«Via Quota100 e tutti i soldi risparmiati vadano a sanità, scuola e investimenti»: questo il giudizio di Carlo Calenda sul capitolo riforma pensioni, con il leader di Siamo Europei che chiede discontinuità al Governo Conte-bis. Intervenuto ai microfoni di Agorà, l’ex ministro dello Sviluppo Economico ha spiegato: «C’è un tema fondamentale che ieri Gualtieri ha detto e che nessuno sta sottolineando: Gualtieri si strappava le vesti dicendo che Quota 100 era una cosa sbagliatissima perché spendevamo 8,5 miliardi di euro per mandare in pensione prima chi ha un lavoro e ha una pensione, tra cui un terzo dipendenti pubblici, tra cui tantissimi medici di cui abbiamo bisogno. E allo stesso modo sappiamo dai controlli della Guardia di Finanza che il 60% di chi è stato controllato sul Reddito di cittadinanza non ne ha diritto. Allora se non mettiamo a posto queste due cose dicendo che non ci possiamo permettere Quota 100 e con quei soldi investiamo per tagliare le file nella sanità, dove ogni anno gli italiani spendono 2 miliardi nel privato perché non riescono a fare le Tac, e dall’altro lato investiamo nel miglioramento della scuola, questo Governo non ha alcuna discontinuità con quello precedente». E sottolinea: «Il dato oggettivo è che Quota 100 ci costa 8,5 miliardi di euro l’anno per mandare in pensione prima persone che però hanno un lavoro e una pensione e i giovani che vanno via, 100 mila persone dall’Italia ogni anno, non hanno il lavoro e non hanno la pensione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DURIGON: NUOVO SUCCESSO PER QUOTA 100
Gli ultimi dati relativi alla disoccupazione in calo nel nostro Paese vengono collegati, da Claudio Durigon, alla riforma pensioni con Quota 100. “Il dato della disoccupazione giovanile è il migliore dal 2010. Quota 100 continua, mese dopo mese, a far vedere i suoi effetti positivi, nonostante la mancanza di investimenti a causa di continui no del M5S”, spiega in una nota l’ex sottosegretario al Lavoro, secondo cui “se accanto a Quota 100 avessimo avuto anche una spinta derivante dagli investimenti, questi dati di oggi già positivi sarebbero esponenzialmente migliori. Grazie però allo sblocco del mercato in uscita Quota 100 sta concretamente attuando quel ricambio generazionale essenziale per i nostri giovani”. Durigon, stando a quanto riporta lunico.eu, ha anche bocciato la proposta di Tridico di creare un fondo di previdenza complementare presso l’Inps. Dal suo punto di vista bisognerebbe aprire un tavolo sulla previdenza complementare e vare degli interventi per incentivarla, responsabilizzando anche le parti sociali.
DOMANDA DEGLI ESODATI ESCLUSI ALLA FORNERO
Com’era prevedibile, le parole di Elsa Fornero sulla riforma pensioni non sono passate inosservate. Se per l’ex ministro del Lavoro Quota 100 non andrebbe abolita perché “questo destabilizzerebbe la vita di molte persone”, c’è chi ricorda che questo è quanto accaduto agli esodati proprio dopo la riforma da lei varata alla fine del 2011. Gabriella Stojan, sulla pagina Facebook del Comitato 6.000 esodati esclusi, scrive infatti che ‘6.000 cittadini ex-lavoratori, e le loro famiglie, si pongono dunque questa domanda: ‘La vita degli ultimi 6.000 esodati di cui tutti si disinteressano – in primis chi ha generato il fenomeno con la Legge che porta il suo nome – non è stata ancora a sufficienza destabilizzata dopo 8 anni di indigenza?”. E arriva anche una domanda all’ex ministra: “Non sarebbe ora che Lei, Prof.sa Fornero, si facesse almeno parte attiva nei confronti dell’attuale Governo per far rimediare all’ultimo strascico di questa colossale ingiustizia da Lei firmata?”. In effetti nell’ampia intervista a pensionipertutti.it Elsa Fornero non parla di esodati.
