Nelle passate settimane si è risolto, dopo due anni, il giallo attorno alla scomparsa di Luciana Fantato, la donna e mamma di Gambolò (Pavia) della quale si erano perse le tracce il 10 novembre 2017. Lo scorso giugno, nel torrente Terdoppio – nel territorio di Alagna Lomellina, poco distante dall’abitazione della donna scomparsa – era stato ritrovato un cadavere. La scoperta aveva subito allertato la famiglia di Luciana e solo dopo diversi mesi, nei giorni scorsi, sono stati resi noti i risultati del Dna eseguiti dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia che avevano confermato la piena corrispondenza con il Dna della casalinga e moglie di Pierino Marcantognini. Nel corso della sua sparizione, anche quest’ultimo era stato posto sotto indagine, seppur senza alcun fondamento. Ed infatti lo scorso marzo la Procura aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo a suo carico. Secondo gli inquirenti la 59enne si sarebbe tolta la vita e ad oggi, spiega Today, tutte le altre ipotesi alternative non avrebbero trovato alcun riscontro. Esclusa, quindi, anche la pista dell’omicidio.
LUCIANA FANTATO, TROVATA MORTA A 2 ANNI DALLA SCOMPARSA
Luciana Fantato si era allontanata da casa due anni fa senza portare via nulla con sé. Una circostanza sospetta e che aveva sin dal principio fatto pensare al peggio. Nei giorni successivi alla denuncia, le campagne di Gambolò erano state battute palmo a palmo senza tuttavia portare ad alcun riscontro apprezzabile. La svolta era avvenuta solo lo scorso 23 giugno quando tre coltivatori della zona si imbatterono nel cadavere che affiorava dal torrente. Un ritrovamento macabro sin da subito connesso alla scomparsa di Luciana, il cui caso è stato spesso al centro del programma di Rai3, Chi l’ha visto. Prima di uscire di casa, Luciana aveva lasciato nella cucina della sua abitazione due biglietti. Il primo conteneva le ormai celebri istruzioni per far andare la lavatrice, mentre il secondo era uno sfogo contro il marito Pierino per via della sua tendenza ad accumulare oggetti. In passato non era mancato qualche dissapore con la figlia per via delle sue frequentazioni con un uomo di etnia sinti. Sono stati numerosi, in questi due anni, gli appelli rivolti alla donna da parte dei suoi familiari ma nel frattempo la pista del delitto non avrebbe mai portato ad alcun riscontro. Dopo il suo ritrovamento, gli inquirenti hanno concluso che si sia trattato di un suicidio, mettendo fine al giallo.