Lungo e profondo pensiero quello pubblicato dall’attrice Sabrina Paravicini sul proprio pensiero Instagram. E’ un pensiero introspettivo derivante dal malore vissuto, quel tumore al seno che ineluttabilmente le ha cambiato la vita. “Non è per niente facile navigare a vista – incomincia la 49enne di Morbegno – o essere lungimiranti quando ti hanno asportato un seno, aperto l’ascella, tolto 12 linfonodi e posizionato un palloncino sotto tra il muscolo pettorale e la gabbia toracica. No, non lo è. Non è facile sentirsi dire “andrà bene, non mollare” quando ti sembra che non vada per niente bene e la prima cosa che pensi la mattina tra i dolori e la paura è di lasciare perdere tutto”. La Paravicini racconta il dramma vissuto sia fisico ma anche e soprattutto estetico: “Ogni volta che scopro il mio seno (seno?) – prosegue – non posso fare altro che fare i conti con la realtà. La mutilazione del corpo non ci appartiene, sono termini bellici a me personalmente ricordano la guerra, non la vita quotidiana”.
SABRINA PARAVICINI: IL DRAMMA VISSUTO RACCONTATO SUI SOCIAL
Non è un periodo facile per l’attrice ma anche sceneggiatrice e scrittrice: “Ci sono momenti che non va bene per niente”. La Paravicini racconta di come l’operazione dei 12 linfonodi asportati, si sia ripercossa sul braccio, che è a rischio edema. “In più non riesco ad alzarlo e quindi non posso fare alcune cose, devo fare riabilitazione e linfodrenaggio. Non è facile – prosegue – mi dico “devo essere RESILIENTE”, e poi mi dico: “ma io sono RESILIENTE, ho combattuto 10 anni con l’autismo di Nino, come faccio ad essere più resiliente di così? Posso esserlo di più?”. Sabrina deve lottare tutti i giorni proprio per il figlio Nino, ragazzo di 14 anni autistico: “Nino irrompe nella stanza e mi dice “ I Hug you for the eternity: ti abbraccio per l’eternità” – racconta – e allora tutti i brutti pensieri vanno via, vanno lontano da quell’eternità che mi promette mio figlio, il seno lo ricostruiranno tra qualche mese, ma sì magari mi faccio fare una taglia in più”. Il finale è sicuramente ottimistico, “Andrà meglio. Andrà tutto bene”.