito la contrarietà della Uil a questo genere di provvedimento. Dal suo punto di vista “bisogna incentivare di più l’iscrizione dei giovani ai fondi complementari perché oggi nel Paese i fondi stanno dimostrando di essere un esempio per rendimento, sicurezza e possibilità di dare una mano alle pensioni del futuro”. Sulla stessa linea Maurizio Landini, secondo cui “per dare una pensione ai giovani non si passa attraverso un fondo complementare. Per il Segretario generale della Cgil, nel riformare la Legge Fornero occorre creare le condizioni per una pensione di garanzia destinata ai lavoratori più giovani, che rischiano di essere penalizzati da carriere discontinue e con bassi salari.
RENZI: QUOTA 100 LA CANCELLEREI
Matteo Renzi torna a dire la sua sulla riforma pensioni. Secondo quanto riporta Adnkronos, l’ex Premier, ospite della trasmissione di Radio 1 Zapping, ha detto: “Quota 100 io la cancellerei, ma ho capito che c’è un impegno del ministro dell’Economia a non farlo, stretto in sede di programma di governo e quindi lo rispetto”. Dal suo punto di vista, “se abbiamo 4-5 miliardi l’anno io li darei ai giovani, non a persone già garantite”. C’è attesa intanto per le parole di Silvio Berlusconi, che oggi prenderà parte a un evento organizzato dai Seniores di Forza Italia. Il sito del Giornale riporta le parole del responsabile nazionale del Movimento, Enrico Pianetta, secondo cui “è necessario impegnarci tutti insieme per fare in modo che venga restituito il maltolto e che le pensioni non vengano più aggredite come hanno fatto i governi di centrosinistra e Conte”, il quale, ricorda Pianetta, “ha sottratto a oltre 5 milioni di pensionati la perequazione delle pensioni, per un importo di oltre 3,5 miliardi”.
QUOTA 100, LE PAROLE DI CONTE E CATALFO
La riforma delle pensioni è uno degli argomenti più dibattuti sin dalla nascita dell’esecutivo giallorosso, con la possibile revisione di Quota 100 che ha innescato un grande scontro politico. La Lega, da sempre contro la riforma Fornero e in prima linea per il nuovo provvedimento, è sul piede di guerra, ma il M5s fa chiarezza: quota 100 non verrà toccata, parola del premier Conte. Intervistato a Ceglie Messapica, il primo ministro ha spiegato che «reddito di cittadinanza e quota 100 sono misure di protezione sociale, fanno parte di misure già adottate e intendiamo conservarle». Sulla stessa linea d’onda Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro in quota pentastellata: «Quota 100 e reddito di cittadinanza non si toccano», le sue parole a margine della stipula della convenzione Inps, Inl-Confapi-Cgil Cisl e Uil sul testo unico rappresentanza. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RIFORMA PENSIONI, LA PROPOSTA SULL’INPS
L’ipotesi di un intervento di riforma pensioni per creare un fondo integrativo pubblico, gestito dall’Inps, che possa funzionare anche da pensione di garanzia per i giovani non convince Roberto Ghiselli, che, stando a quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, ritiene “opportuno che il ministro del Lavoro apra un confronto con le parti sociali prima di avventurarsi sulla singolare e insidiosa strada della costituzione presso l’Inps di un fondo di previdenza integrativo pubblico, alternativo ai fondi negoziali, che da vent’anni in tutti i settori di lavoro hanno permesso di tutelare e valorizzare il risparmio previdenziale dei lavoratori italiani”. Per il Segretario confederale della Cgil è poi singolare “pensare che tale strumento, che a quanto si può intuire dovrebbe essere a capitalizzazione individuale, possa rappresentare una risposta al problema del futuro previdenziale dei giovani”.
LE PAROLE DI PROIETTI
Critico verso la proposta di intervento rilanciata dal Presidente dell’Inps è anche Domenico Proietti, secondo cui Tridico “farebbe bene a pensare a come migliorare l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni dell’Istituto che presiede. Quella di fare un fondo pensione integrativo pubblico è un’idea profondamente sbagliata ed inutile. I fondi pensione in Italia funzionano ottimamente e sono un sistema plurale e concorrente. Tridico poi fa confusione tra i fondi pensione integrativi e l’importantissimo tema delle future pensioni pubbliche dei giovani”. A nome del suo sindacato, il Segretario confederale della Ul “chiede al Governo di dire una parola chiara su questo tema che sta creando disorientamento tra i lavoratori e gli iscritti ai fondi pensione”.