Nel Consiglio dei Ministri che a breve comincerà a Palazzo Chigi ci sarà solo il Documento programmatico per l’Unione Europea, mentre slittano l’impianto completo della Legge di Bilancio e il Decreto Fiscale: così le ultime da fonti di Governo in attesa che la Manovra venga inviata entro mezzanotte a Bruxelles. Quota 100 ci sarà, salta la tassa sulle sim e non ci sarà neanche l’assegno unico per i figli; chiudendo la Direzione Nazionale Pd, il Segretario Zingaretti ha commentato «sono soddisfatto sulla Manovra. Ci sono le misure che volevamo, per un’Italia più giusta e più verde. Non era facile, per i debiti del passato, ma sembra che il governo ce la stia facendo». Simile soddisfazione anche dal M5s che in una nota fa sapere «Quota 100 intatta e no tasse su Sim. Puntiamo ad una manovra per la crescita e per l’aumento dei posti di lavoro». Nel frattempo sembra confermata la misura in Manovra secondo cui verrà istituita una multa per chi si rifiuta l’accettazione del pagamento con carte o bancomat, fissando a 30 euro la sanzione per i trasgressori. Infine ci sarà la digital tax dal 2020, ovvero l’imposta sui servizi digitali che prevede un’aliquota del 3% «sui ricavi da applicare ai soggetti che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni» riporta Rai News.
MANOVRA, GUALTIERI “PIÙ SOLDI IN BUSTA PAGA”
Quota 100 non si tocca e l’obiettivo per la manovra 2020 è quella di dare «più soldi in busta paga»: ad affermarlo è il ministro dell’economia Roberto Gualtieri a margine della direzione del Partito Democratico. Il titolare del Tesoro ha spiegato: «Era difficile ma ci siamo riusciti: l’Iva non aumenterà. Ci saranno meno tasse sul lavoro e buste paga più alte». Gualtieri ha aggiunto che l’esecutivo «è al lavoro sui dettagli», mentre il segretario Nicola Zingaretti ha sottolineato: «Abbiamo proposto un Piano per l’Italia basato su tre pilastri: riduzione delle tasse per gli stipendi più bassi, una svolta verde e scuola gratuita per i redditi più bassi. I tre pilastri sono entrati nella manovra». Non mancano le critiche dall’opposizione, ecco le parole della forzista Mariastella Gelmini: «Si preannuncia una manovra lacrime e sangue, per famiglie e imprese solo le briciole. No al reddito di cittadinanza, sì al taglio del cuneo fiscale e più soldi a chi lavora. Questo è quello di cui l’Italia ha bisogno», riporta Libero. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MANOVRA 2020,CONTE: “QUOTA 100 RIMANE”
In attesa del CdM con la “resa dei conti” nel Governo sulla Manovra 2020, il Premier Conte mette una pietra sopra alle polemiche sollevate da Italia Viva in merito alla riforma pensioni prodotta da Salvini e Di Maio nel precedente esecutivo: «Quota 100 rimane, è questo l’indirizzo politico». Poco prima era stato l’economista di punta del partito renziano, Luigi Marattin, a far sapere come non ci fosse «nessuna barricata su quota 100, abbiamo delle idee su come governare il Paese ed è giusto che vengano composte in maggioranza. Il diktat è sull’Iva, sul resto discutiamo tranquillamente, senza che ogni nostra idea sia vista come un ricatto, ma anche senza che sia vista come una ricerca di visibilità». A chiudere il cerchio ci pensa poi il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo in una nota «Quota 100 resta com’è, alla fine ha prevalso la linea che ho portato avanti e che definirei del buonsenso. Il confronto e il dialogo pagano sempre per arrivare al miglior risultato possibile per il bene dei cittadini. Sono molto soddisfatta». La stessa Catalfo illustra poi il senso profondo della Manovra in via di licenziamento «Abbiamo messo in piedi una legge di Bilancio importante, che non fa aumentare l’Iva, aiuta i lavoratori con il taglio del cuneo fiscale e favorisce la crescita». Tra le ultime novità rilanciate dall’Ansa, il Governo avrebbe intenzione di inserire in Manovra la deducibilità al 100% dell’Imu sui capannoni mentre vi è la conferma sulla riduzione del tetto contante (ovvero fino a massimo 1000 euro): su quest’ultimo punto Renzi la vede ancora in opposizione a Pd e M5s e fino all’ultimo tenterà con il Ministro Bellanova di modificare la misura da inserire nei vari decreti collegati alla Finanziaria 2020.
