Ginevra Piscitelli, figlia di Fabrizio Piscitelli, ex ultrà della Lazio meglio noto come “Diabolik”, ucciso poco più di due mesi fa, sarà oggi a Non è l’Arena per parlare per la prima volta a nome dell’intera famiglia. L’intervista alla donna andrà in onda nella prima serata di oggi su La7 ma Corriere della Sera già anticipa alcuni passaggi. “Ci eravamo scambiati dei messaggi poco prima che l’uccidessero, nessuno di noi pensava a qualcosa del genere. Ma nei giorni dopo la sua morte ho avuto paura”, ha rivelato la figlia Ginevra. La puntata di oggi del programma condotto da Massimo Giletti sarà uno speciale in cui oltre ad affrontare l’omicidio di Diabolik ci sarà anche un viaggio nel mondo delle curve di tutta Italia. Ginevra Piscitelli ha raccontato cosa le ha fatto davvero male: “La cosa che mi ha pesato più di tutto è che quasi il mio dolore non fosse legittimo… perché le notizie che sono uscite lo descrivono come un boss e quindi è come se io e la mia famiglia dovessimo aspettarci una cosa del genere”, ha commentato. Dopo la condanna di Fabrizio Piscitelli a 4 anni di reclusione, ora era un uomo libero, come ribadito dalla figlia. “Non era un boss mafioso, non ci vuole molto a capire che con quattro anni non puoi essere associato a niente”, ha tuonato.
GINEVRA PISCITELLI FIGLIA DIABOLIK, L’INTERVISTA A NON È L’ARENA
Nell’intervista alla figlia 22enne di Diabolik realizzata da Francesca Fagnani, Ginevra spiega cosa è cambiato negli ultimi due mesi: “Non c’è ancora il nome del killer”, dice alla giornalista, “Mio padre era molto amato. Ci ripeteva che avrebbe voluto fare di più per noi”. Piscitelli fu ucciso con un colpo di pistola alla nuca lo scorso 7 agosto, mentre era su una panchina al parco degli Acquedotti. Le indagini hanno seguito sin da subito la pista della spaccio e dei contrasti nella spartizione delle piazze della droga ma al momento non sarebbe ancora emersa alcuna pista certa collegata al suo omicidio. L’ipotesi più accreditata è che Diabolik esigesse un grosso credito per una partita di droga e per questo sia stato ucciso dopo essere attirato in una trappola mortale. La telecamera presente nella zona del delitto non avrebbe ripreso in maniera nitida il suo killer allontanatosi in scooter guidato da un complice. Secondo gli inquirenti non si è trattato di un’azione improvvisata.