Il Watergate Hotel a Washington DC non è più solo il luogo che conserva gelosamente un pezzo di storia recente della più grande democrazia al mondo ma, da qualche anno, ha riaperto i battenti al pubblico proponendo un’esperienza davvero curiosa e alternativa, fra lusso e ammiccamenti a un passato certamente “ingombrante” e legato a uno degli scandali più chiacchierati degli ultimi cinquant’anni. Si trova infatti nella capitale degli Stati Uniti, nel quartiere di Foggy Bottom e nei pressi del JFK Center for Performing Arts, un grande complesso formato da sei edifici e conosciuto come The Watergate Complex in cui ha sede pure l’albergo che fu al centro di quel caso di cronaca che prese l’omonimo nome e che, grazie alla sensazionale inchiesta giornalistica firmata da Bob Woodward e Carl Bernstein, portò nel 1972 a un fatto quasi inedito, ovvero l’impeachment e successivamente le dimissioni per l’allora inquilino della Casa Bianca, Richard Nixon due anni dopo. E oggi l’hotel di Washington non solo rappresenta una delle proposte più lussuose in fatto di strutture alberghiere della città ma strizza l’occhio ai suoi visitatori con echi e rimandi ai fatti di un’epoca che appare oramai lontana e che tuttavia ha segnato per sempre la storia degli USA.
LA STORIA DEL WATERGATE HOTEL E LO “SCANDALO”
Riaperto nel 2016, il Watergate Hotel è stato come detto il luogo che ha dato il nome allo scandalo politico più celebre della storia degli Stati Uniti: come è noto, il sesto piano della struttura alberghiera all’interno del Complex vicina al fiume Potomac e aperta nel 1967 ospitava la sede dell’allora Comitato Nazionale del Partito Democratico in cui si scoprì, grazie all’inchiesta portata avanti dai due reporter del Washington Post, che venivano effettuate delle intercettazioni illegali da uomini legati al Partito Repubblicano dell’allora Presidente Nixon che rimase coinvolto nello scandalo assieme ad altri noti esponenti di governo. I fatti di quel 1972 non resero solamente simbolico l’albergo, il cui nome è entrato nell’immaginario collettivo, ma ha ispirato pure diversi registi tra cui Alan Pakula che girò il pluripremiato “Tutti gli uomini del presidente” (1976). Tra l’altro è curioso ricordare pure che la realizzazione dell’hotel fu portata avanti, negli Anni Sessanta, dalla Generale Immobiliare, società italiana che seguì il progetto dell’architetto Luigi Moretti: composto da sei edifici tra cui il suddetto albergo di lusso, il Watergate Complex fu costruito tra il 1963 e il 1971 e da allora è stato sempre considerato un fiore all’occhiello della capitale del District of Columbia; successivamente, negli Anni Ottanta, il complesso fu venduto varie volte prima che la proprietà venisse divisa tra i vari edifici e venduta a soggetti diversi.
TRA ECHI DEGLI ANNI SETTANTA E PICCOLE CHICCHE
E dopo una chiusura di quasi dieci anni, al termine di un lungo restyling costato 125 milioni di dollari l’hotel è stato riaperto e offre ai suoi facoltosi ospiti alcune chicche imperdibili: il Watergate a Washington DC infatti, come accennato, strizza l’occhio a quei visitatori che conoscono la storia della scandalo e sanno cogliere alcuni rimandi disseminati nella struttura: subito dopo la riapertura che l’ha fatto tornare agli antichi splendori (nel 2007 era stato chiuso per via di vecchi problemi finanziari) la nuova direzione ha anche ideato una sorta di gioco che permette agli ospiti di diventare protagonisti di una sorta di mistery, provando ad aprire la cassaforte che si trova nel The Next Whiskey Bar (qui è chiaro il riferimento ad “Alabama Song”, noto brano dei Doors), con mini-sfide a tema e un premio che non è difficile immaginare per coloro che riusciranno a risolvere l’enigma. Nel ‘percorso’ di questo game interattivo una delle tappe è nella cosiddetta Scandal Room 214, ricreata appositamente per far immergere tutti nella atmosfere da spy story di inizio Anni Settanta. Non solo: gli interni sono firmati dall’archistar israeliana Ron Arad le livree del personale di servizio sono state disegnate da una nota costumista hollywoodiana mentre l’offerta del Watergate Hotel comprende 336 camere per gli ospiti in totale, di cui 24 sono suite di lusso, 6 sono Diplomat Suite e infine ci sono anche due ambite Presidential Suite. Infine, sulle matite a disposizione nelle stanze c’è impressa una ironica scritta: “L’ho rubata al Watergate Hotel” mentre in alcuni bagni vengono diffuse le parole… di alcuni vecchi discorsi di Nixon.