Adriano Celentano è tornato. O meglio – specifichiamolo subito sennò si arrabbia – Adrian è tornato. Guai a soffermarsi sulla persona, dopo la strigliata che il cantautore – pardon, l’Orologiaio – ha riservato al pubblico di Canale 5 nel corso della puntata di ieri. Il focus è sul personaggio della serie animata, mica sul fuggevole ed evanescente Adriano che va in onda poco prima. Adrian e Adriano Celentano, in effetti, si somigliano molto, anche se il “falso” è probabilmente meno criptico. L’Orologiaio ha più anime, ma in fondo, essendo di cartone, non ne ha nessuna. Anche Celentano ce le ha, da artista eclettico e multiforme qual è, eppure, a differenza dell’altro caso, è molto difficile dargli un’identità, “caratterizzarlo”. Col pubblico non si è mai sovraesposto, preferendo lasciar parlare i silenzi. Paradossalmente, sono stati proprio questi a renderlo famoso come showman.
Adrian, Adriano Celentano riunisce i conduttori: un confronto sulla televisione d’oggi
A proposito di mattatori, la prima serata di Adrian inizia con la tavola rotonda dei conduttori. Adriano Celentano è famoso per essere l’anfitrione per eccellenza della televisione italiana. Memorabili i suoi confronti – sempre rigorosamente seduti dietro a un banco – nel programma 125 milioni di caz..te, uno dei varietà cult dei primi anni Duemila che vide ospiti alcuni dei più grandi cantautori e intellettuali del secolo scorso (si pensi a Fo, Gaber e Jannacci, che Celentano riuscì a riunire in un confronto epocale). La scena è più o meno la stessa con Paolo Bonolis, Carlo Conti, Gerry Scotti, Massimo Giletti e Piero Chiambretti, tutti volti molto rappresentativi della tv italiana. Conti, forse, è quello meno a suo agio di tutti. La sua fredda professionalità contrasta un po’ con le battutine degli altri (talvolta sollecitate dal maestro di cerimonie). Si vede, insomma, che non è per niente abituato all’atmosfera svagata di Mediaset.
Adrian, La provocazione finale di Adriano Celentano
Se Adrian è un sovversivo, Adriano Celentano non è da meno. Prima si accennava alla “strigliata” del cantautore, al momento – cioè – in cui ha smesso di fare finta di niente e ha affrontato direttamente i detrattori. La sua provocazione è culminata in un ordine: “Spegnete tutto”, ha detto, lasciando lo studio nella più completa oscurità. Dopo la mortificazione uditiva, dunque, arriva quella degli occhi; dopo il silenzio, arriva il buio. Ma i fan non smettono di acclamarlo, assecondando tutti i suoi capricci e tutte le sue stravaganze. La verità è che è stato proprio l’apparente snobismo, a renderlo così amato. Non fosse per il silenzio, Adrian non sarebbe eloquente come è e rimane tutt’oggi. L’ultima parola, quella definitiva e che conta, spetta al pubblico.