Il voto in Umbria non aiuta di certo la maggioranza a trovare una sintesi per presentare alle Camere la Legge di bilancio. Italia Viva, che non ha corso con la coalizione Pd-M5s-LeU risultata sconfitta, può ritornare alla carica sulla cancellazione di Quota 100, ma in Parlamento i numeri dei 5 Stelle sono quelli più importanti e Luigi Di Maio ha già ripetuto che la misura pensionistica non si toccherà. Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze e per il Coordinamento delle politiche comunitarie, non nasconde che in effetti le cose si fanno complicate per il Governo, «anche perché c’è un aspetto importante da tenere presente rispetto al risultato delle elezioni in Umbria».
Quale?
Sono state vinte da una coalizione di centrodestra con Berlusconi che, seppur in calo, in qualche modo fa da “garante” rispetto al fatto che la Lega non abbia posizioni forti contro l’euro. Quindi dopo il voto in Umbria l’Ue può ritenere che a Salvini la lezione sia servita e che non c’è più necessità di fare drastiche rinunce alle regole europee per venire incontro all’attuale Governo, nato di fatto contro l’ex ministro dell’Interno, tanto più dopo il cambio della guardia alla Bce.
Un cambio della guardia che non sembra mettere in discussione, almeno nel breve termine, la politica monetaria espansiva…
Esatto. Proprio per questo, visto che resterà la facilitazione quantitativa, è chiaro che l’Ue vorrà essere con l’Italia abbastanza severa. Sarà più facile per Bruxelles tenere il punto e chiedere che il deficit non superi il 2% del Pil con la possibilità di concedere flessibilità, ma solo a fronte di investimenti.
E il Governo non potrebbe cambiare la manovra in questa direzione?
Per Gualtieri e il Pd non ci sarebbero problemi, ma, come ho già spiegato, poiché c’è stato quel proclama di Renzi riguardo il fatto che la manovra serviva a evitare l’aumento dell’Iva, anziché rimodulare l’Iva, per esempio aumentando quella sulle importazioni, ora per far scendere il deficit bisogna tagliare la spesa o aumentare le tasse.
Tasse come quella a carattere ambientale sulla plastica che si vogliono introdurre nella seconda metà del 2020?
Si dice che sono tasse verdi, ma tali non solo, altrimenti verrebbero usate per ridurre i danni ambientali e non i buchi di bilancio. Per far quadrare i conti bisognerebbe cancellare, tagliare, modificare o comunque intervenire sul Reddito di cittadinanza o su Quota 100.
Temi su cui probabilmente si riaccenderà uno scontro tra Italia Viva e M5s…
Certamente i 5 Stelle non potranno accettare di tagliare quelle due misure e quindi Gualtieri si troverà in una situazione non facile se non si può rimodulare l’Iva o tagliare la spesa. C’è una guerra interna alla maggioranza e ho l’impressione che questa lite diventerà permanente e potrebbe risolversi o con la minaccia europea o con un intervento di Mattarella che imporrà delle sue scelte o chiederà il voto.
Perché parla di un intervento del capo dello Stato?
Perché Mattarella proprio l’altro giorno ha elogiato pubblicamente Draghi. E sappiamo che per il Qe è essenziale una politica fiscale seria almeno del singolo Paese, che non può sprecare i soldi: deve usare la facilitazione quantitativa per ridurre davvero il debito pubblico. Dunque il Presidente della Repubblica per coerenza, specie se ci fosse il pressing dell’Ue, non potrebbe chiudere gli occhi su una manovra che andasse in direzione contraria.
I 5 Stelle sono certamente accerchiati dagli altri alleati. Riusciranno a tenere il punto o dovranno cedere?
Per loro l’ultima chiamata sarà con le elezioni regionali in Calabria, Campania e Puglia. Se perderanno voti al Sud…
Professore, in quelle regioni non è ancora chiaro quando si voterà l’anno prossimo. Nel frattempo c’è però da chiudere la manovra…
Quello non è un problema. Si possono mettere clausole di salvaguardia o utilizzare altri accorgimenti per guadagnare tempo, considerando anche che a Bruxelles non si sa quando si insedierà la nuova Commissione. Dunque si potrà approvare la manovra e poi fare delle correzioni nel 2020.
Lei ci ha già detto che Conte gioca una partita tutta sua. Secondo lei potrà farlo anche rispetto alla manovra?
Il ruolo di Conte, che ha cercato di fare il mediatore e poi l’anima moderata, anche cattolica, in un Governo in cui non mancano le voci anti-clericali, è un po’ incrinato da questa vicenda tirata fuori dal Financial Times di un suo legame con un fondo che è sotto inchiesta nel Vaticano. Mi sembra che questo Governo non abbia più credibilità a partire dal suo vertice. Se il centrodestra vincerà le regionali, se nel frattempo sulla manovra prevarrà la linea non gradita ai 5 Stelle, che potranno decidere di andarsene, o se il Capo dello Stato deciderà che non si potrà andare avanti così, è probabile che si tornerà al voto.
Le elezioni in Emilia-Romagna di gennaio potrebbero quindi essere decisive per le sorti del Governo?
Potrebbero anche esse il colpo di grazia finale, ma secondo me per la vita di questo Governo e per il destino della coalizione e del Pd, aver perso il Sud ed essersi ridotti alla difesa del fortino della Toscana e dell’Emilia-Romagna è insostenibile. Anche perché in Toscana c’è Renzi che vorrà imporre il suo candidato al Pd se non si vorrà consegnare la regione al centrodestra.
(Lorenzo Torrisi)