Alta tensione in Bolivia, dopo che gli agenti della polizia hanno dato vita ad un ammutinamento generale, come protesta nei confronti del governo, dopo la rielezione del presidente Evo Morales. Quest’ultimo è uscito allo scoperto nelle scorse ore, e attraverso il proprio Twitter ha spiegato: “il piano di golpe fascista esegue atti violenti con gruppi irregolari che hanno incendiato la casa dei governatori di Chuquisaca ed Oruro e quella di mia sorella in quest’ultima città”. Non contento, il capo dello stato boliviano parla di attacco “codardo e selvaggio”, “nello stile delle dittature militari”, aggiungendo che “gruppi organizzati” hanno preso il controllo di Bolivia Tv (Btv) e Red Patria Nueva (Rpn) “Dopo aver minacciato ed intimorito i giornalisti – ha concluso – li hanno obbligati ad abbandonare le loro fonti di lavoro”.
BOLIVIA, AMMUTINAMENTO POLIZIA CONTRO EVO MORALES: SCONTRO CON L’OPPOSIZIONE
Da due giorni, come riferisce Repubblica, alcuni settori della polizia boliviana si sono ammutinati a Cochabamba e in altre zone del paese, dopo che Evo Morales è stato rieletto e la sua vittoria è stata respinta dall’opposizione. L’ammutinamento è iniziato nella giornata di venerdì ed è proseguito e si è esteso nelle giornate successive, fino ad arrivare alle unità di Sucre e Santa Cruz, zona roccaforte dell’opposizione. A solidarizzare, anche gli ufficiali Utop di La Paz, che sorvegliano il palazzo del presidente, chiaro indizio di come la protesta abbia ormai coinvolto gran parte della popolazione boliviana. Proteste che hanno provocato anche vittime e feriti, visto che al momento sono 3 i morti, con l’aggiunta di altre 500 persone rimaste coinvolte negli scontri fra l’esercito, che a differenza della polizia si è schierato a fianco de presidente, e il popolo. Morales, come risposta alle proteste, ha aperto al dialogo con le opposizioni, escludendo però i comitati civici regionali, una decisione che ha fatto infuriare ancora di più l’opposizione, capitanata da Carlos Mesa.