Poco dopo le 12.30 la Commissione Europea ha reso noto il testo integrale dell’accordo sulla Brexit raggiunto dopo ore infinite di trattative tra Ue e Regno Unito, concluse con la telefonata decisiva di questa mattina tra il Premier Boris Johnson e il Presidente uscente della Commissione Europea Jean Claude Juncker. Sabato prossimo (dopodomani, ndr) il Governo Tory presenterà il testo del nuovo accordo (a tre anni dalla prima volta dell’ex Premier May) in Parlamento inglese, chiamato a ratificarlo o ad respingerlo per l’ennesima volta. Il “grande azzardo” è stato chiamato visto che i nordirlandesi del Dup hanno già fatto sapere che non voteranno il testo, facendo perdere diversi numeri a Westminster che ora rischia forte per quest’ultimo accordo presentato. Oggi pomeriggio il testo verrà presentato al Consiglio Europeo che dovrebbe accoglierlo senza problemi, poi la volta di Londra arriverà sabato ed è lì che si deciderà, ancora una volta, l’intera vicenda. Se tutto filerà secondo i piani di Ue e Johnson, la Brexit si farà e il 31 ottobre del 2019 diverrà una data storica; altrimenti salterà di nuovo tutto e l’ipotesi “no deal” o “rinvio” potrebbero tornare a farsi “minacciose”.
BREXIT, IL TESTO INTEGRALE DELL’ACCORDO UE-UK
Entrando nelle pieghe del testo, vediamo in cosa realmente consiste l’accordo tra Unione Europea e Gran Bretagna sul divorzio dall’Europa: il Dup, principale alleato di Governo di Johnson, si è sfilato perché non concorde su un punto chiave dell’accordo Londra-Bruxelles, ovvero il regime dell’Iva di Belfast allineato a quello europeo. «Allo stato attuale non possiamo appoggiare ciò che viene suggerito riguardo alle questioni doganali e del consent (ovvero l’assemblea locale dell’Irlanda del Nord sull’intesa relativa ai confini irlandesi, ndr). Inoltre, manca chiarezza sull’Iva. Continueremo a lavorare con il governo per cercare di arrivare a un accordo ragionevole che funzioni per l’Irlanda del Nord e tuteli l’integrità economica e costituzionale del Regno Unito», attaccano la leader Dup Arlene Foster e il suo vice Nigel Dodds dopo l’accordo Ue-Uk. «L’antidemocratico backstop è stato abolito. Il popolo dell’Irlanda del Nord sarà responsabile delle leggi che lo governano e avrà il diritto di mettere fine all’accordo speciale se sceglierà di farlo», è invece quanto annunciato e inserito nel testo dal Premier Johnson, provando a “risolvere” l’altro punto chiave per anni rimasto insoluto tra Bruxelles, l’Irlanda e Londra. Il Governo Tory elimina così il meccanismo di emergenza nato per evitare un ritorno del confine duro tra Irlanda e Irlanda del Nord: nel testo è inserita una parte in cui si afferma come Londra acconsenta a spostare i controlli doganali tra Irlanda del Nord e Regno Unito e non più tra le due Irlande come invece precedentemente previsto dal backstop. Infine, Johnson aggiorna il testo dell’accordo rispetto alla May anche sul fronte del periodo di transizione post-Brexit: il Regno Unito nel nuovo accordo ha accettato di non fare concorrenza sleale ai Paesi Ue per un anno e mezzo dopo l’accordo del 31 ottobre 2019.
Qui il testo ufficiale del nuovo accordo Brexit tra Ue e Regno Unito