Interessante è anche raccontare la vita di Joseph Antoine Ferdinand Plateau che sposò il 27 agosto del 1984 Fanny Clavareau. L’uomo era stato da poco nominato professore di Fisica Sperimentale all’Università di Gand. Non si sa però moltissimo quanto i due rimasero insieme. Sappiamo che lo studioso ebbe un figlio di nome Felix Plateau che seguì le sue orme. Rimane dunque un alone di mistero attorno alla vita di quest’uomo straordinario al quale Google oggi ha dedicato il suo doodle praticamente in tutto il mondo. Tra le sue grandi vittorie ci fu quella addirittura di essere accostato a Ludwig van Beethoven perché anche lui privato di uno dei sensi. Se il compositore era diventato sordo e questo non aveva intaccato la sua carriera seguendo un particolare parallelo la cecità di Plateau non rovinò la sua voglia di scoprire e studiare. (agg. di Matteo Fantozzi)
Il figlio, la retina e il cinema
Forse non tutti sanno che Joseph Antoine Ferdinand Plateau dopo il famoso esperimento in cui rimase cieco, non interruppe la sua carriera di fisico e inventore nonostante non potesse più vedere: lavorava sempre come professore di fisica sperimentale all’Università di Gand con l’aiuto di colleghi tra i quali anche il giovane e brillante figlio Felix Plateau e il suo genero Gustaaf Van der Mensbrugghe. Morì all’età di 81 anni lasciando in eredità alla scienza moderna una quantità enorme di materiali, domande e scoperte (ben più delle pur importante immagini animate antesignane del cinema, ndr); dalla tesi di dottorato di Plateau – imperniata sullo studio di come si formano le immagini sulla retina, rilevandone la durata, il colore e l’intensità esatti – fino alle ultimissime scoperte da anziano ricercatore, non sono pochi i lasciti che ancora oggi possiamo riscontrare negli studi moderni delle leggi di Plateau. Come racconta Olivia Huynh, creatrice, regista e fautrice del doodle di Google odierno, «Mi piace l’ampia gamma di interessi di Plateau. Penso che sia un buon messaggio mostrare che puoi essere interessato a molte cose, come la scienza, la matematica, l’arte, l’invenzione, il mestiere e che possono sovrapporsi». (agg. di Niccolò Magnani)
Il “primo” cinema animato
Prima di Edison, prima di Lumière e prima di Reynaud: Joseph Antoine Ferdinand Plateau e il suo fenachistoscopio rappresentano una tappa importante per la nascita del cinema, in particolare del cinema animato. Lo strumento ottico inventato dal fisico belga deriva dallo studio di un principio già affrontato da Euclide e, diverso tempo dopo, da Newton: Plateau fu il primo a progettare e creare il dispositivo nel 1832, anno in cui l’austriaco Simon von Stampfer inventò il disco stroboscopico, un dispositivo molto simile. Quest’ultimo strumento permette di osservare e studiare un oggetto in un moto, che può essere rotatorio o oscillatorio, come se fosse fermo: la fotografia stroboscopica venne messa a punto un secolo più tardi, nel 1932, dal professor Harold Eugene Edgerton del Massachusetts Institute of Technology: in questo caso, il principio di funzionamento si basa sull’osservazione dell’oggetto in movimento costante – in condizioni di scarsa luminosità – illuminato da brevissimi lampi di luce di forte intensità. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
Joseph Antoine Ferdinand Plateau, dal sapone al cinema
Dal sapone delle leggi di Plateau all’anticipo del cinema, dall’occhio “sacrificato” per guardare il sole fino allo straordinario contributo dato allo studio dell’ottica nelle scienze moderne: Joseph Antoine Ferdinand Plateau avrebbe oggi 218 anni e il miglior regalo possibile per il suo “compleanno” è proprio il ristabilire la giusta verità sulle sue ricerche e scoperte che hanno cambiato la storia dell’umanità moderna. Oltre all’essere il padre antesignano del cinema, il fisico belga fu noto anche per aver studiato il fenomeno della capillarità e della massima tensione superficiale dei liquidi; non solo, come trovate nel paragrafo qui sotto, Plateau diede il nome al problema matematico circa la definizione di una superficie minima con confini dati. Le leggi di Plateau invece descrivono, come si studia in fisica, il comportamento e la struttura di lamine di acqua saponata. Non è un caso infatti che il Doodle di oggi prevede tra i vari soggetti riscontrabili (a seconda del device con cui lo si vede, ndr) anche un bimbo che fa le bolle di sapone. (agg. di Niccolò Magnani)
Joseph Plateau, l’antenato del cinema
Nel giorno dell’anniversario della nascita del fisico belga Joseph Antoine Ferdinand Plateau, si ripercorrono le fasi più importanti della sua vita, le sue intuizioni e le realizzazioni che contribuirono, anni dopo, a sviluppare la tecnica cinematografica. Grande importanza ebbero per Plateau le invenzioni movimentate. L’invenzione del fenachistoscopio, su tutte, contribuì a compiere i primi passi della corsa verso il Cinematografo che prima ancora di approdare alla macchina dei fratelli Lumiere coinvolgerà numerosi appassionati, fisici appunto, ma anche disegnatori, fotografi e fisiologi durante tutto l’Ottocento. Joseph Antoine Ferdinand Plateau riuscì nella sua impresa grazie allo studio dell’occhio umano grazie al quale rimase affascinato dal fenomeno attraverso il quale un’immagine resta per qualche istante sulla retina prima di svanire. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Persistenza della visione: cieco dopo esperimento
