I test atletici effettuati a Roma la scorsa settimana lo hanno confortato: il fisico è ancora competitivo. “È agli stessi livelli di quando fu fermato” dice Sandro Donati. Ma è soprattutto la testa che lo porta lì, a quell’appuntamento olimpico di Tokyo 2020. Alex Schwazer si sente ancora un atleta e vuole prendersi una rivincita su chi gli ha impedito di trionfare a Rio. Per questo ha ripreso ad allenarsi con intensità. Per questo ha insistito con l’avvocato Brandstätter perché metta in piedi un ricorso al Tribunale federale svizzero. Obiettivo: ottenere una “sospensiva” della squalifica di 8 anni rimediata nel 2016 per una positività al doping che le aule del tribunale di Bolzano stanno smontando. La Corte suprema svizzera deciderà se gli elementi emersi finora nel procedimento penale a carico di Schwazer giustifichino o no una misura cautelare che disponga la sospensione della esecutività della squalifica Iaaf fino al termine dell’iter giudiziario. In caso di sentenza positiva, l’atleta italiano potrà gareggiare di nuovo e giocarsi la possibilità di qualificarsi per le Olimpiadi di Tokyo del prossimo anno. Ovviamente i risultati sportivi ottenuti dall’atleta in questo periodo di sospensione saranno cancellati se la sua vicenda processuale dovesse concludersi con una condanna.
In un comunicato diffuso ieri, il legale del marciatore e il suo allenatore Sandro Donati auspicano “saggezza e responsabilità” da parte dei vertici di Iaaf e Wada affinché “si spezzi la catena di brutti e gravemente illeciti accadimenti, rendendosi conto che a Schwazer è stata già, ingiustamente, impedita la partecipazione all’Olimpiade di Rio de Janeiro, dove avrebbe avuto chiarissime chance di conquistare medaglie e che le istituzioni interessate si assumerebbero una responsabilità ancora maggiore, se il loro comportamento conducesse ad impedire ad Alex di partecipare anche ai giochi Olimpici di Tokyo”. Come dire, meglio che paghiate solo un risarcimento danni piuttosto che due…
Il comunicato prosegue con queste parole: “Per uscire dall’incubo di questi anni trascorsi a difendersi da un’accusa di doping assurda ed assolutamente priva di fondamento, per riappropriarsi del proprio talento, per comunicare a tutti che è naturalmente forte, per tenere accesa una speranza, Alex Schwazer ha deciso di tornare ad allenarsi per la marcia. Tornando ad allenarsi per sperare di tornare alle gare, Schwazer non intende provocare nessuno, ma solo ribadire e dare concretezza alla propria innocenza ed alla propria speranza che dirigenti sportivi più coscienziosi di quelli che hanno gestito finora questa vicenda, sappiano operare per porre fine alle azioni infami, con le quali dapprima è stata costruita una positività e poi si è tentato in ogni modo di continuare ad ostacolare l’indagine e l’istruttoria su fatti, comportamenti e circostanze gravemente compromettenti, senza rispetto, non solo di Schwazer, ma anche della Magistratura. Alex dichiara la sua piena disponibilità ad essere, sin da subito, sottoposto a qualsiasi controllo antidoping, ovviamente con le garanzie imposte dalla situazione in essere”.
E lui? Motivato, ma realista: «Non sono ossessionato dall’appuntamento olimpico – spiega Schwazer – faccio la mia vita serenamente. Ci provo. Se le cose andranno a mio favore, sarò pronto a cogliere questa opportunità. Se invece il ricorso andrà male, pazienza! Il mio obiettivo principale resta quello di ottenere l’assoluzione nel processo penale a Bolzano”.