Silvia Scola, figlia di Ettore, sarà tra gli ospiti della puntata di oggi di Che tempo che fa, programma condotto da Fabio Fazio in prima serata su Rai 2. La sceneggiatrice è l’autrice, insieme alla sorella Paola, della biografia “Chiamiamo il babbo – Ettore Scola. Una storia di famiglia”: un libro che omaggia il grande regista scomparso a Roma lo scorso 19 gennaio 2016. Un cineasta che ha scritto la storia della settima arte nostrana: sono tantissimi i lungometraggi che hanno tracciato un solco, basti pensare a C’eravamo tanto amati, Brutti, sporchi e cattivi o a Una giornata particolare. In molti conoscono l’Ettore Scola regista, pochi o quasi nessuno l’Ettore Scola lontano dal set: il libro offre un ritratto inedito e intimo del cineasta di Trevico, tratteggiato dalle due persone che l’hanno conosciuto meglio. Silvia Scola – che ha scritto con suo padre film come La cena e Concorrenza sleale – parlerà del genitore e racconterà qualche inedito nel salotto di Fabio Fazio.
SILVIA SCOLA, FIGLIA DI ETTORE: IL RITRATTO DEL PADRE
Tra ricordi e citazioni, tra aneddoti e avvenimenti, passando per momenti pubblici ed emozioni toccanti: Silvia Scola e la sorella Paola hanno voluto regalare ai fan un lato inedito del padre Ettore, scavando nella memoria di famiglia. Un uomo che ha cambiato il corso del cinema italiano, divenuto un punto di riferimento per le generazioni successive. Intervistata da Marie Claire, Paola ha spiegato: «Papà aborriva le celebrazioni, la retorica, l’esibizione, non gli piaceva parlare di sé, non gli piaceva essere al centro dell’attenzione. Amava il suo lavoro e quello doveva bastare: le sue idee, i suoi pensieri erano lì, nei suoi film. Per lui la questione era chiusa». Descritto come schivo e timido, Scola è stato un grande regista ma soprattutto un grande padre: «L’autoironia, che praticava spesso, era finalizzata a farci ridere ma anche evidentemente a tenere a bada il narcisismo: “la modestia prima di tutto, e la presa per il culo subito dopo”».
“ETTORE SCUOLA UN UOMO LIBERO”
Nella lunga intervista rilasciata a Marie Claire, Silvia e Paola Scola hanno poi parlato dell’Ettore regista, noto a tutti per la sua puntigliosità: «Nel lavoro era un perfezionista, meticoloso, maniacale (poteva passare una nottata intera sulla scelta di un aggettivo) stacanovista e negriero: pretendeva sempre il massimo da sé e quindi anche dai suoi collaboratori». E la ricchezza non era certamente il suo primo fine: «E’ sempre stato un uomo libero e ha fatto sempre quello che ha voluto, sul lavoro in primis. Guadagnava, è ovvio, ma i soldi quasi gli davano fastidio, erano un qualcosa di cui voleva liberarsi. Gli servivano per fare un po’ di felicità intorno». Insomma, un racconto a tutto tondo di uno dei più grandi maestri della settima arte italiana e non, con Silvia Scola che racconterà alcuni retroscena della sua vita nel salotto di Che tempo che fa.