Nasceva esattamente 218 anni fa Joseph Antoine Ferdinand Plateau, fisico belga al quale è attribuita l’invenzione, nel 1832, del Fenachistoscopio ed a cui Google oggi dedica un complesso doodle. Lo strumento ottico che permetteva di visualizzare immagini animate, contribuì allo sviluppo della tecnica cinematografica. Furono numerosi gli interessi di Plateau che lo portarono a concentrare la sua attenzione anche sul fenomeno della capillarità e della tensione superficiale. I suoi studi riguardarono anche l’instabilità capillare di un cilindro liquido e sulle lamine di sapone. Ad affascinarlo particolarmente fu soprattutto la persistenza delle immagini sulla retina (da qui il fenomeno della persistenza della visione) e per questo si rese autore di un ulteriore esperimento durante il quale fissò il sole in maniera diretta per 25 secondi. Successivamente il fisico perse la vista e fu lui stesso ad attribuire ciò come la conseguenza naturale del suo stesso esperimento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Joseph Antoine Ferdinand Plateau, chi è il protagonista del doodle
Capire chi era Joseph Antoine Ferdinand Plateau e, ancora di più, la sua opera, non è affatto semplice. Molto più semplice è capire come mai Google abbia deciso di dedicargli un Doodle nell’anniversario della sua nascita, avvenuta 218 anni fa. Joseph Plateau era un fisico belga che copri per molti anni la cattedra della facoltà di fisica e astronomia dell’Università di Gand, città dove morì, e fu per molti anni anche membro dell’Accademia delle scienze di Parigi. Ma come mai Joseph Plateau viene celebrato da Google? Quali sono state le sue scoperte che lo rendono straordinariamente familiare al grande pubblico, anche se ancora non lo sa? Joseph Antoine Ferdinand Plateau e i suoi studi di ottica, sempre applicati ai fluidi in realtà, hanno portato alla nascita vera e propria del cinema, creando l’illusione di una immagine in movimento. Insomma, è a Plateau che dobbiamo la magia dei film, da quelli di animazione a quelli ultramoderni. Purchè su pellicola. Da un punto di vista artistico Plateau era più che altro un pittore, con una spiccata predilezione per i fiori, e proprio l’”ossessione” per l’immagine e su come essa permaneva sulla retina l’hanno portato agli esperimenti che hanno fatto la fortuna del cinema. La tesi di dottorato di Joseph Antoine Ferdinand Plateau ha spiegato in dettaglio come si formano le immagini sulla retina, rilevandone la durata, il colore e l’intensità esatti. Sulla base di queste conclusioni, fu in grado di creare un dispositivo stroboscopico nel 1832, dotato di due dischi che ruotavano in direzioni opposte. Ma vediamo tutto più nel dettaglio.
Fenachistoscopio, che cos’è l’invenzione di Joseph Antoine Ferdinand Plateau
Un nome piuttosto lungo e una spiegazione forse un po’ complicata daranno origine a un fenomeno talmente semplice che ha quasi dell’incredibile. Joseph Antoine Ferdinand Plateau inventò il Fenachistoscopio (o fenachistiscopio o fantascopio) che è uno strumento ottico che consente di visualizzare immagini animate nel 1832. La prima parte del termine “fenachistoscopio” deriva dalla radice greca “phenakizein”, che significa “ingannare” o “imbrogliare”, poiché si “inganna” l’occhio, dal momento che gli oggetti nei disegni sembrano muoversi. E questo inganno è possibile grazie alla proprietà della retina di rimanere “impressionata” dalle immagini che grazie alla luce si formano su di essa. E lo studio della retina, come abbiamo già detto, da un punto di vista ottico era la passione più grande di Joseph Plateau. Il Fenachistoscopio è costituito da due dischi, uno dei quali con finestre radiali equidistanti attraverso le quali l’osservatore può guardare il secondo disco che contiene una sequenza di immagini. Quando i due dischi ruotano alla velocità corretta l’osservatore può osservare un’animazione. La proiezione di fotografie stroboscopiche, che creano l’illusione del movimento o persistenza della visione, avrebbe successivamente portato allo sviluppo della tecnica cinematografica. E così nel tempo l’”inganno” di Plateau si mutò in illusione e poi nel grande sogno del cinema.
Il “problema” di Joseph Antoine Ferdinand Plateau
Teniamoci forte, perchè se vi siete fatti l’idea che Joseph Antoine Ferdinand Plateau fosse in sintesi un professore eccentrico con la mania dei tubicini in cui guardare e dei modellini dietro i quali sparare una luce… vi sbagliate di grosso. Joseph Antoine Ferdinand Plateau era una persona che si poneva problemi molto più seri. E in particolare uno, a cui lavorò cosi tanto che sarà poi definito proprio Problema di Plateau. In matematica, il problema di Plateau consiste nel dimostrare l’esistenza di una superficie minima corrispondente ad un determinato bordo. Il problema fu proposto da Lagrange nel 1760, tuttavia prende il nome di Joseph Plateau, che fece esperimenti su di esso tramite bolle di sapone. Ok, diciamo che comunque il fatto di essere un professore giocherellone gli ha giovato anche qui, ma siamo certi che Lagrange non se la sia presa, visto che comunque grande fama l’ha raggiunta con i suoi teoremi. Il Problema di Plateau, comunque, è importante nel calcolo delle variazioni, e ha dato origine alla teoria geometrica della misura, formulata da Herbert Federer nel 1960. In ogni caso il problema di Plateau – a livello generale – è di molto difficile soluzione e uno degli ultimi a confrontarcisi fu il celebre matematico napoletano Renato Cacioppoli, la cui vita è stata descritta da un bel film di Mario Martone. Lungi da noi dire che la formalizzazione della soluzione del Problema di Plateau c’entri qualcosa, ma Cacioppoli (nipote del noto anarchico Bakunin) morì alcolizzato e suicida. A noi basta quindi la soluzione che Plateau stesso trovò al suo Problema usando le bolle di sapone.