SALVINI: ALLA LEGGE FORNERO NON SI TORNA
Nel giorno in cui il Governo dovrebbe presentare la Nota di aggiornamento al Def, si parla ancora di riforma pensioni. Adnkronos riporta una dichiarazione rilasciata da Matteo Salvini a Riccione. “Dicono che vogliono scoraggiare quota 100, Se lo fanno, li teniamo in Parlamento giorno e notte perché alla Legge Fornero non si torna”. Giovanni Tria, ospite della trasmissione Che tempo che fa, ha invece detto che al posto di Quota lui aveva proposto una riduzione dell’Irpef e una rimodulazione dell’Iva. Ma fu poi deciso di varare la riforma previdenziale. Riforma che Matteo Renzi considera “un furto alle nuove generazioni. E un autogol per il bilancio del Paese”. Intervistato dal Foglio, l’ex Premier spiega: “Vedremo che cosa ci porteranno in Aula da votare e discuteremo, ma Quota 100 è l’ennesima dimostrazione di come il populismo faccia danni a lungo termine”. Ci sono insomma diversi punti di vista: quello della riforma pensioni sembra essere un punto piuttosto divisivo nel quadro politico italiano.
CICCHITTO CONTRO QUOTA 100
Durante la puntata di 1/2 ora in più andata in onda ieri, Roberto Gualtieri ha ribadito che la riforma pensioni con Quota 100 e il Reddito di cittadinanza non verranno toccate. Il ministro dell’Economia ha evidenziato che la prima è una misura che va a esaurimento, mentre per la seconda occorre rafforzare le politiche attive per il lavoro. Dal suo punto di vista, “un governo serio non cambia la misura, cerca di farla funzionare bene”. Fabrizio Cicchitto, invece, secondo quanto riporta agenpress.it, non capisce perché “con la difficoltà di reperimento di risorse che ha il Governo per realizzare una manovra economica che deve anche evitare l’aumento dell’Iva, non viene smontata quella che è stata la più dissennata misura presa dal precedente governo e cioè quota100 sulle pensioni”. Una misura che, come si è visto nelle dichiarazioni degli ultimi giorni, divide non poco il mondo politico, ma che sembra destinata a restare in vigore. Resta da capire se con qualche modifica rispetto al provvedimento varato dal precedente Governo.
GUALTIERI SU QUOTA 100
Emergono nuove dichiarazioni di conferma sulla Quota 100 e riforma pensioni. Ad intervenire questa volta è direttamente il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, intervistato dalla trasmissione “In mezz’ora in più” da Lucia Annunziata. Il ministro ha anticipato i punti più importanti della Nota di aggiornamento al Def che dovrebbe essere licenziata al Consiglio dei ministri di questo pomeriggio. I temi toccati sono stati quello del deficit, la manovra economica, il reddito di cittadinanza ed anche Quota 100. In merito a quest’ultimo argomento ha commentato: “Non toglieremo Quota 100. E’ una misura che va ad esaurimento”. Il rappresentante dell’esecutivo, dunque, non intende fare alcun passo indietro ma anzi conferma nuovamente la sua intenzione di proseguire con la sperimentazione del meccanismo del prepensionamento che è stato avviato nel corso dell’anno, ma non sono tuttavia escluse ulteriori modifiche future in merito ai criteri e alle regole di funzionamento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI FORNERO
Elsa Fornero, oltre a parlare della riforma pensioni con Quota 100, spiegando che non la cancellerebbe, nonostante la ritenga una misura sbagliata, nell’intervista a pensionipertutti.it ha parlato anche di Opzione donna e Ape sociale. Con riferimento alla prima, ha detto che le “sembra una misura solo fintamente favorevole e infatti è scelta quasi sempre per necessità, quando si deve, per vari motivi, uscire in anticipo dal mercato del lavoro. Il rischio di una pensione non adeguata ai bisogni dell’età anziana è perciò elevato”. Del resto Opzione donna prevede il ricalcolo contributivo pieno dell’assegno e per le donne è difficile raggiungere l’anzianità contributiva necessaria alle altre forme di pensionamento anticipato.
LA PREFERENZA PER L’APE SOCIAL
Riguardo l’Ape social, l’ex ministra del Lavoro spiega che è “una misura ‘assistenziale’ che aiuta, con il pensionamento anticipato (63 anni di età e 30 di contributi), le persone in difficoltà lavorative, mettendo i costi dell’anticipo a carico della collettività”. Dal suo punto di vista si realizza così “un’esigenza spesso invocata (soprattutto da parte sindacale), ma altrettanto spesso tradita nei fatti: la separazione tra assistenza e previdenza”. Elsa Fornero si augura quindi “che il governo depotenzi quota 100 per il 2021 e rafforzi invece l’Ape social, magari rendendola strutturale e aumentandone l’efficacia sulla base del monitoraggio dei dati al momento disponibili”. Sulle future pensioni dei giovani, boccia invece la proposta di un minimo garantito, preferendo la via dell’ampliamento “della fiscalizzazione dei contributi per i periodi di assenza involontaria dal lavoro”.