Cella Monte, Vogogna e Monforte d’Alba, tre bellissimi comuni del Piemonte: ma uno solo rappresenterà la Regione nella finale de “Il borgo dei borghi” su Rai Tre. Iniziamo a conoscere il primo, Cella Monte, affascinante borgo contornato da vigne e vigneti famosi in tutto il mondo, situato nel territorio del Monferrato. Cella Monte tramanda una storia ultra-millenaria, che lo vede circondato dal mare, come si intuisce ancora nelle conchiglie impresse nell’arenaria con la quale sono state costruite le sue mura. Il borgo sembra essersi fermato al momento della sua costruzione, nulla è mutato, tutto è com’era; i 500 abitanti che lo animano lo curano come fosse un figlio. Tutt’intorno le vigne disegnano paesaggi degni del miglior pittore impressionista, con colori che si alternano nelle sfumature e nei contrasti. Tanto bello che l’Unesco, nel 2011 ha sancito che i paesaggi vitivinicoli delle Langhe, Roero e Monferrato potevano diventare il cinquantesimo sito italiano del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Cella Monte non vive la sua bellezza solo alla luce del sole, c’è un mondo che prende vita sotto i suoi piedi, si tratta degli Infernot, luoghi ideali ma molto angusti per la conservazione dei pregiati vini.
IL BORGO DEI BORGHI, VOGOGNA
In lizza per un posto in finale a “Il borgo dei borghi” c’è anche Vogogna: passeggiando per le sue viuzze strette e spesso contorte si respira quella magica atmosfera che solo i film d’amore tra cavalieri e dame sanno regalare. Alte mura di pietra con finestrelle dalle forme più svariate, tetti a spiovente, balconi di legno decorati con fiori dai mille colori, scale e scalette, passaggi angusti e una vista mozzafiato sul panorama circostante: sembra davvero di trovarsi un sogno, immerso in un rumoroso silenzio, fatto di suoni e vibrazioni che solo la natura sa regalare. Nel cuore del borgo il torrione del castello, insieme al palazzo Pretorio, risalente al 1348: una vera esplosione dell’architettura gotica. Poco fuori la cinta muraria della città, la leggenda narra che si possa ancora vedere una costruzione che gli abitanti del villaggio chiamano Casa Marchesa, sembra sia la costruzione più antica del posto, risalente al 1350.
Domina e abbraccia le casette strette una all’altra come per sorreggersi il Castello Visconteo, costruito nel lontanissimo 1344. Un viaggio nel passato? Vogogna lo regala.
IL BORGO DEI BORGHI, MONFORTE D’ALBA
Per raccontare la storia di Monforte d’Alba, uno dei tre comuni piemontesi in lizza per la finalissima de Il borgo dei borghi si potrebbe partire dall’epoca neolitica oppure dall’epoca romana ma, se si vuole rimanere nel passato recente, l’Alto Medioevo è il periodo che più ha caratterizzato questo delizioso borgo con la costruzione del suo castello. Camminando nelle stradine che si inerpicano fino al cuore del borgo la vera storia di Monforte d’Alba viene allo scoperto a tal punto che sembra viverla. Improvvisamente, dopo aver percorso le tipiche viuzze, lo scenario che si apre agli occhi è tanto incredibile quanto reale. Nella Piazza Antica Chiesa, appare come d’incanto un anfiteatro naturale con i suoi gradini definiti, dai piccoli del borgo: “pelosi”. Si tratta dell’Anfiteatro che prende il nome dal pianista che lo ha inaugurato nel 1986: Mieczysław Horszowski. E’ eccezionale come questo luogo incantato abbia un’acustica a dir poco perfetta, tanto da essere preso in considerazione per numerose manifestazioni di carattere artistico. Domina l’anfiteatro la torre campanaria, unica superstite di un antico edificio cristiano di epoca medievale.