Partiamo come di consueto da un recente informativa relativa al potenziamento cinese nel contesto della Marina militare .Il Dragone ha infatti inaugurato la prima nave anfibia d’assalto della sua flotta appartenente alla classe Type 075. Da un punto di vista strettamente geopolitico questo potenziamento risulta perfettamente coerente con quanto indicato nel Libro Bianco della difesa.
Ebbene, la prima ragione di uno sviluppo così imponente, è determinata dalla necessità di affrontare in modo adeguato sul piano militare gli Stati Uniti nell’eventualità di una offensiva militare ai danni di Taiwan.
Non a caso nel giro di breve tempo la marina cinese ha sviluppato sia una progettualità militare difensiva che offensiva, che dovrebbe consentirle non solo di tutelare la difesa costiera ma anche di attuare un’adeguata proiezione di potenza negli oceani sulla falsariga di quanto già attuato dalla marina sovietica. Proprio per questo gli investimenti che la Cina sta attuando nella costruzione di portaerei e di navi d’assalto sta a dimostrare la consapevolezza dell’importanza sempre più rilevante che sta acquisendo il potere marittimo,o “sea power”, nella strategia militare cinese.
La seconda motivazione di questa modernizzazione consente alla Cina di salvaguardare anche le vie di comunicazione marittima a livello commerciale che attraversano l’Africa, l’Oceano indiano, lo stretto di Malacca e naturalmente il Mare Cinese Meridionale, in particolare le isole Spratly, ricche di giacimenti petroliferi, sulle quali la Cina nel giugno del 2015 ha costruito una pista d’atterraggio.
In quest’ottica dobbiamo leggere la strategia marittima cinese volta ad avere infrastrutture militari oltremare come quella di Gibuti in Africa, o infrastrutture portuali come quelle di Gwadar in Pakistan, la quale si trova in una posizione strategica a metà strada tra Medio Oriente, l’Asia centrale e l’Asia del sud, e che proprio per questo costituisce lo snodo fondamentale del China-Pakistan Economic Corridor.
La terza motivazione è infine relativa alla necessità di attuare la strategia della Belt and Road Initiative (Nuova Via della seta) che implica da parte cinese un incremento del suo impegno sia nell’Oceano Indiano che nel Pacifico. Di conseguenza la modernizzazione della marina militare diventa una condizione fondamentale perché questo ambizioso progetto possa compiersi.