È Roma ad essere teatro di una tragedia, di una morte violenta anche se in questo caso si tratta di una “banale”, apparentemente, lite familiare: dopo la tremenda morte di Luca Sacchi lo scorso mercoledì, la Capitale si riscopre ancora “nel sangue” con l’omicidio avvenuto a Nettuno, sul litorale sud. Un albanese 50enne al termine di una lunghissima e violenza lite familiare ha imbracciato un fucile e ha sparato al cognato, uccidendolo praticamente sul colpo. Al momento le informazioni non sono chiarissime ancora, ma da quanto filtra dalle agenzie, sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione di Nettuno, che hanno fermato il responsabile dell’omicidio. Gli abitanti di Via Abruzzi a Nettuno hanno segnalato con diverse telefonate alle forze dell’ordine la lite violenta che si stava consumando in un appartamento della palazzina, salvo poi avvisare con timore di aver udito colpi di arma da fuoco.
ROMA, SPARA AL COGNATO DOPO UNA LITE
L’omicidio di Roma Nettuno è dunque l’epilogo di una lite violenta scoppiata in mattinata, ma ad aggravare la posizione dell’assassino è l’utilizzo di un’arma clandestina e modificata. Si tratterebbe, secondo il Messaggero, di un fucile a cui sono state tagliate le canne, assai pericolosissimo: dopo essere stati chiami i Carabinieri di Nettuno si sono presentati con diverse pattuglie, certificando purtroppo la morte del 45enne cognato del killer. Due colpi soli ma letali vicino al petto: così è morto il 45enne cognato, anche se ovviamente va capito quale sia l’origine di quella lite e se sia successo di altro nei momenti che hanno preceduto il terribile sparo a bruciapelo. Al momento sulla vicenda continuano ad indagare i carabinieri di Anzio. anche se i primi possibili provvedimenti arriveranno dopo gli interrogatori all’indiziato n.1, il cognato arrestato dalle forze dell’ordine poco dopo lo sparo.