Lisa Marzoli sarà ospite di Maurizio Costanzo nel corso della nuova stagione di S’è fatta notte. La presentatrice si è trovata – inaspettatamente – ad avere il ruolo di regina di Rai1, dati gli ottimi ascolti de La Vita in diretta Estate, al fianco di Beppe Convertini. “Se siamo soddisfatti? Sì, addirittura sorpresi. Siamo arrivati a uno share del 18,2 per cento, ben oltre le aspettative. Addirittura anche oltre 3 e 4 punti percentuali rispetto all’invernale”, ha raccontato intervistata da IoDonna. Sposata, una figlia di 2 anni e mezzo, e la perfetta giornalista-mamma-manager che deve fare quadrare perfettamente l’organizzazione domestica e professionale. “Se c’è una cosa che proprio non mi va giù è la mancanza di politiche di sostegno per le donne che lavorano. In Europa stanno tutti meglio di noi”, racconta. Paladina delle ingiustizie, la difesa delle donne è un tema che le sta particolarmente a cuore ormai da tempo: “Sono figlia di un militare e la giustizia, l’ordine delle cose, è nel mio Dna. Nel programma ho cercato di inserire dai casi di malasanità a quelli di burocrazia disumana. Mi ha colpito molto la situazione di una donna senza braccio per aver assunto un farmaco “killer”. Alcune storie mi restano così dentro che la notte non ci dormo, ci resto male”.
Lisa Marzoli ospite a S’è fatta notte
Lisa Marzoli nonostante abbia un lavoro gratificante, sente forte la “tensione” del connubio “madre-professionista”. “Quando si diventa madri è come se di colpo ci si aspettasse di più da una donna perché si viene percepite come meno prestanti e affidabili. – confida – I bambini si ammalano, c’è bisogno di permessi, solo per fare un esempio. Eppure non centra niente, è solo tutta una questione di organizzazione. C’è molto lavoro culturale da fare”. Cosa manca in Italia per mettere alle madri lavoratrici di lasciare il figlio serenamente mentre si recano al lavoro? “Nidi aziendali, prima di tutto. Non capisco perché in Italia siamo così indietro su questo fronte. Bisogna aiutarle le madri, non rendere loro la vita più difficile. Sarebbe molto più semplice istituire nidi interni, le donne sarebbero più tranquille. Non è un caso se una donna su quattro lascia il lavoro dopo la maternità. Un dato drammatico”. La giornalista quindi, precisa cosa contesta la discriminazione a cui siamo sottoposte noi donne. “Un altro tema che mi sta a cuore è la questione delle “dimissioni in bianco”. – aggiunge – E lo dico con cognizione di causa: ha colpito mia madre mentre era incinta di me. Purtroppo anche se la legge in qualche modo sta cercando di contrastare il fenomeno con le dimissioni telematiche, nelle piccole aziende ancora funziona questo ricatto”.