Una fiaccolata per ricordare Stefano Cucchi: è in corso a Roma una manifestazione per omaggiare il geometra scomparso dieci anni fa, centinaia di persone partite da piazza Aruleno Celio Sabino per rinnovare la battaglia per la verità. «Giustizia per Stefano» il motto dell’iniziativa, con la madre Rita che ha sottolineato: «Sono stati dieci anni di dolori e sofferenze. Finalmente la verità è emersa. Abbiamo sempre creduto nella giustizia e speriamo venga fatta sul serio. La nostra battaglia non finirà», riporta Il Corriere della Sera. Come dicevamo, chi è stata sempre in prima fila per la verità è la sorella Ilaria, omaggiata da Piero Pelù su Instagram: «Esattamente dieci anni fa la orribile morte di Stefano Cucchi per violenze subite in carcere. In tutta questa triste vicenda che non si è ancora conclusa a livello giudiziario, spiccano la grande forza e l’amore di Ilaria Cucchi, che non ha mai smesso di combattere la sua lotta di civiltà per rompere il muro di omertà che circondava la morte di suo fratello». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“STEFANO CUCCHI FU VITTIMA DELLA GIUSTIZIA”
«Stefano Cucchi fu vittima della giustizia»: la sorella Ilaria non ne ha dubbi e lo grida nel giorno del decimo anniversario della sua morte. Sui social network sono tantissimi i messaggi di cordoglio per la drammatica ricorrenza, una sconfitta per la giustizia, venuta a galla grazie alla persistenza della famiglia del geometra romano. E il mondo della politica non dimentica la tragedia, ecco le parole di Enza Bruno Bossio: «10 lunghi anni dalla morte di Stefano Cucchi. 10 anni di sofferenza e ricerca della verità per la famiglia e per chi non si è mai arreso alle menzogne e ai depistaggi. Una verità che non può più essere nascosta come questa lettera disperata che Stefano non ha potuto mai inviare». Così, invece, Riccardo Magi: «Il 22 ottobre di 10 anni fa moriva Stefano Cucchi. Aveva 31 anni ed era affidato alla tutela dello Stato. È stato arrestato per 28 grammi di hashish, è morto solo in un letto di ospedale. 8 processi non sono bastati per scrivere nero su bianco cosa ha fatto morire Stefano». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
STEFANO CUCCHI, 10 ANNI DALLA MORTE
10 anni fa moriva Stefano Cucchi, l’architetto romano con problemi di dipendenza dalla droga ucciso dalle conseguenze di un gravissimo pestaggio avvenuto all’interno del carcere di Rebibbia a Roma. Uno dei casi di cronaca più controversi e aberranti degli ultimi anni, è stato via via affrontato e pian piano “risolto” grazie alla lotta intrapresa dalla sorella Ilaria che non ha mai accettato la “copertura” e depistaggio avvenuto tra le forze dell’ordine e i medici dell’ospedale Pertini, dove Stefano è morto in conseguenza delle ferite e dei liividi “comparsi” dopo l’arresto in carcere. «Dieci anni fa Stefano stava scrivendo quell’ultima, disperata, richiesta di aiuto. Voleva vivere, mio fratello! Poi invece – scrive Ilaria Cucchi in un post su Facebook stamani – è morto, all’alba, tra l’indifferenza generale di tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui in quei sei giorni del suo calvario». Dopo la lettera di alcuni giorni fa nel pieno del processo-bis (che sta finalmente gettando luce sulla aberrante vicenda della morte di Cucchi), la sorella di Stefano torna a battagliare per quella verità sul fratello che è stata nascosta per tanti, troppi anni. Alle 18.30 di oggi è in programma una fiaccolata da piazza Aruleno Celio Sabino, vicino alla Chiesa San Policarpo «nel decimo anniversario della morte di Stefano per ricordarlo insieme a noi nei luoghi dove iniziò la fine della sua vita».
ILARIA CUCCHI, LA BATTAGLIA E L’AMORE TROVATO
Un’eternità da quella mattina fredda romana, un’eternità sembrava anche la distanza tra la verità reale e quella emersa nelle spiegazioni di alcuni Carabinieri e medici: la forza di Ilaria Cucchi, la battaglia di alcuni avvocati, il film con Alessandro Borghi proprio sulla vicenda Cucchi e anche il coraggio di alcuni testimoni carabinieri e non hanno permesso 10 anni dopo di poter tornare in un processo per stabilire finalmente cause, responsabilità e fatti avvenuti in quelle tragiche notti di ottobre 2009. Su “Sette” quest’oggi viene raccontato da vicino un particolare forse poco noto e a margine della vicenda giudiziaria, ovvero il rapporto tra Ilaria Cucchi e l’avvocato Fabio Anselmo: una battaglia insieme, il coraggio di sfidare le voci contrarie e le prime sentenze ma anche se non soprattutto un amore nato durante i processi. Il Corriere della Sera oggi ha anticipato parte del racconto fatto da Giovanni Bianconi per i 10 anni della morte di Stefano, tramite gli occhi e le parole di Ilaria e dell’avvocato Anselmo. Un dolore esposto in pubblico e ripercorso nel libro che Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo hanno deciso di pubblicare nel decimo anniversario di una morte in attesa di giustizia: “Il coraggio e l’amore – Giustizia per Stefano: la nostra battaglia per arrivare alla verità” è il titolo, mentre le storie sono inedite e intime. «Non abbiamo strumentalizzato niente e non rinnego nulla di quello che abbiamo fatto. Se mi volto indietro e rivedo ciò che abbiamo dovuto subire, da un processo sbagliato (agli agenti penitenziari assolti, ndr) ai continui interventi a gamba tesa di ministri e scale gerarchiche, mobilitate con tutto il loro potere, credo che abbiamo fatto quel che dovevamo. Come dimenticare che il medico incaricato di stabilire le cause della morte di Stefano annunciò in tv le sue conclusioni prima ancora di cominciare il lavoro? E che la Procura rimase a guardare in silenzio? Avevamo lo scopo di farli vergognare, denunciando tutto, perché di fronte a certe storture e violazioni non c’era altra strada. E ci siamo riusciti», racconta l’avvocato ora compagno nella vita di Ilaria. Un amore sincero nato da un dolore, anche questo ha significato lottare con e per Stefano Cucchi: come racconta ancora Fabio ai colleghi di “Sette”, «Lei è sempre uguale, davanti a una telecamera o in casa; naturale e diretta, veloce come un Frecciarossa. Senza il suo viso e il suo modo di essere, la sua semplicità così dirompente, non ce l’avremmo mai fatta. E io mi sono innamorato anche di questo».