Ha riservato diverse sorpresa la presentazione del Tour de France 2020 in programma dal 27 giugno al 19 luglio prossimi: la più importante corsa mondiale di ciclismo ha svelato dettagli e contenuti delle 21 massacranti tappe che porteranno al grande arrivo di Parigi l’erede di Egan Bernal, strepitosa maglia gialla in carica dopo il Tour 2019. Nastri “svelati” ieri a Parigi nel Palazzo dei Congressi davanti a tutti i big che intendono, infortuni a parte, essere della partita la prossima estate 2020: si parte da Nizza con una settimana di anticipo rispetto al solito per permettere gli imminenti Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e non saranno poche le sorprese. Una solo crono (individuale di 36 km nella penultima tappa, tra l’altro con arrivo in salita), pochi tracciati ideali per i velocisti e invece numerose “piccole” tappe adatte per gli scalatori; come da tradizione i Pirenei verranno affrontati prima delle Alpi e con il “tetto” della gara sull’inedito Col de Loze, arrivo in salita il 15 luglio a quota 2.304 metri. Niente cronosquadre, come invece era avvenuto lo scorso anno, e soprattutto chilometraggi ridotti per grandi sfide contro il tempo.
TOUR DE FRANCE 2020: LO CHOC DI FROOME E EWANS
Presenti in sala non senza sguardi di stupore i vari Egan Bernal, Chris Froome, Steven Kruijswijk, Fabio Aru oltre ai big francesi Julian Alaphilippe, Romain Bardet e Thibaut Pinot. I super favoriti Froome, Thomas e Bernal nella stessa squadra, la top Ineos, si sono detti comunque molto sorpresi, per non dire perplessi sulle tappe e il percorso svelato a Parigi sulla nuova edizione del Tour de France 2020, edizione numero 107 delle Grande Boucle. Con un commento a caldo il campionissimo assente per infortunio nel 2019, Chris Froome, si lascia scappare un «ma dove sono le crono al Tour?», mentre il vincitore del Tour 2019 Bernal osserva «non sono il leader? Non mi preoccupa. All’inizio del Tour che ho vinto non ero stato designato subito come il capitano. Come detto, ci sono tanti fattori, bisogna vedere come evolve il Tour. Poi ci sono tre Grandi Giri e diverse opportunità per tutti. Ho grande rispetto sia per il Giro d’Italia che per la Vuelta che sono due grandi corse. Poi c’è una cosa che possiamo dire. Nel ciclismo vince il più forte. Se c’è una rompa del 20% serve che gli altri mi aspettino?». Lamentele arrivano poi anche dai velocisti come il super protagonista Caleb Ewans (tre tappe vinte lo scorso Tour) che guardando le tappe del nuovo giro di Francia commenta «La prossima Grande Boucle sulla carta sembra molto dura, ma dobbiamo vedere tutti i profili delle tappe per capire davvero come sarà. Al momento sembra che ci siano solo tre o quattro possibilità di sprint».