Sono le loro inseparabili compagne di viaggio e anche stavolta non ne potranno fare a meno. Di cosa stiamo parlando, sparuti e fedeli lettori? Scadiamo nell’ovvio se affermiamo che i politici di sinistra tendono, in maniera del tutto naturale e con una carica di fantasia che Walt Disney al confronto fa la figura di un povero dilettante, ad accoppiarsi appassionatamente con ondate di nuove tasse, che immancabilmente i governi da loro sostenuti introducono con una regolarità che neanche il Real Madrid con le finali di Champions può vantare! Sinistra e tasse, tasse e sinistra: un binomio indissolubile!
Per TPS (Tommaso Padoa Schioppa) – la sinistra ha una passione straordinaria anche per le sigle… – hanno sempre rappresentato “una cosa bellissima”; per Doppia V (Vincenzo Visco) erano pane quotidiano per i suoi denti da Dracula della pressione fiscale; per RMP, al secolo Romano Mortadella Prodi, un’idea sovranazionale, se è vero, come è vero, che ai suoi tempi è riuscito a inventarsi addirittura l’Eurotassa, quell’indispensabile contributo straordinario per entrare in Europa… E anche il governo Conte, coacervo di sinistre distinte ma convergenti (sulle tasse e su poco altro), non è da meno.
I giornali, riferendosi alla manovra 2020 del governo giallo-rosso, hanno titolato: “Cinque miliardi di micro tasse”. Cifra che fa riferimento al valore del gettito che il Conte-2 vuole recuperare; certo, dovessero seguire la loro indomabile natura, Pd, M5s e LeU s’inventerebbero 5 miliardi (di numero!) di micro tasse. Entrando così in una sorta di panteismo fiscale, dove tutto è tassabile: che gusto, dopo averci provato per decenni, riuscire a tassare anche l’aria che respiriamo! O fare in modo che, vivendo in una città inquinata, si possa estrarre dal magico e sinistro cilindro financo qualche nuova accise sull’accise, tanto per ricordare ai nostri portafogli che lo smog fa male alla salute. Così che, di accise in accise, ci si ritrovi un bel giorno non troppo lontano tutti – fiscalmente parlando – accisi!
Qualcuno tra voi potrebbe essere indotto a esclamare: esagerati, populisti, reazionari… sovranisti! Ma a prendersi la briga di andare a spulciare nella manovra 2020 spiccano, nella loro innocente severità, tre nuovi balzelli mica da ridere (e se lo diciamo noi, che di solito ridiamo su tutto…): sono, nell’ordine, la plastic tax, la sugar tax e la web tax. Entrando nel merito, la terza colpisce i proventi dei giganti internettiani, le prime due sarebbero volte a orientare i comportamenti dei cittadini, per renderli più virtuosi, più salutisti, più ambientalisti… Insomma, come si usa dire oggi, più gretini!
La noia sta cominciando ad attanagliare le vostre menti desiderose di qualche attimo di svago? Tranquilli, mica è finita qui! Le nostre talpe al Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) ci hanno raccontato che, a fronte di un ministro Gualtieri angosciato dall’idea di domandare a Conte qualche spiegazione sulle coperture alla manovra per evitare i rimbrotti della Ue, sterilizzare l’aumento dell’Iva (23 miliardi, euro più, euro meno) e finanziare il taglio del cuneo fiscale (altri 3 miliardi), il nostro premier, serafico e sicuro, ha tirato fuori dal cassetto una cartelletta – sulla quale era stampigliata a caratteri cubitali la parola “CARTELLET-TAX”, esclamando: “Taaaaax! Ecco qui le nostre belle coperture, caro il mio bel Gualtieri!”.
A questo punto, potremmo dirvi che abbiamo avuto la possibilità di visionare quei fogli, tuttavia non è così e non ce n’è stato neppure bisogno. Perché accadrà quel che è sempre accaduto. Se la congiuntura economica dovesse peggiorare, la spesa statale salire, i conti pubblici sballare, il governo proporrebbe addizionali, accise, balzelli, imposte, tasse e tributi di vario genere, come se non ci fosse un domani. Vogliamo provare a inventarcene qualcuna? Chissà mai che c’azzecchiamo…
ArbaTax. Addizionale del 10% da applicare sulla tassa di soggiorno per i turisti, italiani e stranieri, che andranno a passare le vacanze in Sardegna, soprattutto in Ogliastra. Secondo Conte, “questa tassa filerà via come… l’oglio”.
Sax tax. Tributo da applicarsi sulle vendite e sull’utilizzo, in concerti, sarabande, piani bar o assoli, di un sassofono. Si sta anche pensando di tassare il semplice ricorso, su giornali o social, alle parole “sax”, “sassofono” e “sassofonista”. Pur essendo applicato a uno strumento musicale, l’entità del balzello non è ancora stata resa… nota.
Max tax. L’imposta verrà applicata, nella sua aliquota massima, a tutti coloro che si chiamano Massimo o Massimino o Massimiliano. Per tutti gli altri, verrà invece applicata un’aliquota minima. Ovviamente, entrambe le imposte sarebbero da versare sul valore… nominale!
Lax tax. Accise sull’uso dei lassativi. Più che una misura di contrasto all’evasione, è stata pensata come misura di contrasto all’evacuazione. Verrà saldata forfettariamente sul Modello F24 Rotolone. Secondo i grillini, sarà una tassa che gli italiani pagheranno di corsa. E – aggiungiamo noi – con la piacevole consolazione di poter ogni volta mandare chi l’ha inventata… a c…are! (come hanno appena fatto in Umbria).