ENTRO MEZZANOTTE L’INVIO IN UE DELLA MANOVRA 2020
Scade questa sera a mezzanotte il termine per tutti gli Stati membri dell’Ue per l’invio della Manovra di Bilancio 2020 a Bruxelles e l’Italia, come del resto già avvenuto lo scorso anno con il Governo Conte-1, attenderà l’ultimo momento utile per mettere insieme le misure e le stime di spesa che andranno a formare la Finanziaria da circa 30 miliardi di euro per il prossimo anno. Dopo il vertice-fiume di due sere fa a Palazzo Chigi, le resistenze interne tra Pd, M5s e Italia Viva hanno fatto slittare il Consiglio dei Ministri inizialmente previsto per lunedì sera. Si riuniscono invece questa sera alle 21 tutti i Ministri con il Premier Conte nel CdM per porre il via libera definitivo alla Manovra 2020, salvo clamorose “rotture del tavolo” in extremis. Alle 11 è stato convocato un vertice di Governo con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, dove si inquadreranno tutti gli ultimi dubbi rimasti dopo le resistenze di Renzi sulla Quota 100 e il “muro” di Di Maio sulla stessa riforma pensionistica e sul non presentare nuove tasse nel “conto” della prossima Finanziaria. Ancor più importante questa sera in CdM, dovrà essere licenziato anche il decreto fiscale collegato alla Manovra: il “serbatoio” dove verranno inseriti tutti i conti e le spese per il prossimo anno e che potrebbe rappresentare il primo vero “sblocco” del programma Pd-M5s dettato il giorno della sua nascita in Parlamento con il lungo discorso del Premier Giuseppe Conte.
MANOVRA 2020: TUTTI GLI ULTIMI DUBBI
Di certo sarà complesso gestire la continua pressione che il piccolo ma fondamentale partito renziano di Governo nelle stesse ore in cui l’ex Premier sfida in tv a Porta a Porta il nemico n.1 Matteo Salvini. La doppia “guerra” del fondatore di Italia Viva porta a spingerlo come vero antagonista della Lega, ma per farlo deve continuare a giocare il suo ruolo di antagonista interno al Governo Conte-2: lo si vede nelle richieste di abolizione della Quota 100, sulla necessità di non aumentare l’Iva ma neanche aggiungere altre tasse e infine anche l’assegno unico per i figli (che però sembra tramontato in questa finestra finanziaria). La sfida di Renzi vede la forte irritazione tanto nel Pd quanto nei 5Stelle, con il Premier che dovrà cercare di mediare il tutto nelle poche ore che separano all’invio della Manovra di Bilancio 2020 in Europa. Dopo che i punti cardine sono stati quasi tutti fissati nella riunione di due giorni fa – cuneo fiscale a 3 miliardi, no aumento Iva (23 miliardi), fondi per eliminare il superticket della Sanità (circa 500 milioni) e rinnovo del contratto del pubblico impiego (circa 900 milioni da suddividere in due anni), resta scoperto ancora il nodo Quota 100 e il Fondo unico per la Famiglia. In attesa della misura che dovrà essere discussa il prossimo anno, il Governo giallorosso mira a far confluire tutti i vari aiuti alla famiglia (il famoso “riordino”) in un unico Fondo da circa 2 miliardi di euro: bonus nascita, bebè, voucher asili nido e una dote aggiuntiva di 500 milioni sarebbe lo schema che Zingaretti, Di Maio, Speranza e Renzi potrebbero “chiudere” per limare l’ultimo capitolo della Legge di Bilancio.