Nona giornata di Serie A. Dopo le fatiche di Coppa, Juve e Inter rimangono in surplace. La Gobba, pareggiando a Lecce, tenta di lasciare la posizione di testa, i bauscia non vogliono passare avanti: mai tirare la volata all’avversaria. Paiono Maspes e Rousseau, qualcuno si ricorda?
La Juve a Lecce ha subito l’ormai domenicale rigore provocato da De Ligt che non ha ancora capito che i bianconeri sono una squadra di calcio, non di pallamano. Ad ogni partita prende il pallone in mano nella propria area. Pur con grande sforzo, ogni tre tocchi anche l’arbitro più bendisposto con la Juve il rigore lo deve fischiare. I torinesi hanno giocato tutto l’incontro con sufficienza, come se la vittoria dovesse arrivare per diritto. Così facendo, complice anche un Lecce tenace, hanno lasciato due punti nelle Puglie.
La Beneamata, contro il Parma ha mostrato tutti i propri limiti. Troppo pochi i calciatori a contratto. Poi, come sempre, Conte peggiora la situazione in proprio. Brozovic ottimo regista, già nel finale con il Borussia era alla frutta. Mi chiedo perché non farlo rifiatare con gli emiliani? Borja Valero è così scaduto? Certo il croato è un’altra cosa ma bisogna sempre ricordare che è meglio un asino vivo che un professore morto. In aggiunta tutte le squadre di Serie A hanno capito – che arguzia – che la fonte di gioco interista è il Brozo. Per rendergli difficile la vita gli pongono addosso un addetto alla marcatura. Quando gioca Sensi il problema per i nerazzurri è limitato: basta appoggiare il gioco sull’ex Sassuolo. Ma, ora che è assente, chi è l’alternativa a Brozovic? Non Barella o Gagliardini, grandi lottatori ma non certo metronomi, allora perché non Borja Valero? Con le idee di Conte è successo che le reti ducali sono nate entrambe da cazzate di Brozovic, l’Inter non ha approfittato del mezzo passo falso gobbista per tornare in testa e tenere le avversarie per il secondo posto a debita distanza. L’arrembante finale dei contiani è parso un gran casino. Praticamente la partita è finita quando, pochi minuti dopo la rete di Lukaku, Lautaro solo davanti al portiere si è fatto raggiungere da un difensore, per stanchezza. Chissà se capiterà ancora l’occasione per superare i sarriani, sarà difficile.
La Dea ha triturato l’Udinese, punteggio più che tennistico. A Bergamo leggono set e pensano siano sette punti. Perciò set vinto 7-1! E se l’Atalanta stesse giocando la Champions per allenarsi alla corsa scudetto? Sarebbe bello come tutte le cose inaspettate, chiedete a Giusepi! In Serie A è stata la giornata dei pareggi e del ciapa no. Anche il Napoli, infatti, non è riuscito a superare la Spal nonostante un secondo tempo sempre all’attacco. Milik è bravo però, se non impara ad accorciare il passo quando entra in area, non diverrà mai determinante. Pioli ha passato la settimana cercando di fare l’amico dei suoi calciatori. Sta cercando, agendo sulla mente, di trasformare dei brocchi in mediocri e dei mediocri in campioni. Sarà dura! Nell’odierna giornata, di fronte ad una Maggica decimata, ha deciso di insistere su Suso che molti casciavit vorrebbero già spedire fra gli umarei a controllare le opere edili. Le squadre si sono schierate a specchio con il 3-4-2-1. E’ parsa una partita a scacchi con molti voglio ma non posso. Si poteva scommettere sulle reti inviolate con grandi possibilità di vincere. Invece, a fine primo tempo, cavolata della difesa milanista che, su calcio d’angolo, ha lasciato libero Dzeko e l’uomo, per l’occasione in maschera, non ha avuto remora alcuna a infilare nel sacco rossonero. Poi, a inizio ripresa, bellissimo scambio di reti fra le due squadre, giallorossi al “governo” dell’incontro. Finisce 2-1 per i romanisti. Pioli, il normalizzatore, per ora è riuscito a “mettere in bolla” il Milan. Prima di lui una partita la vinceva e tre o quattro le perdeva. Questo creava troppa confusione, ora le perde tutte, normalizzazione minimalista. Ai rossoneri manca la ferocia, la voglia di andare in avanti, più coraggio nella testa.
Chiusura di giornata in Serie A con la Fiorentina che ospitava la Lazio. Una domanda su Ribery. E’ realmente il francese ex Bayern o Ignazio La Russa travestito? Chiunque sia, la sua presenza giustifica il costo del biglietto. Buona la partita, tutta di corsa ma con poco costrutto. Quando pareva fosse destinata ad un inutile pareggino ecco l’ideona di Montella: togliere Ribery, il migliore in campo. La cavolata ha permesso ai laziali di buttarsi in avanti senza timori per la difesa e realizzare una oramai insperata vittoria. Sempre convinto: un allenatore non serve per vincere, basta non faccia danni.