Dal 2000 è il cappellano dell’università di Radbound in Olanda. Si chiama John Hacking ed è anche pittore, dice nella sua biografia sul sito dell’università, “quadri” spiega “ a tema religioso”. Gli piace anche curare il suo giardino, fare passeggiate nella natura, cucinare e bere del buon vino. Ai suoi studenti dice che “potete bussare alla mia porta quando volete”. Un buon uomo, sembra di capire. E sicuramente lo è. Nei suoi interessi ogni tipo di filosofia religiosa che abbia a tema Dio. La sua ultima trovata però lascia alquanto perplessi. Ispirandosi al noto motto degli antichi romani, “memento mori”, ricordati che devi morire, ha ideato una fossa per meditare. Cioè una autentica tomba scavata nella terra del giardino della chiesa universitaria, dotata di un materassino e un cuscino, dove ci si può sdraiare e chiudere gli occhi.
C’E’ CHI SI SPAVENTA
“La morte è un argomento tabù per studenti di 20 anni. Questa iniziativa dà la possibilità di liberarsi per un po’ dalle ansie della vita di tutti i giorni e di pensare a cosa è davvero importante per loro”, spiega. E’ vero che viviamo in un mondo sempre più stressante e dove la competizione ha raggiunto livelli devastanti, ma fingersi morti è la risposta? I media olandesi dicono che a volte c’è qualcuno dentro, di solito è vuota. La tomba non sembra molto invitante. Le radici delle piante sporgono dalle pareti e un nastro rosso-bianco è steso davanti al buco in modo che gli studenti non vi cadano accidentalmente. “Attrae tutti i tipi di persone diverse”, afferma il pastore “cristiani, musulmani, hipster. Alcuni si rilassano completamente, altri ne sono spaventati”. Poi il ritorno in superficie e la domanda che resta aperta insieme all’aspetto alquanto morboso di questa tecnica: l’esperienza è come una tomba, puoi renderla profonda quanto vuoi.