Il numero 18 per Gigi D’Alessio potrebbe rivelarsi fortunato, non solo perchè esce oggi, 18 ottobre, “Noi due” ma anche perchè rappresenta il 18esimo album del cantante napoletano che si accinge a festeggiare i suoi primi 20 anni come artista italiano. “I primi sette ero napoletano”, ha scherzato nel corso della presentazione del disco, come riferisce TgCom24. Con Noi due, Gigi fa riferimento a se stesso ed alla sua ombra. “È un disco vario, sorprendente, in cui troverete tutte le mie “anime” musicali e diversi duetti e featuring che sicuramente non vi aspettate”, aveva anticipato lo scorso lunedì su Facebook. Undici tracce più una sorpresa, la versione inedita di Non dirgli mai con la London Symphony Orchestra per i vent’anni del brano. Il suo nuovo album è sicuramente quello della maturità, ricco, completo ma soprattutto caratterizzato da molti duetti, vero punto di forza ed orgoglio da parte dello stesso Gigi D’Alessio che in merito ha commentato: “Ho dovuto combattere contro i pregiudizi, dopo 27 anni sono finalmente riuscito ad avere dei featuring”.
GIGI D’ALESSIO, NOI DUE: L’ALBUM DELLA MATURITÀ E DEI DUETTI
L’attesa per Gigi D’Alessio è stata però ampiamente ricompensata dal momento che i nomi con i quali duetta nell’album “Noi due” sono di primo ordine: Giusy Ferreri, Luché, Emis Killa, Gué Pequeno e soprattutto Fiorella Mannoia. Niente Anna Tatangelo, dunque, ma in merito Gigi scherza: “se no ce la cantamm’ e suonamm’ sempre noi, rischiamo di diventare Al Bano e Romina!”, riporta Il Messaggero. Tornando ai duetti, la Mannoia aveva detto di essere pronta a cantare con tutti, persino con Gigi D’Alessio, e lui ha deciso di sfidarla con il brano L’Ammore, al quale Fiorella non ha saluto dire di no. “Lei è stata una sfida per me. In un’intervista disse che avrebbe accettato anche una canzone scritta da me, non solo da grandi cantautori. Così le proposi il pezzo, con il rischio di prendermi una porta in faccia. Invece si è commossa e ha accettato di cantarlo con me”, ha spiegato Gigi. Il disco strizza l’occhio alle sue radici ma si apre anche alla nuova generazione di rapper: “Li ho fatti entrare nel mio mondo è stato un esperimento. Sono sempre stato aperto alle collaborazioni ma per me c’è voluto tempo. Devo dire che in questo Milano mi ha aiutato, è una città dove è più facile creare contatti rispetto a Roma o Napoli”, ha commentato.