E’ morto solo ieri pomeriggio a 76 anni una leggenda dello sci, Mario Cotelli, dt della Valanga Azzurra, storico commissario tecnico dal 1969 al 1978 della nazionale italiana di sci, che lanciò grandissimi campioni, da Gustav Thoeni a Piero Gros. Fece vincere ai colori azzurri cinque Coppe del Mondo, dodici medaglie tra Mondiali e Olimpiadi. Rivoluzionò il mondo dello sci, favorendo anche la nascita del turismo invernale con i successi della Valanga azzurra. Abbiamo voluto ricordare Mario Cotelli, uno dei più grandi personaggi di tutti i tempi dello sci sentendo proprio Gustav Thoeni: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.
E’ morto Mario Cotelli, una grande perdita per lo sci e lo sport italiano…In effetti è così Mario Cotelli è stato uno delle persone più importanti dello sci e dello sport italiano. Uno dei più grandi in assoluto!
Cosa ricorda di quegli anni, gli anni della Valanga azzurra? Quanto fu importante la presenza di Cotelli in quei successi? Cotelli era veramente bravo, specialmente a gestire il rapporto con la stampa, a promuovere in tutti i sensi lo sci. Era eccezionale in questa cosa…
Qual è stato il suo apporto dal punto di vista tecnico ad aver creato la Valanga azzurra? Da un punto di vista tecnico Cotelli è stato bravo a creare uno staff di allenatori molto validi, molto efficienti. Uno staff unico nel suo genere che sapeva veramente fare bene il suo lavoro fino in fondo!
E il rapporto di Gustavo Thoeni con Cotelli? Buono, molto buono, non posso che essere contento di avere avuto un allenatore come Mario Cotelli, molto grande anche dal punto di vista umano.
Quanto ha rubato da Cotelli per essere stato un grande allenatore di Alberto Tomba? Rubato? No forse si sta esagerando, non voglio essere così presuntuoso. Sicuramente l’esperienza che ho acquisito in quegli anni mi è stata molto utile nell’allenare poi Tomba.
C’è un aneddoto che ricorda sulla sua figura, sulla sua persona di quegli anni? La sua capacità di gestire la Nazionale. E soprattutto ricordo il parallelo (23 marzo 1975, ndr ) che decise la Coppa del Mondo in Val Gardena con Stenmark. Cotelli fu molto bravo a gestire i gruppi, fu molto importante anche sul piano organizzativo in quel parallelo. Una cosa che mi aiutò a vincere quella gara.
Cosa deve prendere, imparare il mondo dello sci azzurro attuale da Cotelli? La sua capacità di rapporto con la stampa, il fatto di aver lanciato lo sci a livello globale, di averlo fatto diventare anche un business dal punto di vista del turismo. In questo senso Cotelli fu un autentico innovatore dello sci.
Cosa si sente di dire, un messaggio di saluto a Cotelli e alla sua famiglia? Per me Mario Cotelli è rimasto nel mio cuore. Io lo conoscevo già quando sciavo sullo Stelvio da ragazzo prima di far parte della Valanga Azzurra. Quest’estate è venuto a trovarmi a Trafoi. Una cosa veramente bella. Sono stato proprio contento. Lo ricordo così. Indimenticabile…
(Franco Vittadini)